Tragedia Oratorio San Pelino, parroco indagato per la morte di Alessia Prender – .

Tragedia Oratorio San Pelino, parroco indagato per la morte di Alessia Prender – .
Tragedia Oratorio San Pelino, parroco indagato per la morte di Alessia Prender – .

Per il tragedia avvenuta all’oratorio di San Pelino del 31 agosto 2022 in cui perse la vita Alessia Prender, l’11enne colpita e uccisa da un’altalena, resta indagato il parroco della chiesa adiacente all’oratorio con l’accusa di omicidio colposo. Archiviata la posizione del vicesindaco di Avezzano, Domenico Di Berardino.

Una tragedia, quella dell’oratorio San Pelino, che ha colpito molto la comunità marsicana, dove la piccola viveva con la sua famiglia ed era ben integrata. Alessia Prender frequentò le scuole medie presso l’istituto Corradini di Avezzano.

Tutta la comunità di San Pelino si è stretta attorno alla famiglia, alla nonna paterna arrivata dall’Albania, e ai genitori Petrit E E da distrutti dal dolore, insieme alla sorella maggiore di Alessia, Giulia. Il padre della piccola è uno stimato imprenditore edile che opera nella Marsica. un volo di colombe e tanti palloncini rosa hanno accompagnato l’ultima salita verso la bambina. Era una bambina serena, con tanti sogni e progetti da realizzare, come tutti i suoi coetanei. La tragedia è avvenuta in pochi minuti, durante un pomeriggio di giochi all’oratorio San Pelino, luogo dove abitualmente si ritrovavano i ragazzi. Gli altri bambini che si erano accorti di quanto stava accadendo giocavano come lei sul prato e sui campi da calcio. È stato lui il primo ad aiutarla Amleto Magnante, un uomo del posto di 42 anni (scomparso nel gennaio 2023 ndr) che, da un vicino muro dove era seduto, si è reso conto della gravità della situazione e ha cercato di rianimarla. Contestualmente sono stati allertati il ​​118 e i carabinieri della Compagnia di Avezzano. Da L’Aquila è partito anche l’eliambulanza. Alessia è stata stabilizzata sul posto, sottoposta a procedure di rianimazione, trasportata all’ospedale di Avezzano, dove è morta in breve tempo a causa del grave trauma interno riportato.

Muore bambina nel crollo dell’altalena, area sequestrata: la Procura apre un’indagine

Le accuse contro il parroco devono ancora essere provate; per il resto il Pubblico Ministero Maurizio Maria Cerrato ha invece chiesto l’archiviazione degli altri due indagati, il vicesindaco di Avezzano, Domenico Di Berardinoe l’amministratore comunale Antonio Ferretti, raggiunto dagli avvisi di garanzia all’indomani della tragedia. In sostanza il Comune si ritiene estraneo alla gestione dell’area esterna all’oratorio.

Decisiva, per il pm Cerrato, la relazione tecnica di 41 pagine depositata in Procura dal geometra Cristiano Ruggerilo stesso che si è occupato della morte del bambino all’Aquila Tommaso D’Agostino investito da un’auto nel parco dell’asilo Primo Maggio (maggio 2022).

La Procura si prepara a chiedere il rinvio a giudizio del sacerdote. Sarà il giudice del tribunale a decidere la data dell’udienza preliminare per stabilire se procedere con l’eventuale dibattimento. Il parroco è difeso dall’avvocato Alessandro Gentiloni Silveri Da Roma. Il padre e la madre di Alessia Prender sono assistiti rispettivamente da avvocati Chiara Tozzoli E Herbert Simone del Foro di Avezzano.

Le ragioni dell’accusa

L’altalena che ha travolto e ucciso la piccola Alessia pesava circa 240 kg, era costituita da una trave fissata su due tronchi d’albero ed era utilizzata da bambini, nonostante alcune segnalazioni di deterioramento da parte dei residenti. Secondo il pm Cerrato il parroco ha agito con “negligenza, imprudenza e violazione di legge che hanno causato l’incidente mortale”. Colpa coerente, “nell’aver utilizzato come struttura ludica, o comunque averne consentito l’uso a tale scopo, un’area tipo giardino e i suoi arredi non inadeguati allo scopo e certamente pericolosi per l’incolumità dei bambini che ne utilizzavano liberamente” . Nello specifico, il parroco se n’è andato “utilizzare per l’intrattenimento ricreativo dei bambini un manufatto in legno preesistente (installato prima del 30 giugno 2020), costituito da un supporto per altalene e corde e realizzato mediante apposizione di una trave in legno posta in forma di precedente trave fissata sulla sommità di i due tronchi, ad una struttura composta da due pilastri e una trave di legno – due tronchi morti (del diametro di circa 29 cm e l’altro di circa 35 cm) rimasti in questo giardino fissati al suolo con le radici, ma senza più vegetativi a causa del taglio radicale che li aveva lasciati ad un’altezza di circa tre metri, in seguito al taglio…”. L’indagato è anche per l’accusa “ha consentito l’utilizzo ludico dell’area fatiscente senza verificarne la conformità alla normativa né, almeno, la sua stabilità e sicurezza, anche se ormai visibilmente compromessa dal degrado della struttura stessa nella sua parte arborea”.

Si tratta, come riporta Il Centro, di un’altra accusa di non aver prudentemente controllato lo stato di conservazione della struttura e delle sue parti che presentavano evidenti segni di degrado dovuti al tempo e all’azione degli eventi atmosferici, anche in assenza di qualsiasi attività ispettiva sullo stato e sulle condizioni di manutenzione della struttura stessa. Quei tronchi in decomposizione erano così fragili che si sbriciolavano facilmente, poiché ormai incapaci di possedere resistenza meccanica alle forze che in quel momento venivano loro applicate”.

 
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