Candriam prevede una tendenza al rialzo della domanda di oro nel medio e lungo termine – .

Candriam prevede una tendenza al rialzo della domanda di oro nel medio e lungo termine – .
Candriam prevede una tendenza al rialzo della domanda di oro nel medio e lungo termine – .

Il prezzo dell’oro tende ad essere inversamente proporzionale alle variazioni dei tassi di interesse reali statunitensi: un rapporto che funziona sempre dal 2006. L’oro, infatti, è un vero asset che non genera rendimenti e non conviene agli investitori in quanto aumentano i tassi reali positivi. Inoltre, se il dollaro USA si rafforza, le materie prime (compreso l’oro) denominate nella valuta statunitense saranno più costose per gli investitori non americani (la maggior parte dei quali sono investitori in oro). Infine, il metallo giallo è spesso percepito come un bene rifugio acquistati soprattutto in fasi di stress dei mercati.

UNA SPINTA DALLA DOMANDA DELLE BANCHE CENTRALI

“Quest’anno, sebbene la volatilità delle azioni statunitensi sia tornata ai minimi (sulla base dell’indice VIX che misura l’aspettativa di volatilità del mercato azionario statunitense) e gli spread creditizi si siano ridotti in modo significativo, il prezzo dell’oro è aumentato di oltre il 17% da gennaio: in un periodo in cui i tassi di interesse reali aumentavano, il dollaro americano si rafforzava e gli asset rischiosi continuavano ad aumentare”, sottolinea Nadège DufosséResponsabile Globale Multi-Asset presso Candriamil che spiega poi l’eccezionale performance dell’oro: la domanda da parte delle banche centrali.

LA CINA HA AUMENTATO LE SUE RISERVE DI ORO

La domanda da parte delle banche è raddoppiata dal 2022, passando dall’11% nel 2021 al 23% nel 2023, continuando nel primo trimestre di quest’anno. La Cina, in particolare, pur essendo il maggior produttore di oro al mondo (con il 10% della produzione mineraria) è allo stesso tempo il più grande importatore mondiale (20% della domanda di oro). La PBOC, la banca centrale cinese, ha aumentato le sue riserve auree nel 2022-2023, mentre i consumatori cinesi sembrano aver incanalato parte dei loro risparmi nell’acquisto del metallo prezioso.

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PANDEMIA E GUERRA IN UCRAINA

“Se le riserve di tutte le banche centrali dei paesi emergenti raggiungessero un minimo del 10% in oro, la domanda globale di oro diminuirebbe crescerebbe di oltre il 75%Dufossé dice – Secondo un sondaggio condotto nel 2023, il 23% delle banche centrali intendeva aumentare le proprie riserve auree nei prossimi 12 mesi”. È dallo scoppio della pandemia e dall’inizio della guerra in Ucraina che si è rafforzata la necessità di diversificare le riserve delle banche centrali. “Probabilmente c’è la percezione di un maggiore rischio finanziariolegate da un lato all’ampliamento del deficit americano e dall’altro alle sanzioni degli Stati Uniti contro la Russia con il congelamento di 300 miliardi di dollari di riserve”, spiega il manager di Candriam.

CONTESTO MACRO PIÙ FAVOREVOLE

Guardando al futuro, si prevede che la produzione continuerà a restare nell’aria 3.000 tonnellate all’anno, il contesto macroeconomico dovrebbe essere leggermente più favorevole. “Con il rallentamento economico e i primi tagli dei tassi da parte della Fed, si prevede che i tassi di interesse reali siano stabili o addirittura in lieve calo, il che dovrebbe sostenere il prezzo dell’oro – spiega inoltre Nadège Dufossé – Se poi, nello scenario opposto, si verificasse un ritorno dell’inflazione, le ripercussioni sarebbero favorevoli all’oro che, come una vera risorsa, protegge dai prezzi al consumo eccessivi”.

RISCHI GEOPOLITICI E DEFICIT USA

Dal lato della domanda, i rischi geopolitici sono ancora presenti e il deficit statunitense che non sarà ridotto continuerà a sostenere gli acquisti da parte delle banche centrali, soprattutto nei paesi emergenti. “La visibilità delle dinamiche a breve termine rimane bassa, tuttavia nel medio e lungo termine, le tendenze al rialzo della domanda di oro appaiono chiaramente più positive”, sottolinea il Global Head of Multi-Asset di Candriam.

MIGLIORA IL PROFILO RISCHIO/RENDIMENTO

In un portafoglio multi-asset, le simulazioni Candriam rendono interessante la funzione di diversificazione dell’oro presenta una scarsa correlazione con la performance di azioni e obbligazioni. Senza trascurare il fatto che il metallo giallo reagisce positivamente alle tensioni del mercato: un’esposizione strutturale all’oro compresa tra il 3% e il 5% rispetto all’oro, insieme ad altri asset alternativi, tende a migliorare il profilo rischio/rendimento del portafoglio.

 
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