Ravello, un anno fa l’autobus finì sul terrapieno e morì l’autista 28enne Nicola Fusco. Finora non sono state adottate misure di sicurezza su quella strada

Ravello, un anno fa l’autobus finì sul terrapieno e morì l’autista 28enne Nicola Fusco. Finora non sono state adottate misure di sicurezza su quella strada
Ravello, un anno fa l’autobus finì sul terrapieno e morì l’autista 28enne Nicola Fusco. Finora non sono state adottate misure di sicurezza su quella strada

Un anno fa, l’8 maggio 2023, la tragedia sulla strada provinciale 75 tra Ravello e Scala, in via Valle del Dragone, quando un autobus turistico di un’azienda privata locale, quando si affronta una curva, per prima cosa è uscito fuori strada e poi si è schiantato contro il muro cadendo nel vuoto. È morto il giovane conducente, Nicola Fusco, 28 anni. Quel giorno pioveva a dirotto e Nicola ha cercato disperatamente di bloccare l’avanzata del suo veicolouna Mercedes-Benz 404 da 41 posti immatricolata nel 1999, con un ultimo tentativo di saltare dall’autobus prima di sfondare il muretto alto appena 60 centimetri. A un anno di distanza, oltre al dolore della famiglia e di chi conosceva Nicola, restano tanti interrogativi sulla dinamica ma soprattutto resta identico lo stesso scenario dell’incidente di un anno fa.

Tra 12 mesi, dopo rilascio parziale della stradail comune di Ravello ha potuto ottenere solo dalla Provincia, ente competente sulla SP75, che fossero arretrati posizionate le due barriere un anno fa all’altezza del muro distrutto, per consentire almeno il transito dei minibus. Tra 12 mesi, il muro non è stato rifatto né l’asfalto rifatto. «Ci ​​sono stati molti ritardi – dice il sindaco di Ravello, Paolo Vuillemier – siamo riusciti a spostare i film. È stato costruito per la sicurezza e l’ampliamento della strada. L’iter per l’approvazione del progetto dovrebbe iniziare la prossima settimana”.

Per quella tragedia, rimasta nel cuore e negli occhi dei soccorritori, Sono state indagate 18 persone. 15 sono dirigenti o funzionari della Provincia di Salerno compresi alcuni in pensione o deceduti. Sotto inchiesta anche due familiari della vittima il padre e la sorella, in qualità di gestori dell’azienda di trasporto turistico, unitamente all’azienda stessa. Per i rappresentanti della Provincia i reati ipotizzati sono associazione a delinquere, concorso in omicidio colposo e omicidio colposo. Per il padre e la sorella della vittima l’ipotesi è quella di una presunta violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro.

 
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