Lazio, il tumore maligno abita qui – AlessioPorcu.it – .

Il Lazio è la seconda regione italiana per decessi dovuti a tumori maligni. Lo dicono i numeri dell’Agenas.

“L’attuale sistema di presa in carico dei pazienti oncologici è scarsamente presidiato da competenze e strutture dedicate ed è frammentario, privo di un modello di indirizzo univoco”. Più chiaro e meno burocratico? Le cure contro il cancro non sono uguali ovunque, ogni regione le fa a modo suo. Per dirlo è ilAgenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) attraverso il documento “nuove linee guida sull’integrazione ospedale-territorio in oncologia”. Lo ha trasmesso nelle scorse ore il Ministero della Salute e la Conferenza Stato Regioni per un possibile accordo.

Ci sono carenze in quella rete. Agenas certifica che gran parte dei servizi di cui avrebbe bisogno il paziente fuori dall’ospedale non trovano competenza e luoghi di riferimento nei servizi territoriali. Qualche esempio? Assistenza psicologica, assistenza domiciliare e tanti altri servizi extra ospedalieri. Che per l’agenzia deve restare luogo di alta intensità assistenziale e “cabina di regia” nel percorso di cura del malato oncologico.

L’attuale modello organizzativo è considerato poco “ergonomico”. L’agenzia sollecita il Ministero della Salute a introdurre una nuova governance dei percorsi terapeutici di oncologia territoriale.

LA FOTOGRAFIA DELLA MALATTIA

Il Documento Agenas a pagina 5 dei 31 inviati al Ministero della Salute evidenzia ciò che avviene in Italia ad oggi circa 3,6 milioni di casi oncologici prevalenti. Circa il 30% dei pazienti in terapia assume farmaci per via orale e il 30-40% si trova in uno stato di cronicità/malattia avanzata.

Le esigenze sono molto diverse. Si va dall’altissima intensità di cura (CAR-T), alle problematiche legate all’ polimorbilità (anziani con malattie croniche). Fino alla necessità di assistenza socio-sanitaria. Nel 2020, il 65% dei malati di cancro ha ricevuto una diagnosi da più di cinque anni, il 39% da più di dieci.

Inoltre, l’agenzia lo rileva il cancro è ancora la seconda causa di morte (29% di tutti i decessi) dopo malattie cardiovascolari. Ma chi sopravvive cinque anni dopo la diagnosi ha prospettive di sopravvivenza vicine a quelle della popolazione che non ha mai avuto una neoplasia. Non è vero per tutti i tipi di cancro ma è vero per alcuni tipi: testicolare, tiroideo, ma anche melanoma, linfoma di Hodgkin e, in misura minore, colon-rettale.

COSA E DOVE

In Italia i valori di sopravvivenza sono sostanzialmente in linea con quelli dei Paesi del Nord Europa, Stati Uniti e Australia. È stimato che in Italia nel 2022 ci sono state quasi 391.000 nuove diagnosi di cancro, circa 205.000 tra gli uomini e circa 186.000 tra le donne. Considerando l’intera popolazione, esclusi i tumori cutanei non melanoma, i tumori di gran lunga più frequenti sono quelli della mammella (14,3%), di colon-retto (12,3%), seguito da quello di polmone (11,2%), di prostata (10,4% solo nei maschi) e di vescia (7,5%).

Tra le donne I cinque tumori più frequentemente diagnosticati sono: tumore al seno (30%), il tumore di colorettale (12 %), cancro di polmone (7,9%), cancro al senoendometrio (5,5%) e quello di tiroide (4,7%).

Tra gli uomini lo sono cancro alla prostata (19,8 %), cancro di polmone (14,3%), cancro di colorettale (12,7%). Il tumore segue vescia (11,4%) e quello di stomaco (4,3%).

Infine riferisce l’agenzia morti in Italia nel 2020 per varie tipologie tumorali divise per Regione. Dove emerge quello Il Lazio è la seconda regione italiana per numero di decessi dopo la Lombardia.