Si è conclusa ieri l’inchiesta sulla morte della studentessa 22enne, uccisa dall’ex fidanzato lo scorso novembre. Per lui le accuse contestate sono di omicidio volontario aggravato anche da premeditazione e crudeltà, possesso del coltello, sequestro di persona e occultamento di cadavere, ma anche stalking.
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È una storia dell’orrore quella che la Procura di Venezia ha notificato ieri a Filippo Turetta per il femminicidio di Giulia Cecchettin. Settantacinque coltellate. Decine e decine le ferite che hanno colpito la vittima anche al volto e che testimoniano il tentativo della ragazza di difendersi con le mani. Turetta è accusato di crudeltà “manifestamente eccedente il intento omicida”, nonché di premeditazione resa evidente dal controllo maniacale che l’assassino ha esercitato sulla vittima: aveva installato un’app spia sul cellulare di Giulia e aveva pianificato il delitto e la fuga” almeno dal 7 novembre”, cioè 4 giorni prima dell’assassinio.
Il processo
Si sono concluse ieri le indagini contro Filippo Turetta. Le accuse contestate dalla Procura di Venezia sono di omicidio volontario aggravato anche da premeditazione e crudeltà, possesso del coltello, sequestro di persona e occultamento di cadavere, ma anche stalking. Si passa poi al processo per il quale Turetta, a causa del cambiamento dell’imputazione da omicidio volontario a premeditato, non potrà richiedere il processo abbreviato. Lo ha spiegato il procuratore di Venezia Bruno Cherchi. Per la fissazione dell’udienza preliminare, ha aggiunto il pubblico ministero, “ci sarà il tempo tecnico necessario alla difesa per verificare, vedere, consultare il fascicolo processuale, che è rilevante. Ci sono tutte le consulenze da valutare, anche se fatte fin dall’inizio con il coinvolgimento della difesa. Una volta fatto questo – ha detto – penso che il tempo sarà breve”.
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Femminicidio programmato
Filippo Turetta “aveva pianificato nei minimi dettagli l’omicidio di Giulia Cecchettin, compreso l’occultamento del cadavere, e la sua fuga”. È quanto emerso, come spiegato dalla Procura di Venezia, dalle indagini dei Carabinieri, dall’autopsia, e in particolare dalla relazione del Ris. L’accusa imputa al 22enne anche il reato di stalking. La pianificazione, quindi la premeditazione, sarebbe evidenziata, secondo Cherchi, dagli acquisti documentati effettuati dal giovane prima del fatto criminoso, tra cui mappe stradali, lo studio dei percorsi pianificati attraverso internet, e tra questi anche il luogo di abbandono del corpo della ragazza nei pressi del lago di Barcis, in Friuli. Per fuggire Turetta acquistò anche materiale per la propria sopravvivenza.
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Crudeltà aggravante
Filippo Turetta avrebbe aggredito il corpo già morente di Giulia Cecchettin. La ragazza è stata accoltellata anche all’interno dell’auto dell’ex fidanzato, dopo essere stata già colpita da un colpo mortale. È questa la ricostruzione della dinamica della morte di Giulia che emerge dalle analisi medico-legali e scientifiche. Una telecamera di sorveglianza, come già emerso nei mesi scorsi, aveva ripreso le fasi finali del secondo attentato, quello di Fossò.
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