“Il monopolio aumenta. La legge antipirateria avrebbe dovuto ridurre i prezzi, non aumentarli”. – .

“Il monopolio aumenta. La legge antipirateria avrebbe dovuto ridurre i prezzi, non aumentarli”. – .
“Il monopolio aumenta. La legge antipirateria avrebbe dovuto ridurre i prezzi, non aumentarli”. – .

La politica scende in campo contro i prezzi alti del campionato di calcio. A fare il primo passo è il senatore del Pd Lorenzo Basso, che insieme ad alcuni colleghi ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere se non sia il caso di rivedere la questione dei diritti tvo addirittura rifare un’asta perché quella che sta emergendo è una situazione di monopolio che non fa bene al mercato né ai consumatori.

Il tutto in uno scenario, quello della legge antipirateria, che avrebbe dovuto abbassare i prezzi e invece sta portando all’esatto contrario. Quando lo scorso anno, a luglio, era stata approvata una legge che tuttavia aveva fatto discutere, non tanto per i suoi contenuti quanto per le sue modalità (Piracy Shield), qualcuno l’aveva votata perché era convinto che ci sarebbero stati effetti positivi, anche se non a breve termine, per i cittadini. Invece sembra di sìè servito solo a favorire il monopolio di DAZN.

Come riportato da numerose agenzie di stampa, nella serata del 15 maggio 2024 gli utenti sono stati informati, tramite un post pubblicato sul sito ufficiale, dell’aumento del canone mensile per l’abbonamento alla piattaforma di streaming digitale DAZN; il listino prezzi dello streaming service provider britannico, co-proprietario esclusivo dei diritti audiovisivi del campionato di Serie A fino al 2029, subisce un ulteriore aggiustamento al rialzo dopo quello annunciato lo scorso gennaio” si legge nella domanda.

Secondo i nuovi piani, l’abbonamento annuale “Plus”, cioè quello che permette di utilizzare l’intera programmazione su due dispositivi connessi a reti internet diverse, passerà da 539 a 599 euro, mentre lo scorso anno ne costava 499. Resta invariato, invece, il prezzo dell’abbonamento annuale “Standard”, che permette di vedere tutta la programmazione su due dispositivi collegati alla stessa linea. Costerà ancora 359 euro, ma salirà a 399 per chi si abbona tramite terze parti come “Apple Store” o “Google Play”, cioè non direttamente su “Dazn.com”; anche se all’aumento del listino si accompagna un ampliamento dell’offerta (con il lancio di 10 nuovi canali con contenuti che vanno dal padel, al combattimento, ai motori e alle freccette)” continua il testo, che conosciamo bene essendo stato il primo a dare la triste notizia dell’aumento la scorsa settimana durante la finale di Coppa Italia.

C’è una frecciata a DAZN anche dal punto di vista tecnico: l’aumento dei prezzi infatti”non compensa i mancati miglioramenti nella qualità del servizio di streaming delle partite di calcio, che rimane insufficiente. I consumatori pagano di più, ma i problemi tecnici e le interruzioni persistono” si legge nella nota diffusa che continua a peggiorare la situazione. “DAZN è colpevole di aver adottato un atteggiamento speculativo nei confronti dei consumatori italiani, proponendo aumenti in assenza di un corrispondente miglioramento della qualità dei servizi offerti”. Da qui la richiesta “riconsiderare queste scelte e puntare sul miglioramento della qualità del servizio offerto, piuttosto che sull’aumento dei prezzi”.

Lorenzo Basso e colleghi spiegano poi che la legge del 14 luglio 2023, quella cosiddetta anti-pezzotto, “ha introdotto disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti protetti dal diritto d’autore attraverso le reti di comunicazione elettronica” è questo “L’AGCOM ha approvato il nuovo regolamento di funzionamento complementare alla legge, completando gli strumenti di contrasto alla diffusione e all’utilizzo illecito di contenuti protetti relativi alla trasmissione delle partite di calcio in televisione“, Tuttavia l’unica ad aver goduto di un vantaggio sarebbe DAZN. “La stessa piattaforma DAZN ha tratto notevole beneficio da tali disposizioni, operando di fatto in una situazione prossima al monopolio, garantendo alla società un notevole incremento di nuovi abbonati ed il significativo recupero di nuove risorse finanziarie.”.

Trattandosi di un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro che presiede il Mimit (ministro dell’Impresa e del Made in Italy), quindi ad Adolfo Urso si chiede al ministro quali siano le sue opinioni e se il ministro non ritiene che la condotta di DAZN sia lesiva dei diritti dei consumatoriproprio perché”l’aumento dei prezzi degli abbonamenti comunicato non sembra essere collegato ad un effettivo miglioramento del servizio offerto agli utenti”.

Poi la stoccata: “Si chiede al Ministro se non ritenga necessario e urgente attivarsi per favorire il ripristino delle condizioni di concorrenza nel settore dei diritti televisivi legati alla trasmissione delle partite di calcio di Serie A, e per consentire, in questo modo, ai cittadini di scegliere tra le varie offerte messe a disposizione sul mercato quella che meglio soddisfa le vostre esigenze.”

DAZN ha preso i diritti della Serie A fino al 2029, e nel 2021, quando ha preso la Serie A in esclusiva, costava 19,99 euro al mese in offerta, 29,99 euro dopo 14 mesi, oggi ne serve praticamente il doppio.

 
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