“Stavamo cercando un lavoro estivo.” Gli autori della rapina in banca con ostaggi rischiano fino a 20 anni di carcere – .

“Stavamo cercando un lavoro estivo.” Gli autori della rapina in banca con ostaggi rischiano fino a 20 anni di carcere – .
“Stavamo cercando un lavoro estivo.” Gli autori della rapina in banca con ostaggi rischiano fino a 20 anni di carcere – .

Interrogatorio di garanzia, davanti al gip Raffaele De Florio, per i tre malviventi che martedì mattina hanno tentato di rapinare la filiale della banca di San Geminiano e San Prospero, tenendo in ostaggio 5 dipendenti e 3 clienti, tra cui l’addetto stampa della Prefettura, come spiega RiminiToday . Ai rapinatori, oltre all’accusa di rapina pluriaggravata, è imputata anche quella di sequestro di persona che prevede una pena massima di 20 anni di reclusione. Il gruppo, composto da un 63enne e un 28enne napoletano (assistito dall’avvocato Andrea Guidi) e un 66enne torinese (assistito dall’avvocato Enrico Graziosi) ha spiegato al magistrato che la mattina stessa lasciarono Torino per recarsi a Pescara “in cerca di lavoro per la stagione estiva”. Giunti a Rimini, città che visitavano per la prima volta, si sono ritrovati davanti all’istituto di credito e “senza aver pianificato nulla” hanno deciso di rapinare la filiale.

Un colpo di stato, quindi, che sarebbe stato inscenato in pochi minuti del tutto ignari di trovarsi nel cuore del centro storico e a pochi passi dalla questura e dalla questura. “Abbiamo fatto una stupidaggine”, hanno candidamente ammesso davanti al giudice, ribadendo però che non hanno mai avuto intenzione di fare del male ai dipendenti e ai clienti tenuti in ostaggio. Al termine dell’udienza i legali degli indagati hanno chiesto gli arresti domiciliari per i loro assistiti in quanto i due più anziani hanno problemi di salute mentre il più giovane risulta avere precedenti penali puliti presso il gip che si è riservato la decisione.


L’arrivo della polizia

Gli addetti sono riusciti a far scattare l’allarme che nel giro di pochi minuti ha fatto uscire tutte le pattuglie disponibili dei militari dell’Esercito che hanno circondato l’edificio. I malviventi, guardando le telecamere dell’istituto di credito, si sono accorti di essere ormai in trappola e, avendo visto “bruciate” tutte le vie di fuga, non hanno avuto altra scelta che arrendersi e consegnarsi alle forze dell’ordine.

 
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