Tra novità e conferme, prende forma la nuova governance dei consorzi vitivinicoli piemontesi – .

Tra novità e conferme, prende forma la nuova governance dei consorzi vitivinicoli piemontesi – .
Tra novità e conferme, prende forma la nuova governance dei consorzi vitivinicoli piemontesi – .

Tra novità e conferme, il Piemonte, una delle regioni più importanti d’Italia e del mondo per blasone e storia dei suoi vini, per i valori degli ettari vitati, soprattutto nelle Langhe del Barolo, e per la peso sull’export vinicolo made in Italy (1,2 miliardi di euro su 7,7 totali, secondo solo al Veneto con 2,4, e davanti alla Toscana, terza con 1,1 miliardi, nel 2023, secondo dati Istat), ha rinnovato i vertici istituzionali della sua più denominazioni importanti, ovvero i Consorzi che le tutelano e le governano.
Di queste ore è la notizia quella Sergio Germano, alla guida di una delle cantine più celebri della denominazione, Ettore Germano (tra i primi a investire anche in Alta Langa, come hanno fatto di recente tanti altri viticoltori di Barolo), è il nuovo presidente della Barolo Barbaresco Alba Langhe e il Consorzio Dogliani, succedendo a Matteo Ascheri, che lo ha guidato per due mandati consecutivi. Un Consorzio importante, che tutela 9 denominazioni (Barolo, Barbaresco, Dogliani, Dolcetto di Diano d’Alba, Barbera d’Alba, Langhe, Dolcetto d’Alba, Nebbiolo d’Alba, Verduno Pelaverga). E che riunisce 577 aziende vitivinicole, con 10.000 ettari vitati (di cui 2.258 ettari a Barolo, con valori che superano i 2 milioni di euro per ettaro, 859 a Barbaresco, 766 a Dogliani, 204 a Diano d’Alba, 1.734 a Barbera d ‘Alba e 1.174 Nebbiolo d’Alba, e 934 Dolcetto d’Alba, e 2.620 Langhe Doc), per una produzione media di circa 66 milioni di bottiglie all’anno.
Ha cambiato presidenza anche un altro importante e storico Consorzio del Piemonte, quello dell’Asti Docg, che vede Stefano Ricagno salire ai vertici, prendendo il testimone da Lorenzo Barbero. Ricagno, già Brand Ambassador delle aziende piemontesi Cuvage e Ricossa del gruppo Argea, è anche vicepresidente dei Vignaioli Piemontesi e di Piemonte Terra del Vino, l’ente che rappresenta tutti i 14 consorzi vitivinicoli piemontesi ufficialmente riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole. Ed è stato nominato anche il Comitato di Gestione della Canelli Docg, nata formalmente come Docg all’interno dello stesso Consorzio dell’Asti, nel giugno 2023, e composto da Giacomo Scagliola, presidente, Ernesto Abbona, Gianmario Cerutti, Giorgio Forno e Ignazio Giovine. Un Consorzio, quello dell’Asti Docg, che copre un’area di 51 Comuni nelle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, per un’estensione di 10.000 ettari ricadenti nei “Paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato” a Patrimonio dell’Umanità, il primo in Italia, riconosciuto dall’UNESCO nel 2014.
È una conferma, però, arrivata nei giorni scorsi, quella di Maurizio Montobbio alla guida del Consorzio Gavi, uno dei vini bianchi più importanti del Piemonte e d’Italia, guida di una denominazione che si estende per oltre 1.600 ettari suddivisi in 11 Comuni – Bosio, Capriata d’Orba, Carrosio, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e Tassarolo – con il Consorzio che ha 180 soci, per una produzione di 14 milioni di bottiglie, espressa da una filiera locale che impiega oltre 5.000 persone, per un valore di oltre 67 milioni di euro.
Rinnovi e conferme che arrivano a solo un anno dal cambio al vertice del Consorzio Vini Barbera d’Asti e Monferrato, a fine maggio 2023, con Vitaliano Maccario, che ha preso il posto, come presidente, di Filippo Mobrici (rimasto vice, ndr), alla guida di un Consorzio che tutela 13 denominazioni (Albugnano, Barbera d’Asti, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato, Nizza, Piemonte, Ruchè di Castagnole Monferrato e Terre Alfieri), che si estendono per oltre 10.000 ettari vitati, per una produzione che supera, mediamente, 65 milioni di bottiglie all’anno.


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