Direttiva Green Home, che impatto avrà sulle nostre case – .

Direttiva Green Home, che impatto avrà sulle nostre case – .
Direttiva Green Home, che impatto avrà sulle nostre case – .

La Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD), meglio conosciuta come Direttiva sulle case verdi, ha ricevuto il via libera dal Parlamento europeo lo scorso marzo. L’obiettivo di questo nuovo regolamento è ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e il consumo di energia entro il 2030. E raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Siamo di fronte ad una sfida davvero importante per tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione Europea e per l’Italia in particolare. In effetti, sarà necessario ammodernare il patrimonio edilizio. Ma se da un lato il progetto ha unaimportante valore ambientale ed ecologicodall’altro lo sono i costi sono innumerevoli che i singoli Paesi dovranno affrontare, nei prossimi anni, per adeguarsi alla Direttiva Green Homes.

Ma entriamo nel dettaglio e scopriamo quale impatto avranno in Italia le innovazioni introdotte dall’Unione Europea.

Direttiva Green Homes: cosa prevede la normativa

Attraverso la Direttiva Green Homes, l’Europa impone una vera e propria svolta sulle emissioni degli edifici pubblici e privati. Ma nello specifico come cambieranno le nostre case? Che impatti avrà la normativa sugli immobili italiani?

IL nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2030. Lo Stato, per proprietà pubblicheavrà meno tempo: la scadenza, infatti, è stata fissata a 2028.

Per il momento è stata abbandonata l’idea delle classi energetiche armonizzate. In ogni caso, il 16% degli edifici pubblici con le peggiori condizioni energetiche – è stato preso come riferimento il 2020 – dovranno essere ristrutturati entro il 2030. La percentuale sale al 26% entro il 2033.

Per quanto riguarda le abitazioni private, a obiettivo di riduzione dei consumi energetici del 16% al 2030 e del 20-22% al 2035. Riuscire a raggiungere questi obiettivi comporta interventi molto importanti, quali:

  • il cappotto termico;
  • la sostituzione degli infissi;
  • nuove caldaie a condensazione;
  • pannelli solari.

Concentrandosi proprio su pannelli solariILobbligo di installarli nei nuovi edifici. L’obbligo verrà introdotto progressivamente nel periodo compreso tra il 2026 e il 2030. Per l’edilizia residenziale, invece, dovranno essere attuate strategie, politiche e misure che portino progressivamente alla loro adozione entro il 2030.

Dal 2040bisognerà però dirlo addio alle caldaie a combustibili fossili. Dal 2025 verranno aboliti tutti i sussidi per le caldaie autonome a combustibili fossili. Verranno invece introdotti incentivi per incoraggiare i sistemi di raffreddamento e riscaldamento alimentati da energie rinnovabili.

Il piano nazionale italiano

L’Italia, come tutti gli altri membri dell’Unione Europea, dovrà presentare un piano per soddisfare le richieste avanzate dalla Direttiva Green Homes. Secondo quanto anticipa il Corriere della Sera, i lavori per ridurre i consumi e rendere più efficienti i vecchi edifici dovrebbero essere simili a quelli del Superbonus.

Secondo quanto anticipato dal quotidiano milanese, il piano potrebbe prevedere la sostituzione di serramenti con modelli più efficienti dal punto di vista energetico. In molti casi potrebbe essere necessario realizzare un cappotto termico e dire ufficialmente addio alle vecchie caldaie.

Secondo secondo una stima della Fillea-Cgil gli interventi di ristrutturazione potrebbero interessare almeno il 15% degli edificiche attualmente rientrano nelle classi F e G entro il 2030. E il 25% di quelli che rientrano nelle classi energetiche più basse entro il 2033.

Direttiva Green Home: quanto costa

Quanto spenderà il sistema Paese per adeguarsi alla Direttiva Green Home? Nel complesso il conto potrebbe essere aggirato circa 270 miliardi di euro. A stimarlo è il Centro Studi Unimpresa che calcola che in Italia, a fronte di quasi 12,5 milioni di unità immobiliari, almeno il 61% di queste – cioè 7,6 milioni – sono classificate nelle classi energetiche F e G, cioè le peggiori. E che dovrà quindi essere riqualificato facendo investimenti particolarmente importanti a scapito delle famiglie.

In media, secondo le stime del Centro Studi Unimpresa, il costo per adeguare gli immobili ai parametri della Direttiva Green Home varia tra i 20.000 e i 55.000 euro. Il patrimonio immobiliare italiano, almeno per la maggior parte, è stato realizzato prima della Seconda Guerra Mondiale. Entrando nel dettaglio si tratta di 12.498.596 unità (sempre secondo le stime di Unimpresa). Di questi:

  • Alla migliore classe energetica A4 appartengono 137.814 immobili (1,1%);
  • Appartengono alla classe A3 138.103 immobili (1,1%);
  • nella classe A2 sono presenti 176.377 immobili (1,4%);
  • nella classe A1 sono presenti 225.671 immobili (1,8%).

Continuiamo a vedere quelli presenti nelle altre classi:

  • 287.994 (2,3%) immobili sono di classe B;
  • 522.901 (4,2%) immobili sono di classe C;
  • 1.269.155 (10,2%) immobili sono in classe D;
  • 2.118.057 (16,9%) immobili sono in classe E;
  • 3.157.942 (25,3%) gli immobili sono in classe F;
  • 4.464.582 (35,7%) immobili sono in classe G.
 
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