la fuga arriva a Lucca, vince il francese Thomas – .

Dare per ovvio una tappa del Giro d’Italia è sempre una pessima idea. In un borgo che sembrava fatto apposta per il bis Jonathan Milano, il secondo fuggitivo di giornata guadagna terreno e riesce ad arrivare a Lucca prima di essere ripreso dal gruppo. Il Bellunese Pietrobon va per primo ma è la potenza del campione francese su pista Beniamino Tommaso gli permette di vincere la tappa. Delusione, quindi, per i velocisti, con le squadre che hanno perso troppo tempo tattiche invece di mettersi al passo con il quartetto principale. Domani la carovana del Giro attraverserà la Toscana: spazio ai ciclisti di lunga distanza e al fascino della strade bianche.

Ancora in fuga ma il gruppo c’è

Come accade sempre più spesso, non appena il direttore di gara sventola la bandiera, inizia immediatamente una fuga: Bais segue dietro Wood, seguito da un altro gruppetto di ciclisti ma nel giro di pochi chilometri il gruppo si consolida trio di testa composto dall’azzurro Askey e dal giovane francese di Arkéa Costiou. Il 21enne viene richiamato in gruppo dalla sua squadra e ai fuggitivi si uniscono Tarozzi e Geschke, anche se il gruppo li tiene a bada distanza di sicurezza: al passaggio verso Portofino la fuga è di poco più di un minuto di vantaggio.

Il quartetto principale ci prova stringere i denti A 15 chilometri dalla prima salita di giornata, il Passo del Bracco, non particolarmente ripido ma lungo più di 15 chilometri. Appena la strada comincia a salire, gli alpinisti dell’Alpecin si portano in testa e tentano di spezzare il gruppo, imponendosi a ritmo mortale. A pagarne le conseguenze Ewan, Merlier e Gaviria, mentre Calmejane si porta avanti per provare a portare a casa qualche punto per la classifica degli scalatori. I fuggitivi riescono ad arrivare con 15” di vantaggio sul Gpm, dove arriva Bais bruciato di Geschke. Dato il piccolo margine, lo sarà difficile resistere in testa durante la lunga discesa.

Nuova fuga, Pietrobon c’è

Il quartetto di testa viene ripreso sulla discesa del Bracco, ma sull’Alpecin Non si è fermatoA. La squadra belga continua a provare a dividere ulteriormente il gruppo: un’azione certamente insolita non sarà popolare tra le altre squadre. A cento chilometri dal traguardo, Alpecin torna sui pedali per risparmiare energie nell’avvicinamento al traguardo volante di Ceparana. Il rallentamento dell’anteriore è una pausa finché, a una decina di chilometri da Ceparana, Alpecin e Visma cominciano a preparare il mini-sprint per Kooij e Groves. Il Milan, che ieri non lottava per i punti, si fa vedere quanto basta per lottare con i due rivali: vince l’australiano ma alle spalle manca l’attenzione è costoso a Christophe Laporte. Il francese prende un tombino e vola a terra, impiegando qualche minuto prima di risalire in sella.

Giusto il tempo per sistemarsi ed ecco la prima parte nuova fuga: due italiani, Paleni e Pietrobon, riescono a inseguire Thomas e Valgren, guadagnando circa 1’30” nell’avvicinamento al traguardo dell’Intergiro di Luni. Raggiunge il traguardo senza problemi Pietrobon mentre nel gruppo Alpecin è il più veloce a mettere in moto il treno per Groves: Milano non è abbastanza reattivo e deve accontentarsi di un solo punto. Il ciclista friulano però ci riesce resta concentrato della classifica a punti, con 39 punti di vantaggio su Merlier e 41 su Groves.

Il gruppo se ne va troppo tardi

A 40 chilometri dal traguardo il gruppo comincia a alzare il ritmo ridurre il vantaggio dei nuovi fuggitivi: il compito chiaro è raggiungerli prima dell’ultima salita della giornata, dove potrebbero arrivare attacchi importanti. La salita di Montemagno3 chilometri con pendenza del 4,3%, non è particolarmente faticoso ma, viste le continue salite imposte dall’Alpecin, molti velocisti potrebbero avere problemi per tenere il passo. Il ritmo del gruppo provoca un’altra caduta, con il canadese Pickrell che si fa male al naso e perde molto sangue: per fortuna tutti riescono a riprendere la gara. A 30 chilometri dal traguardo i top team si muovono, inseguendo i secondi bonus in palio a Camaiore. L’avvicinamento a Montemagno è complicato da aun’altra cadutaper di più in rettilineo, coinvolgendo diversi ciclisti, da Woods a Foss all’ungherese Valter.

I quattro principali collaborano beneriuscendo a tenere a distanza il gruppo sul Montemagno, con il danese Valgren che porta a casa i punti per la classifica scalatori, iniziando i 20 chilometri di discesa che porteranno al traguardo di Lucca con 52 secondi di vantaggio. La prima squadra a muoversi per riprendere la fuga è la Lidl-Trek, con il colosso Daan Houle che tira forte per mettere Jonathan Milano in una posizione ideale per lo sprint. A 13 chilometri dalla fine, però, il gruppo ha ancora 51 secondi per recuperare: premesso questo potere eccessivo dimostrato dal Milan in volata, nessuno vuole dare il cambio ai suoi. Una volta trovato l’accordo, il gruppo accelera ma troppo tardi per raggiungere i fuggitivi.

A dare una mano ai fuggitivi è il vento, che soffia alle loro spalle, permettendo loro di resistere alla rimonta del gruppo: il fatto di avere una Grande pistard come il francese Benjamin Thomas aiuta molto. All’ingresso del pavè di Lucca la fuga ha circa 30 secondi di vantaggio, mentre nel gruppo Ineos si porta davanti per dare lo sprint a Geraint Thomas. All’ultimo chilometro i quattro sono a 22 secondi di distanza e il primo a partire è lui Pietrobon e sembra quasi che possa farcela. Alla fine, però, il energia del campione di pista gli permette di prevalere sugli azzurri e su Valgren. Ad arrivare a braccia alzate al traguardo è il cinque volte campione del mondo francese.

La classifica

Risultati forniti da FirstCycling.com

La tappa di domani

Si svolgerà la sesta tappa del Giro d’Italia cuore della Toscanacon un paio di tratti resi famosi dal sempre più popolare Strade Bianche. La prima parte della tappa è pianeggiante, fino a raggiungere il primo dei GPM, quello di Volterra, mentre il tratti di strada sterrata arriveranno 50 km dopo. Il tratto della Vidritta è un paio di chilometri più lungo di quello visto ad inizio stagione, seguito dopo poche centinaia di metri da quello di Bagnaia, con rampe fino al 15% dipendenza.

L’ultimo tratto sterrato della Pievina è il più breve, solo 2,4 chilometri ma il finale non è calmo. La tappa, con un dislivello totale di 1.900 metri, si concluderà con la salita delle Serre di Rapolano, che non è un Gpm ma è decisamente dura. Raggiunge la cima della collina a soli 4,2 chilometri dal traguardo ma per arrivarci i ciclisti dovranno superare delle rampe Pendenza 20%..

Uno sforzo del genere dopo una fase di 180 chilometri potrebbe provocare diversi stravolgimenti nella classifica di tappa.

 
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