chi deve pagare la rata e dove costa di più – .

chi deve pagare la rata e dove costa di più – .
chi deve pagare la rata e dove costa di più – .

Oggi è l’ultimo giorno per pagare la prima rata dell’Imu, l’imposta comunale unica: l’anticipo, pari alla metà dell’importo complessivo, vale 11 miliardi di gettito. Secondo un’analisi della Uil, l’imposta costerà quest’anno in media 1.022 euro a proprietario (di cui 511 per l’acconto). Tra le città più care, al primo posto c’è Roma, con un valore medio annuo di 2.135 euro, seguita da Siena (1.937 euro) e Padova (1.770). Chi deve pagare? Con l’esclusione della prima casa (a meno che non sia considerata di lusso), l’imposta comunale unica – introdotta nel 2012 in sostituzione dell’ICI e confluita nella Tasi dalla legge di bilancio 2020 – deve essere pagata dai proprietari di immobili, aree edificabili e terreni agricoli (questa è la regola generale, perché poi ci sono esenzioni e detrazioni).

Chi deve pagare la prima rata IMU e come effettuare il versamento

Innanzitutto, l’Imu non si paga sulla prima casa, quella che è l’abitazione anagrafica e abituale del contribuente proprietario: per beneficiare dell’esenzione sulla prima casa, quindi, è necessario che sia effettivamente la quello in cui il contribuente risiede e risiede principalmente durante il periodo d’imposta. Il proprietario dell’immobile è tenuto a pagare, quindi in caso di affitto nulla sarà dovuto dall’affittuario. Nel dettaglio, sono circa 25 milioni i cittadini a dover effettuare il pagamento, tra cui:

  • proprietari, titolari di diritti reali di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie sull’immobile;
  • genitori assegnati all’abitazione familiare a seguito dell’ordinanza del giudice;
  • concessionari di aree demaniali o locatari di immobili, anche da costruire o in costruzione, concessi in locazione finanziaria.

Il pagamento deve essere effettuato in due rate annuali, ciascuna del valore del 50% dell’imposta. Il primo scade il 16 giugno (17 giugno quest’anno) e il secondo il 16 dicembre. Nulla vieta però di effettuare il pagamento in un’unica soluzione annuale, entro la scadenza della prima rata. L’imposta può essere pagata utilizzando il modello F24 o, in alternativa, con il bollettino messo a disposizione da Poste Italiane negli uffici postali, con l’accortezza che in questo caso il pagamento dovrà essere effettuato separatamente per ciascun comune nel cui territorio sono ubicati. le proprietà. L’Imu vige in quasi tutti i comuni italiani. Resta solo l’autonomia fiscale del Friuli Venezia Giulia e delle due province autonome di Trento e Bolzano, nelle quali continuano ad applicarsi rispettivamente Imis e Imi, pagabili anche con l’F24.

Le aliquote sono fissate allo 0,5% per le prime case di lusso, allo 0,86% per gli altri immobili, compresi i terreni edificabili, allo 0,86% per gli immobili ad uso produttivo (categoria D), allo 0,76% per i terreni agricoli, allo 0,1% per i fabbricati rurali ad uso strumentale e allo 0,1 % per gli immobili commerciali non locati. Tutte percentuali su cui i singoli Comuni possono intervenire, aumentandole o diminuendole, talvolta fino ad azzerarle.

Tra le agevolazioni previste rientrano le unità immobiliari concesse in comodato d’uso dal soggetto passivo ad parenti in linea diretta entro il primo grado e gli immobili dei pensionati italiani residenti all’estero e iscritti all’Aire. ‘all’estero). Nessuna tassa anche sugli immobili occupati illegalmente. Resta però l’Imu sugli edifici inagibili e inagibili, anche se con una base imponibile ridotta della metà, e Confedilizia sottolinea che eliminarla «costerebbe poco più di 50 milioni di euro». In totale dal 2012, anno dell’istituzione dell’Imu con la manovra Monti, il gettito fiscale ha raggiunto quasi 300 miliardi di euro, calcola l’associazione dei proprietari. Sul fronte delle esenzioni fiscali, l’esenzione dal pagamento è prorogata di un anno per i comuni colpiti dai terremoti del 2012 in Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto e del 2016 nel Centro Italia.

Dati costruttivi

Tra il 2011 e il 2022 gli immobili ridotti allo stato di rudere (collaborativi) sono più che raddoppiati, passando da 278.121 a 610.085 (+119%). Si tratta di immobili, appartenenti per il 90% a persone fisiche, che giungono a condizioni di degrado per il semplice trascorrere del tempo o, anche, a seguito di azioni concrete dei proprietari volte almeno ad evitare il pagamento dell’Imu, precisa Confbuilding. “L’Imu, come tutte le imposte sugli immobili, è un’imposta progressivamente espropriativa sui beni che colpisce – dichiara il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa -. Il fatto che questi beni siano immobiliari, cioè la tradizionale forma di investimento degli italiani, rende l’impatto dell’imposta particolarmente pesante, anche a livello sociale. Chiediamo al governo di avviare una graduale riduzione di questa tassa che è nemica del risparmio e della crescita. Si potrebbe cominciare con l’eliminarla sulle case in affitto con contratto di canone concordato, per ampliare l’offerta abitativa, e sugli immobili nei piccoli centri, per favorire la rinascita dei borghi e delle aree interne. Bisogna scegliere le priorità, ma bisogna iniziare”.

Dove l’Imu costa di più

Il Servizio politiche economiche, fiscali e previdenziali della Uil ha analizzato i costi medi per i proprietari. L’Imu per una seconda casa, in una capitale, costerà quest’anno circa 1.022 euro, con punte di oltre duemila euro nelle grandi città. Per l’abitazione principale considerata di lusso si pagherà in media 2.531 euro, mentre per le relative pertinenze 99 euro. Nel Nord Ovest il costo medio annuo dell’Imu è di 1.027 euro e nel Nord Est di 1.060 euro. Al Centro sale a 1.144 euro, mentre al Sud e nelle Isole i costi medi dell’Imu sono “decisamente inferiori”, pari rispettivamente a 982 euro e 829 euro.

Tra le città con i costi più alti per le seconde case, come accennato in apertura, Roma è al primo posto con un valore medio annuo di 2.135 euro. Seguono Siena, dove la spesa media annua è di 1.937 euro, e Padova con 1.770 euro. A Livorno il costo medio per una seconda casa è di 1.549 euro, mentre Verona chiude la classifica delle cinque città più care con una spesa media annua di 1.497 euro.

Il costo dell’Imu sulle seconde case nelle capitali – Uil

Catanzaro si distingue per il costo medio dell’Imu sulle seconde case più basso, pari a 509 euro annui. Seguono Messina con una spesa media annua di 519 euro e Caltanissetta con 549 euro. A Crotone il costo medio per una seconda casa è di 556 euro, mentre Enna chiude la classifica delle cinque città meno care, con una spesa media annua di 575 euro.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV ICAR – Hiv, record di nuove diagnosi nel Lazio, mentre Milano riduce i casi – .
NEXT non è esclusa la possibilità di dolo. All’alba i mezzi del reparto volo erano di nuovo in azione – .