Dissesto idrogeologico, in 4 anni il territorio italiano a rischio alluvioni è aumentato del 19%

Dissesto idrogeologico, in 4 anni il territorio italiano a rischio alluvioni è aumentato del 19%
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Le possibilità di adattamento passano attraverso l’ingegneria naturalistica e le soluzioni Nature based

Doronzo (Aipin): «Abbiamo l’obbligo di pensare all’evoluzione dei nuovi trend meteo-climatici, con le conseguenti nuove strategie»

[2 Maggio 2024]

Il 16 maggio a Roma, nella sede di Ispra, illustreremo alla stampa – sarà presente anche il mondo delle imprese – proposte, progetti e piani per la sicurezza del territorio anche attraverso la transizione ecologica.

Sarà la prima presentazione alla stampa. Il 94% del territorio italiano è a rischio dissesto idrogeologico e il consumo di suolo è in costante crescita, nel 2021 ha superato in un solo anno i 70 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali.

In questo contesto, le precipitazioni, la cui violenza è accentuata dagli effetti dei cambiamenti climatici con precipitazioni estremamente intense in periodi concentrati che persistono in territori dove si verificano lunghi periodi di siccità, evidenzia l’aumento della problematicità del dissesto idrogeologico, cioè che insieme di processi che provocano il degrado del territorio, aumentando notevolmente la probabilità di eventi catastrofici.

Secondo il rapporto 2021 “Il dissesto idrogeologico in Italia: indicatori di pericolo e di rischio”, anche in questo caso redatto dall’Ispra, nell’anno in esame è aumentata la superficie nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni: l’incremento sfiora il 4% e 19% rispetto al 2017. Quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio crollo e soggetto a erosione costiera e oltre 8 milioni di persone vivono in zone ad alta pericolosità.

Nel dossier si spiega che “nel 2021, oltre 540mila famiglie e 1.300.000 abitanti vivono in zone a rischio frane (il 13% giovani di 64 anni), mentre sono circa 3 milioni di famiglie e quasi 7 milioni di abitanti che vivono in zone a rischio frane. allagamento”. Il rapporto evidenzia inoltre che “su un totale di oltre 14 milioni di edifici, quelli situati in aree ad alto e altissimo pericolo di frane superano 565mila (3,9%), mentre poco più di 1,5 milioni (10,7%) ricadono in aree allagabili nel territorio scenario medio. Gli aggregati strutturali a rischio frana superano invece i 740mila (4%). Le industrie e i servizi localizzati in aree ad alto e altissimo pericolo frane sono oltre 84mila con 220mila addetti esposti al rischio, mentre quelli esposti al pericolo alluvioni, sempre nello scenario medio, superano i 640mila (13,4%)”.

Forte è l’impegno affinché gli alloggi siano utilizzati con tecniche di ingegneria naturalistica, che ben si prestano ad un approccio positivo e sostenibile per la mitigazione del rischio idrogeologico e la riqualificazione ambientale.

Noi come Aipin riaffermiamo la centralità della corretta gestione del territorio sia per la prevenzione/mantenimento del rischio idrogeologico ma anche per la riqualificazione del paesaggio che appare ormai obbligata.

Da non sottovalutare, inoltre, i benefici che si possono ottenere con le azioni Nbs (Natural based solution), dalla riduzione delle vulnerabilità esistenti al contrasto alla perdita di suolo dovuta all’erosione, dal contributo ad un’adeguata gestione delle acque piovane, con misure volte a mitigare l’impermeabilizzazione incontrollata del suolo anche nelle aree urbane.

Inoltre, i costi per rimediare ai danni causati da frane, alluvioni e dissesti sono ben maggiori rispetto ad azioni volte ad attuare interventi sapienti, estremamente versatili e adattabili per adattarsi ai cambiamenti climatici, e contribuire a migliorare la qualità delle acque. superficiale e sotterraneo.

Abbiamo l’obbligo di pensare all’evoluzione dei nuovi trend meteo-climatici con le conseguenti nuove strategie da intraprendere in materia di prevenzione e mitigazione dei rischi, gestione ambientale sostenibile in territori altamente vulnerabili e in questo momento si intravede una maggiore attenzione anche alla ricerca nel mondo accademico, per l’area mediterranea, per la difesa idrogeologica e, infine con maggiore forza, per il paesaggio e il cambiamento climatico.

Aipin auspica da anni l’avvio di una gestione non più impropria del territorio. Noi come Aipin sottolineiamo la centralità di una corretta gestione del territorio, anche nelle aree urbane, sia per la prevenzione/mantenimento dei rischi ma anche per la riqualificazione del paesaggio che appare ormai obbligata.

Gli accorgimenti con tecniche di ingegneria naturalistica, e più in generale quelle Nbs, ben si prestano ad un approccio positivo e sostenibile per la mitigazione del rischio idrogeologico e per la riqualificazione ambientale in ambito urbano e periurbano.

di Giuseppe Doronzo, vicepresidente nazionale dell’Associazione Italiana di Ingegneria Naturalistica (Aipin)

 
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