Tonno in scatola all’olio d’oliva o al naturale. Ecco la guida definitiva su come sceglierlo al supermercato.

Tonno in scatola all’olio d’oliva o al naturale. Ecco la guida definitiva su come sceglierlo al supermercato.
Tonno in scatola all’olio d’oliva o al naturale. Ecco la guida definitiva su come sceglierlo al supermercato.

scatoletta di tonno è uno degli alimenti più consumati quando si vuole insaporire un pasto veloce o un panino estivo. La conservazione di questo protagonista dei nostri mari, e non solo, Affonda le sue radici già in epoca romana durante la quale il tonno veniva conservato in anfore sott’olio o in salamoia. IL le prime scatole di latta ermeticamente chiuse arrivarono solo nel 1850 e da allora è diventato un alimento di largo consumo. Oggi ne esistono diverse varietà, ma anche con diverse modalità di conservazione, anche se la maggior parte si divide tra “naturale” e “olio d’oliva”. Sebbene esistano differenze precise tra tonno sott’olio e tonno in acqua, la scelta del migliore dipende da ciò che conta di più per l’utente consumatore e l’uso che se ne deve fare. Se stai contando le calorie e desideri massimizzare l’apporto di acidi grassi omega-3, il tonno all’acqua potrebbe essere la scelta migliore. D’altra parte, se l’obiettivo è l’idratazione, il sapore e i livelli di vitamina Dè più buono il tonno sott’olio.

I vari tipi di tonno e se vale la pena scolarlo

Il tonno in scatola proviene generalmente da una di queste specie: tonno bianco (o Alalunga), tonnetto striato, tonno rosso, tonno pinna gialla. È qui che nascono le sottili differenze nel decidere se separare il pesce dal liquido di confezionamento. Se si considera il tonno in scatola “al naturale”, quindi a base d’acqua, spesso viene prodotto con tonnetto striato mescolato a tonno pinna gialla. Questo è il tipo di tonno più leggero e morbido, ottimo per un’insalata. Poiché è confezionato in un brodo acquoso anziché in olio, ha meno calorie, ma contiene anche un’elevata quantità di sale. Scolando il liquido si elimina il sodio in eccesso, a vantaggio di chi sta attento al sale. E, cosa forse ancora più importante per gli appassionati di panini, eliminare l’acqua salata ridurrà le possibilità di avere un panino eccessivamente umido.

Per quanto riguarda il tonno conservato nell’olio d’oliva, questo è abbastanza umido e l’olio conserva maggiormente il sapore del pesce. A differenza di quello conservato in acqua, qui le calorie sono quasi il doppio (317 calorie contro le 150 di quello naturale). Eliminare l’olio riduce le calorie in eccesso per i consumatori attenti al peso, ma può comportare una perdita di nutrizione. Anche perché sembra che i grassi benefici del tonno possano legarsiolio d’oliva e che verrebbero quindi eliminati una volta svuotata la lattina. Altra caratteristica di quella conservata sott’olio è che presenta valori più alti di vitamina D e selenio. In sostanza, se intendete scolare la scatoletta di tonno, è meglio scegliere quello conservato in acqua.

Fai attenzione al mercurio e all’istamina

Tutto il tonno è buono purché consumato con moderazione e con cura. Questo perché è un pesce che può contenere mercurio, ma anche perché se conservato male può crearci dipendenza istamina a livelli troppo alti. Per quanto riguarda i livelli di mercurio, non ci sono differenze significative tra il tonno sott’olio e il tonno in acqua. Il fattore più importante sembra essere il tipo, con il tonno bianco che mostra quantità significativamente più elevate di mercurio totale rispetto, ad esempio, al tonno striato.

Per quanto riguarda l’istamina, può causare intossicazioni alimentari e quella che avviene attraverso il consumo di pesce è una delle più diffuse in Italia e in Europa. Per evitare questo rischio, una volta aperta la scatola è necessario consumare il pesce il prima possibile o comunque fate attenzione a conservarlo a temperatura controllata (in frigorifero). Paradossalmente uno degli alimenti più a rischio per questa intossicazione è quello classico panino con tonno e pomodoro che si prepara la mattina da portare in spiaggia nella bella stagione e si consuma qualche ora dopo quando ha raggiunto una temperatura troppo elevata. Il rischio è che i livelli di istamina raggiungano una soglia pericolosa, soprattutto per chi soffre di allergie.

 
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