«Si riaccende la lotta tra le due fazioni, sempre più ambigua e senza scrupoli» – .

«Si riaccende la lotta tra le due fazioni, sempre più ambigua e senza scrupoli» – .
«Si riaccende la lotta tra le due fazioni, sempre più ambigua e senza scrupoli» – .

L’arsenale di “La casa del drago 2” (dal 17 giugno su Sky Atlantic e su Sky) si arricchisce di 5 draghi e vari umani. Il prequel di “Il Trono di Spade”, ambientato 200 anni prima degli eventi di John Snow e soci. promette la stessa quantità di eventi spettacolari e sanguinosi allo stesso tempo.

A Milano il 16 giugno, ad esempio, il Castello Sforzesco sarà adorato dai vessilli delle due fazioni. «Sarà più grande e più sorprendente», dice l’ex Doctor Who Matt Smith (Daemon), uno dei personaggi chiave di questa guerra in otto episodi per sedersi sul famoso Trono. Il Consiglio Verde e il Consiglio Nero lo contestano e non hanno scrupoli riguardo alla violenza e alla spietatezza. L’ambiguità continua a essere l’arma peggiore, come sottolinea Olivia Cooke (interprete di Alicent): «Tuttavia non considero il mio personaggio un super cattivo. Magari ad un certo punto lo diventa e impara l’arte della manipolazione. L’abbiamo lasciata innocente nella prima stagione per trovarla consapevole del suo potere”.

Il libro omonimo da cui è tratta la serie, scritto da George RR Martin, si concentra sulla dinastia Targaryen e racconta la loro guerra interna per la vittoria, chiamata Dance of Dragons. Un nome un po’ ironico, se si pensa a quanti personaggi ficcherebbero il coltello nelle fila dei propri avversari. Prendiamo ad esempio Rhaenyra, la principessa gender fluid del mondo di George RR Martin, interpretata da Emma Darcy: «Sono una persona timida e non mi aspettavo tutta la grandiosità. Certo, ho visto gli episodi della casa madre, ma qui lo stesso personaggio è diviso per età e interpretato da più attori. Sono sempre stato attratto da un personaggio che non conosce se stesso e intraprende un viaggio verso la libertà”.

Il creatore Ryan J. Condal riassume tutti i punti di vista del gigantesco cast «che dà le proporzioni della serie. Dopo questo lavoro potrei anche andare in pensione. Ho iniziato con Carlton Cuse (“Lost”) e ho avuto la fortuna di essere coinvolto in storie televisive che hanno un orizzonte gigantesco, ma alle quali lo scrittore non partecipa tanto. Nel frattempo sta scrivendo come un forsennato altre storie di questo universo”. Questa è una di quelle saghe televisive in cui se si osa fare uno spoiler o rivelare un dettaglio si può scatenare una rivolta sui social, ecco perché durante l’incontro con la stampa internazionale tutti sono molto attenti a dosare le proprie parole. Olivia dice semplicemente: «Quando mi chiedono degli episodi cerco di girare intorno, ma a un certo punto eravamo verdi sanguinanti. Insomma, capiamo che non potevamo restare seri”. La chimica del cast è evidente. Il tempismo non è solo una questione di bordo di un drago. Anzi.

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