“Ci siamo semplicemente difesi.” Ma il giudice conferma la pena detentiva – .

“Ci siamo semplicemente difesi.” Ma il giudice conferma la pena detentiva – .
“Ci siamo semplicemente difesi.” Ma il giudice conferma la pena detentiva – .

Modena, 30 aprile 2024 –”Non volevamo ucciderlo . Siamo stati attaccati e abbiamo cercato di difenderci”.

Hanno rilasciato dichiarazioni spontanee, raccontando la loro versione dei fatti, cioè due fratelli Marocchini di 28 e 50 anni accusati di aver è stato ucciso il connazionale Jaouad Dejli, 37 anniche è morto dissanguato dopo essere stato accoltellato all’inguine lo scorso venerdì mattina Castelnuovo Rangonenel cortile di un palazzo in via Casette Zanasi.

Ieri mattina, infatti, iludienza di convalida in carcere: l’arresto non è stato convalidato, poiché non si è ritenuto sussistente il rischio di fuga ma è stata comunque applicata la custodia cautelare in carcere. Per il Giudice – fatti salvi gli esiti degli accertamenti autoptici – può ritenersi corretta da parte dello Stato quanto affermato dal Pubblico Ministero: si tratterebbe di omicidio volontario.

Il giudice ha riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza a carico dei due fratelli – raccolti a seguito di meticolose indagini da parte della polizia – nonché la confessione.

“Il giudice ha deciso di non convalidare l’arresto come da nostra richiesta e almeno da questo punto di vista la decisione da un lato ci lascia soddisfatti – afferma l’avvocato Roberto Ghini, che rappresenta i due indagati insieme agli avvocati Giulia Galvani, per il fratello minore e Giulia Testa, per la maggiore dei due – Notiamo che per il giudice è così corretta ricostruzione del Pubblico Ministero ma, con le dovute cautele, rinviare a valutazioni medico-legali. Il problema centrale è stabilire se si sia trattato di un atto sostenuto dal desiderio di uccidere o, come crediamo, di un atto non intenzionale”.

I fratelli, che conoscevano la vittimahanno spiegato che Jaouad Dejli era arrivato sul posto venerdì mattina “agitato”, con intenzioni “burrascose”.

Secondo i due indagati, infatti, l’uomo aveva abbattuto un cartello stradale con la sua auto per poi tentare di colpirli dopo che i due erano usciti in strada.

“Gridava, lanciava pietre sotto le finestre – hanno spiegato i due – ci lanciava le pietre”.

Il più piccolo dei due, il 28enne ha poi estratto il coltello da cucina che teneva nella manica per poi colpire la vittima, secondo lui per difendersi dall’aggressione.

Jaouad fece qualche passo barcollante verso la strada e poi cadde a terra in una pozza di sangue.

“Non volevamo ucciderlo – hanno ribadito i fratelli – Non sapevamo nemmeno di averlo ucciso.”

Il 28enne, infatti, ha spiegato di non essersi allontanato dal luogo dell’aggressione mortale. (È stato subito ammanettato dai militari intervenuti).

Il 50enne ha invece sottolineato di essere subito tornato indietro, dopo essersi inizialmente allontanato, ignaro della morte del suo conoscente.

La barra ha reciso il femore e per la vittima, quando sono arrivati ​​i soccorsi, non c’era più nulla da fare.

Sembra che siano loro all’origine del delitto vecchi dissidi tra i trerelativo a spaccio di droga e un debito relativo all’acquisto di farmaci.

Le indagini della polizia, però, sono ancora in corso.

Il crimine ha ha scioccato la comunità di Castelnuovo Rangone.

Sindaco Massimo Paradiso, fin da subito ha assicurato la collaborazione delle forze dell’ordine, anche per visionare le riprese delle telecamere.

E dopo il secondo accoltellamento in 36 ore ha chiesto al prefetto di aumentare la presenza sul territorio,

 
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