inizia da oggi la fine di Suning? Ecco che arriva Oaktree – .

inizia da oggi la fine di Suning? Ecco che arriva Oaktree – .
inizia da oggi la fine di Suning? Ecco che arriva Oaktree – .

Un proverbio cinese dice così: ciò che il bruco chiama la fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla. Chissà cosa saràInter, al termine di un processo che inizierà oggi, salvo sorprese dell’ultimo minuto. Non sarà del tutto indolore, probabilmente rapido sì. È il giorno della verità, in viale della Liberazione, quello in cui tutte o quasi le questioni verranno al pettine. Non tutte le domande avranno una risposta: perché Suning, che nel 2021 ha ottenuto un prestito evidentemente finalizzato alla vendita del club, ha aspettato fino all’ultimo secondo? Perché fino a pochi giorni fa la possibilità di un passaggio a Quercia è stato descritto come il meno realistico? C’è una direzione dietro gli ultimi sviluppi o è davvero tutto così sciatto come sembra?

Probabilmente questi nodi nel pettine di una storia pubblica non ci arriveranno mai, torniamo alle notizie recenti. Suning ha due strade per trattenere l’Inter: la prima, restituire a Oaktree i circa 375 milioni di euro, interessi compresi, derivanti dal prestito contratto nel 2021. Oggettivamente difficile: sfumata l’ipotesi Pimco, è da considerare la strada per un altro prestito impraticabile. L’alternativa è che Suning “scopra” liquidità improvvisa per onorare il debito. Senza sorprese, il fondo americano potrebbe far valere il pegno e rivendicare il 99,6% delle azioni dell’Inter, facendo proprio la Grand Tower, il veicolo utilizzato dalla famiglia Zhang per controllare il club.

L’operazione potrebbe concretizzarsi in una settimana, come accaduto con il Milan. La diversa statura di Li Yonghong e Jindong Zhang lascia aperta ogni possibilità, ma da quello che sappiamo adesso il finale non dovrebbe essere molto diverso. Una volta chiuso l’iter bisognerà capire cosa accadrà: l’area sportiva è quasi intoccabile, quella societaria un po’ meno ma l’idea di andare avanti con la stessa struttura avrebbe senso. Una certa e in gran parte giustificata tranquillità continua a riscontrarsi tra viale della Liberazione e il Castello Sforzesco, teatro ieri sera di una festa chiusa ai temibili giornalisti. Che sia reale o ostentato, chi lo sa.

 
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