“Hanno mentito e negato per decenni sulle emissioni” – .

Negare, minimizzare, nascondere, ingannare.

Sono tutti termini messi insieme, uno per uno rapporto presentato in un’udienza al Senato degli Stati Uniti, al comportamento delle aziende nel corso degli anni principali compagnie petrolifere e del gas del Paese nel tentativo di continuare a fare affari grazie al petrolio, al gas o al carbone nonostante l’impatto, ad esempio in termini di emissioni climalteranti, sulla vita sul pianeta.

Pagine di documenti, frutto di inchieste giornalistiche e relazioni accademiche, che mostrano come “L’inganno, la disinformazione e il doppio linguaggio” sono da decenni al centro delle pratiche dell’industria dei combustibili fossili nel tentativo di minimizzare i pericoli legati alla combustione del petrolio greggio e del gas.

Le rivelazioni di Capitol Hill mostrano come le compagnie petrolifere abbiano lavorato per rendere più ecologica la propria immagine combattendo allo stesso tempo la politica climatica dietro le quinte.

“Di volta in volta le più grandi società petrolifere e del gas dicono una cosa ai fini del consumo pubblico, ma fanno qualcosa di completamente diverso per proteggere i loro profitti”, ha affermato. Il democratico Jamie Raskin – I funzionari aziendali ammetteranno la terrificante realtà del loro modello di business a porte chiuse, ma racconteranno al pubblico qualcosa di completamente diverso, falso e rassicurante».

Il problema – sottolineano i democratici – è che mentre le compagnie Oil & Gas hanno continuato a raccogliere profitti, gli impatti della crisi climatica sono peggiorati, motivo per cui alcuni senatori si sono prodigati nel dire che “L’industria dovrebbe pagare i danni per aver alimentato la crisi”.

“Secondo me, non dovrebbe essere il governo statale o quello federale a farsi carico del conto”, ha detto, ad esempio, il senatore del Vermont Bernie Sanders. “Penso che sia ora di chiedere alle persone che hanno causato quel problema, che hanno mentito su quella situazione, di pagare il conto.”

Accuse che I repubblicani della commissione Bilancio del Senato si sono oppostiricordando come sia “innegabile che i combustibili fossili siano fondamentali per la nostra sicurezza energetica”, ha affermato ad esempio Chuck Grassley, senatore repubblicano dell’Iowa, mentre altri come il senatore del Wisconsin Ron Johnson hanno difeso l’attuale modello energetico e il business dell’Oil & Gas spiegando che “ Non sono un negazionista del cambiamento climatico, semplicemente non sono un allarmista del cambiamento climatico”.

Il rapporto presentato a Capitol Hill è stato redatto dai democratici del Comitato di vigilanza della Camera negli Stati Uniti e punta il dito contro molti colossi petroliferi, tra i quali ExxonMobil, Conchiglia, BP E Chevronparlando esplicitamente di “una campagna volta a difendere gli interessi del settore”, il tutto a discapito evidente della “salute dei cittadini e del Pianeta”.

“Le grandi compagnie petrolifere continuano a nascondere i fatti sul loro modello di business e a oscurare i reali pericoli dei combustibili fossili, compreso il gas naturale, al fine di bloccare l’azione per il clima di cui abbiamo bisogno”, ha affermato Jamie Raskin, coautore del rapporto insieme a Rhode Island. Il senatore democratico Sheldon Whitehouse.

Il rapporto mostra come da decenni alcuni scienziati e ricercatori del settore petrolifero mettono in guardia sull’impatto delle emissioni legate alla combustione e sui conseguenti possibili cambiamenti climatici. Tali avvertimenti, però – secondo il rapporto – sarebbero stati “messi da parte”, favorendo invece le comunicazioni provenienti dal settore hanno sottolineato l’apparente incertezza intorno alla scienza del clima.

Il comitato sostiene inoltre che i leader delle grandi compagnie petrolifere hanno continuato “negare la scienza del clima” e “diffondere disinformazione e perpetuare discorsi ambigui sulla sicurezza del gas naturale e sull’impegno dell’industria a ridurre le emissioni di gas serra”.

Rilevante è anche la posizione, evidenziata dai documenti, di alcune compagnie Oil & Gas che in pubblico sostenevano come soluzione la famosa (e controversa) tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio, mentre in privato la definivano troppo costosa.

Anche lei è finita nel mirino delle accuse democratiche L’Istituto americano del petrolio (API) che, secondo loro, difenderebbe l’equilibrio del settore tra le priorità ambientali ed economiche.

“Per decenni, l’industria dei combustibili fossili è stata a conoscenza dei danni economici e climatici dei suoi prodotti, ma ha ingannato il pubblico americano inducendolo a continuare a raccogliere più di 600 miliardi di dollari in sussidi ogni anno, raccogliendo profitti record”, ha affermato Whitehouse.

Secondo quanto riportato dai media statunitensi, i documenti contenuti nel rapporto provengono direttamente dalle principali compagnie petrolifere o dalle lobby e alcuni di questi risalgono a prima della firma dell’Accordo sul clima di Parigi nel 2015. Già allora, ad esempio, giornalisti di All’interno delle notizie sul clima lo hanno scoperto Exxon era “consapevole dei pericoli della crisi climatica da decenni, ma aveva nascosto quella conoscenza al pubblico”.

Exxoncome altre compagnie petrolifere, ha respinto ogni accusa, parlando spesso di informazioni “imprecise e volutamente fuorvianti”.

Ciò che sorprende, secondo le informazioni fornite dai democratici, è soprattutto il doppio volto delle aziende. A titolo di esempio viene citata una comunicazione di BP che mentre nel 2020 ha annunciato in pubblico grandi progetti diventare una società a emissioni zero nel 2050in privato scriveva email (tra i dirigenti) in cui dubitava che fosse possibile.

Negli ultimi anni è aumentato il ruolo delle grandi compagnie Oil&Gas, compresa quella italiana Eni, è sempre più al centro di critiche legate alle emissioni nocive di un’industria che realizza profitti extra giganteschi. Nel mondo Sono sorte cause legali di ogni genere per cercare di far luce sull’impatto delle multinazionali sulla crisi climatica.

Negli Stati Uniti, secondo Richard Wiles, presidente della Centro per l’integrità climatical’inizio di un percorso al Senato che evidenzi le incongruenze e le responsabilità delle compagnie petrolifere e del gas “è la cosa più importante che il Congresso sta facendo in questo momento riguardo al cambiamento climatico”.

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