Rissa alla Camera, Donno (M5s) finisce a terra e viene aiutato dai medici. Oggi è bagarre sui verbali – .

Rissa alla Camera, Donno (M5s) finisce a terra e viene aiutato dai medici. Oggi è bagarre sui verbali – .
Rissa alla Camera, Donno (M5s) finisce a terra e viene aiutato dai medici. Oggi è bagarre sui verbali – .

Uno scontro tra parlamentari è scoppiato alla Camera il 12 giugno, giorno in cui avrebbe dovuto proseguire il lavoro della Camera sull’autonomia differenziata. Il deputato M5s ne ha pagato le conseguenze Leonardo Donno, colpito, secondo i racconti di alcuni parlamentari, con due pugni alla testa. È stato necessario l’intervento dei medici che hanno portato Donno fuori dall’aula su una sedia a rotelle. L’esame dei video chiarirà come si sono effettivamente svolti i fatti.

Ciò che si è capito finora, anche osservando i video diventati subito virali, è che la rissa è scoppiata dopo il deputato pentastellato aveva provato a portare il tricolore al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, gesto censurato dal presidente della Camera Lorenzo Fontana con l’espulsione. Diversi deputati lo circondarono e scoppiò una rissa. La sessione è stata sospesa.

Oltre al deputato M5s Donno è stato coinvolto anche un assistente parlamentare, colpito al volto e allo stomaco, riferiscono i colleghi. È stato portato a braccio in infermeria.

Oggi, alla ripresa dei lavori su Autonomia, le opposizioni si sono susseguite con interventi durissimi contestando il rapporto che descriveva i fatti accaduti come “disordini”. La Camera ha infine respinto la proposta avanzata dalle opposizioni e formalizzata dalla capogruppo Chiara Braga di modificare il verbale delle opposizioni sulla seduta di ieri sull’autonomia differenziata, con 42 voti di differenza. La seduta è stata sospesa dopo la votazione. Per le 13 è convocata la riunione dell’Ufficio di Presidenza della Camera.

Maniglia

Rissa alla Camera, 12 giugno 2024

Il racconto dei fatti

Non farlo ha annunciato di stare bene dopo un elettrocardiogramma e ha spiegato la dinamica: “Ho preso un pugno che mi ha sfiorato il volto dal deputato Iezzi, ci hanno provato altri come Mollicone, Amich, Cangiano. Poi sono arrivati ​​tanti altri, i commessi….sono crollato, sentivo dolore al petto e facevo fatica a respirare”. Il leghista Iezzi invece nega: “Ho provato a dargli un pugno, ma non l’ho colpito. Donno ha provato ad attaccare Calderoli e io ho reagito. Mi sono allontanato e poi è caduto. Il suo atto dovrebbe essere condannato”.

Esce anche il deputato della FdI Enzo Amich: “Non ho assolutamente preso a pugni Donno. Credo che non si sia nemmeno toccato perché dalle immagini si vede che aveva tutta la gente davanti a sé, forse nella mischia, nel dividerlo, li percepiva come colpi”, spiega e aggiunge: “C’era semplicemente una provocazione da parte di Donno, che è sceso tra i banchi con il Tricolore per incontrare un uomo di 75 anni, che fa il ministro, e questa è ancora una mancanza di rispetto”.

“La rissa è scoppiata in maniera strumentale da parte di un deputato M5S: in maniera scandalosa ha voluto avvolgere nel tricolore il ministro Calderoli. A quel punto è scoppiata la rissa ma nessuno ha avuto modo di entrare in contatto con lui perché era circondato da assistenti parlamentari. Quindi l’ipotesi è che si sia trattato di una bravata gettandosi a terra e fingendo un malore”, ha detto Federico MolliconeIl deputato Fdi, racconta ai giornalisti del transatlantico la sua versione della rissa avvenuta in Aula durante l’esame del ddl.

Sedie lanciate e disordini

Dopo la grande rissa che ha coinvolto il deputato M5S Leonardo Donno e alcuni parlamentari di Lega e Fratelli d’Italia, Fdi ha denunciato ‘picchiate’ da parte dell’opposizione e in particolare del Pd. Fabio Pietrella di Fratelli d’Italia racconta ai giornalisti: “Stavo cercando di calmare gli animi con Gnassi, ho fermato Toni Ricciardi del Pd. E appena l’ho fermato mi ha dato due stampelle sul petto”. Un altro deputato dem, Nico Stumpo, è stato espulso per aver lanciato una sedia. La conferma arriva direttamente dal presidente della sessione, Sergio Costa: “Sì, l’ho espulso perché ha lanciato una sedia. Contro i banchi del governo? Sì, ma come gesto simbolico, non contro una persona”.

Fin dall’inizio la discussione si era fatta accesa e la seduta era già stata sospesa più volte. Alla Camera sono state esposte le bandiere tricolori e si è ricordato l’inno di Mameli mentre alcuni deputati hanno occupato i banchi del governo gridando “vergogna”. La seduta è stata immediatamente aggiornata. Poco prima di lasciare l’Aula alcuni parlamentari hanno scandito “Bella ciao”. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana ha poi sospeso nuovamente la seduta e ha richiamato all’ordine alcuni deputati: “Prenderemo misure”, ha assicurato tra le grida dei parlamentari dell’opposizione.

Poi ha espulso Domenico Furgiuele (Lega), accusato di aver compiuto il gesto dell’X Mas mentre l’opposizione cantava Bella ciao. L’opposizione grida da tempo fuori, fuori, accusando il collega leghista di aver fatto “il Decimo segno, incrociando le braccia”. Alla ripresa dei lavori Fontana ha spiegato di aver rivisto il video dell’accaduto ed espulso Furgiuele. “Per tutto il resto – ha detto riferendosi a quanto accaduto in Aula tra i Tricolori, l’inno italiano, ‘Bella ciao’ e le proteste – faremo un’indagine.

Furgiuele nega l’accusa. “La X con le mie mani? L’ho fatto per dire che non mi piace Bella, ciao”, ha detto ai giornalisti. «È tutto molto strano, è questo mondo del politicamente corretto per cui nell’Aula della Camera puoi cantare Bella ciao e forse non si può dire che questa canzone non sia condivisa e non piaccia. E qualcuno può anche fare un gesto, surclassato dalle voci, per dire ‘no, non mi piace’. È frainteso perché non si può fare un gesto…”. “Ognuno può interpretare ciò che vuole. Era mia intenzione esprimere qualcosa di negativo rispetto a quanto cantava l’opposizione”, ha spiegato il deputato leghista.

maniglia

Camera, Protesta dell’opposizione contro la riforma dell’autonomia indifferenziata, 12 giugno 2024

 
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