Oggi, mercoledì 16 maggio, è l’anniversario della terribile alluvione che colpì l’Emilia-Romagna lo scorso anno, provocando 17 morti, centinaia di migliaia di sfollati e miliardi di famiglie ed eventi imprevisti. Riviviamo quel giorno drammatico. Martedì 16 maggio 2023, ore 15.30: esonda il fiume Savio a Cesena. Questo è il momento in cui diventa chiaro a tutti che le piogge che da diversi giorni cadono sulla Romagna non sono più un semplice, seppur violentissimo, temporale. Sono qualcosa di più. Sono un’alluvione. 4,5 miliardi di metri cubi d’acqua su una porzione di territorio di 16mila chilometri quadrati. La terra non può più sopportare un simile impatto. Il Savio a Cesena supera gli argini su entrambi i lati mentre a Forlì cresce la preoccupazione per il fiume Montone. I fiumi in piena dalle colline precipitano con forza verso la pianura e, poco dopo, suona l’allarme in provincia di Ravenna. Migliaia di persone si stanno preparando a evacuare le proprie case. L’acqua arriva da tutte le parti. Le mareggiate invadono la costa mentre sulle colline la terra comincia a cedere. Intanto i fiumi in pianura continuano a straripare. L’allarme generale scatta a Faenza, già duramente colpita dall’esondazione del Lamone qualche giorno prima, mentre alle 20.30 il Montone esonda a Forlì, travolgendo il quartiere Romiti. Quando arriva la notte la situazione è ancora nel caos più totale. Solo dal giorno successivo, con il progressivo calo delle precipitazioni, inizieremo pian piano a provare a rimettere in piedi ciò che resta anche se la strada da fare è ancora lunga. Tuttavia, dopo la grande paura che ha chiuso tutti in casa, qualcuno è già uscito allo scoperto. Stivali ai piedi e pala in mano, aiutano chi ha bisogno, liberano le strade per facilitare l’arrivo dei soccorsi, salvano la gente dalla furia dell’acqua. Sconfiggere la paura cantando a squarciagola.
