“Il 39,4% della cocaina sequestrata in Italia entra nei nostri porti” – Babboleo – .

“Il 39,4% della cocaina sequestrata in Italia entra nei nostri porti” – Babboleo – .
“Il 39,4% della cocaina sequestrata in Italia entra nei nostri porti” – Babboleo – .

La Segreteria Nazionale SIAP e la Segreteria Provinciale di Genova hanno organizzato questa mattina, presso il Circolo CAP di via Albertazzi a Genova Sampierdarena, un convegno dal titolo “Liguria: porta d’Europa nel Mediterraneo. Attività di polizia e legislazione regionale antimafia per la prevenzione e il contrasto all’espansione mafiosa”.

Obiettivo del convegno è stato quello di approfondire il ruolo della Liguria come regione di confine nella lotta alla mafia, analizzando le strategie messe in atto dalle forze dell’ordine e il ruolo della legislazione regionale antimafia.

«La situazione è grave, soprattutto per quanto riguarda la presenza della ‘ndrangheta, radicata in tutte e quattro le province. Nei nostri porti entra il 39,4% della cocaina sequestrata in Italia – Lui dice Roberto Centi, Presidente della Commissione Antimafia della Regione Liguria -. Le quattro province sono infiltrate, sia per quanto riguarda il movimento terra e la gestione dell’immigrazione clandestina in Francia, sia per quanto riguarda gli appalti. Ora ci troviamo di fronte ad una grande sfida che è quella di gestire bene i contratti PNRR”.

“In provincia di Savona c’è massima attenzione sulla mafia, un fenomeno che ovviamente va monitorato – afferma Alessandra Simone, Questore di Polizia di Savona -, anche perché abbiamo due porti, quello di Savona e quello di Vado Ligure, nei quali, a seguito del traffico internazionale di droga, spesso venivano rinvenuti e sequestrati container contenenti chili e chili di cocaina”.

Dobbiamo sconfiggere la rimozione, la sottovalutazione, la relativizzazione come se la mafia fosse un male che in qualche modo va accettato e con cui convivere – dichiara Andrea Orlando, Deputato alla Camera dei Deputati della Repubblica Italiana -. La mafia si può sconfiggere: c’è anche quando non si vede, quando tace. Individuare tutti i sintomi che possono dimostrarne la presenza e reagire e portare questo dibattito a tutte le realtà che devono saper reagire, credo sia la prima cosa”.

“È la lotta, è un conflitto quotidiano per le organizzazioni clandestine, quindi non parliamo di criminalità comune – afferma Stefano Padovano, Criminologo – Università di Genova e Università Cattolica di Milano -. Parliamo di criminalità organizzata, dove spesso l’origine mafiosa non è dimostrabile. La forza di queste organizzazioni sta nel fatto che hanno trovato un sostegno straordinario, anche qui nel Nord Italia”.

“Come associazioni che si occupano di antimafia sociale come Libera, riteniamo che la pressione a livello della società civile sia oggi fondamentale per far sì che i fenomeni mafiosi presenti nel nostro territorio siano intaccati non solo dalla corretta azione delle forze dell’ordine, la magistraturaAndrea Macario, Referente per Libera Liguria -, ma anche da un movimento civile di indignazione per quelli che sono i fenomeni nel nostro territorio”.

“Si tratta sicuramente di un fenomeno radicato, il problema è che se ne parla poco ed è uno degli obiettivi del nostro dibattito, quello di sensibilizzare sempre più l’opinione pubblica sul tema” ha affermato Roberto Traverso, Segretario Nazionale SIAP.

 
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