«Nel nome del padre», o forse non più. In questi tempi di cambiamento di valori e ideali, di sradicamento di paradigmi, di cambiamento di legami e relazioni, che è cambiare il modello familiare è lì sotto gli occhi di tutti. Forse questo è meno ovvio la figura del padre è sempre più oscurata, con una svalutazione che raddoppia nel caso di genitori separati.
Lo riferiscono i nuovi risultati della ricerca condotta da Fondazione Forestale ONLUS con la partecipazione dei collaboratori Dott. Pietro Aliprandimedico psicoterapeuta e il Dott. Andrea Di Nisio, biologo dell’Università di Padova. L’indagine è stata condotta tra ottobre 2022 e marzo 2024 attraverso l’amministrazione di a questionario distribuito a 4.383 studenti tra i 18 ed i 20 anni (età media 18,2 anni) frequentanti le scuole superiori scuole superiori di Padova e di Lecce, all’interno del progetto Prevenzione andrologica permanente nelle scuole.
I dati raccolti parlano chiaro e hanno evidenziato la responsabilità del ruolo genitoriale nel determinare i comportamenti a rischio dei figli, e come questi percepiscono la figura paterna e materna: mentre la figura del padre è in caduta libera come punto di riferimento, i figli cercano autorità nella figura della madre.
«Da quindici anni la Fondazione Foresta gestisce questo progetto che si sviluppa nelle scuole, parlando a migliaia di studenti, e abbiamo raccolto molto materiale per confrontare i cambiamenti nei comportamenti dei bambini e nel contesto familiare», spiega la dottoressa Carlo Foresta, già docente di Endocrinologia all’Università di Padova e presidente della Fondazione Foresta Onlus. «Quest’anno abbiamo deciso di chiedere ai ragazzi come lo hanno percepito il ruolo genitoriale all’interno della famiglia, tra amichevole, autorevole, indifferente e problematico, con distinzione tra madre e padre”.
Complessivamente la figura materna è spesso vista come amichevole (51,8% contro 44% dei padri), ma per le ragazze la figura paterna è più spesso vista come problematica (10% contro 5% dei coetanei maschi). Ancora più marcato è il differenza nel considerare autorevole il ruolo paterno nei ragazzi (42,2%) rispetto alle ragazze (27,7%). Dobbiamo poi ricordare come è cambiata nel tempo la costituzione della famiglia: rispetto al 2005, anno in cui è partito il progetto, i genitori hanno 4 anni in più: l’età media della madre quando il figlio ha 18 anni è 50,7 e quella del padre è 54. Inoltre un ragazzo su cinque è figlio di persone separate o divorziate. In questo contesto monoparentale, la madre è descritta come autorevole più spesso dai figli maschi (50%), ma molto meno dalle figlie femmine (32,8%), che invece la descrivono come amichevole nel 55% dei casi contro solo il 29,8% dei suoi coetanei maschi.
“Chiarire, agli occhi dei figli l’autorità del padre separato è dimezzata (dal 45 al 23% nei maschi e dal 30 al 15% nelle femmine); il rischio di apparire indifferenti aumenta di 2-3 volte, e di essere problematici fino a 4-5 volte rispetto ai padri sposati”, continua Foresta, “Questa svalutazione sembra più intensa nei figli maschi, per i quali crolla la figura del padre come riferimento autorevole. Lo studio mostra anche che i bambini ricercano questa caratteristica nella madre dopo la separazione. Non siamo ancora in grado di comprendere le conseguenze di questo cambiamento di paradigma. Il costante aumento dei divorzi e delle separazioni si allinea con quel processo necessario e auspicabile di destrutturazione del modello patriarcale. Tuttavia gli esiti di questo processo appaiono ancora imperfetti, poiché sono in ordine di sviluppo”.