«Ora il risarcimento dei danni» – .

«Ora il risarcimento dei danni» – .
«Ora il risarcimento dei danni» – .

SENIGALLIA Comune e Regione sono stati allertati dagli sfollati di Molino Marazzana, che chiedono un risarcimento per i danni subiti ma, soprattutto, vogliono sapere cosa ne sarà delle loro case. Inoltre continuano a pagare le tasse per le proprietà che non possono utilizzare perché un ordine di sfratto, ancora in vigore, lo vieta. «Il 6 maggio abbiamo inviato una diffida al Comune di Senigallia e alla Regione Marche in nome e per conto dei proprietari e dei residenti della zona Molino Marazzana – spiegano le avvocate Paola Grilli e Simona Antonietti, avvocati degli alluvionati – relativo all’evento alluvionale del 15 settembre 2022 e all’alluvione, circa 2,50 metri di fango, che ha colpito questa località, a seguito della quale i nostri clienti sono stati costretti ad abbandonare immediatamente le proprie abitazioni, portando con sé solo alcuni beni di prima necessità”.

La mossa

Alcuni si rifugiarono subito in alberghi e poi, col passare del tempo, in case affittate con contratti temporanei, che spesso apparivano inadeguate alle loro esigenze e, comunque, di breve durata. «Oltre all’evidente danno patrimoniale – proseguono -, di enorme rilevanza è anche il danno esistenziale che ciascuno dei proprietari e dei residenti ha subito, poiché l’evento ha tristemente travolto la vita delle persone coinvolte che hanno visto radicalmente cambiate le proprie abitudini. , la mera quotidianità, la qualità della vita e il benessere psicologico”. Ad oggi sono trascorsi quasi due anni, nulla è cambiato e sia i proprietari che i residenti della zona Molino Marazzana vivono nella totale incertezza sul loro futuro.

Le incertezze

Non sono ancora stati informati sulla destinazione dell’area e non possono procedere con la ristrutturazione delle loro case perché è ancora in vigore l’ordinanza di sfratto. Inoltre, non sanno se nella zona verranno realizzati interventi per mettere in sicurezza il fiume o se saranno oggetto di misure di esproprio o di ricollocazione. «I nostri clienti – continuano gli avvocati -, già messi a dura prova anche economicamente dall’alluvione del 2014, per la quale hanno ricevuto risarcimenti irrisori, si ritrovano con un immobile che attualmente ha un valore commerciale pari a zero, vittime dell’immobilismo e della totale mancanza di riscontro da parte dell’amministrazione comunale e regionale, senza poter decidere una sistemazione abitativa definitiva”. Tutto tace e loro sono stanchi di aspettare senza prospettive. «Sono cittadini colpevolmente abbandonati a se stessi – concludono -, privati ​​della dignità di individui e di persone ma che, ad oggi, pagano le tasse su quegli immobili dove pesa ancora il provvedimento di sfratto. Chiediamo il risarcimento dei danni e soprattutto risposte”.

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Corriere Adriatico

 
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