G7 Puglia, i colossi del mondo favorevoli all’abbandono del petrolio, ma non del gas – .

G7 Puglia, i colossi del mondo favorevoli all’abbandono del petrolio, ma non del gas – .
G7 Puglia, i colossi del mondo favorevoli all’abbandono del petrolio, ma non del gas – .

Si è concluso sabato 15 giugno in Puglia il G7 che, in tema di impegni per la tutela del pianeta, ha ripreso, elaborato e confermato quanto già deciso durante la conferenza dei grandi del mondo tenutasi a Venaria Reale (Torino) in aprile.

Confermato l’abbandono del fossileintesi innanzitutto come carbone e petrolio, la messa al bando della plastica, la promozione di iniziative a tutela della biodiversità e della tutela dell’ambiente e a sostegno delle fonti energetiche rinnovabili.

Il comunicato diffuso sul sito ufficiale del G7 pugliese, che ha visto la presenza dei rappresentanti di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Ursula von der Leyn, Papa Francesco e Il presidente ucraino Zelenskyj.

Dal punto di vista degli impegni nel settore verde, l’incontro pugliese non aggiunge nulla a quanto già messo nero su bianco in Piemonte.

In una nota, i leader del G7 hanno dichiarato:

Noi, i leader del Gruppo dei Sette (G7), ci siamo riuniti in Puglia per riaffermare la nostra duratura unità e determinazione nell’affrontare le sfide globali in un momento cruciale della storia e mentre la comunità internazionale si trova ad affrontare molteplici crisi interconnesse.

I leader delle maggiori potenze mondiali hanno confermato ancora una volta il loro impegno “rafforzare la sicurezza alimentare globale e migliorare la resilienza climatica, anche lanciando l’Apulia Food Systems Initiative” (progetto dedicato alla tracciabilità e sicurezza alimentare) e a “Adottare misure concrete per affrontare la triplice crisi del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità, anche presentando contributi ambiziosi determinati a livello nazionale allineati all’obiettivo di 1,5°C. Guideremo gli sforzi globali per conservare le foreste e gli oceani e porre fine all’inquinamento causato dalla plastica”..

Al di là degli impegni presentati, Mancano però i tempi, investimenti, strategie e soluzioni messe nero su bianco; per quanto riguarda l’inquinamento da plastica, ricordiamo che nel mese di maggio l’Italia ha ricevuto la lettera da “avviso formale” da parte dell’Unione Europea, per il mancato divieto di vendita di prodotti in plastica usa e getta.

A Torino il congresso guidato dal ministro Pichetto Fratin aveva dichiarato di volerlo “prendere su di sé” non solo il compito di “porre fine a qualsiasi dipendenza significativa dal gas russo, adoperandosi per abbandonare le importazioni il prima possibile, al fine di ridurre le entrate della Russia, come misura a sostegno dell’Ucraina” ma anche ridurre del 75% entro il 2030 le emissioni di gas metano provenienti dalle catene di approvvigionamento dei combustibili fossili.

Anche in questo caso, quindi, il G7 Puglia ha confermato quanto dichiarato a Torino, sancendo la volontà di farlo bloccare il gas naturale; la decisione sostiene indirettamente l’Ucraina che da due anni (24 febbraio 2022) respinge l’invasione dei suoi territori da parte dell’esercito di Mosca, il più grande esportatore di gas metano al mondo.

Nella circostanza eccezionale di accelerare l’eliminazione della nostra dipendenza dall’energia russa, gli investimenti finanziati con fondi pubblici nel settore del gas potrebbero essere appropriati come risposta temporanea, soggetta a circostanze nazionali chiaramente definite, se attuati in modo coerente con i nostri obiettivi climatici senza creare blocchi -in effetti, ad esempio garantendo che i progetti siano integrati nelle strategie nazionali per lo sviluppo dell’idrogeno rinnovabile e a basse emissioni di carbonio

La dichiarazione mette però in bilico investimenti alternativi ai combustibili fossili, cioè mirati alle fonti energetiche rinnovabili e alla produzione di idrogeno verde.

Considerati i tempi necessari per individuare i giacimenti di gas naturale, ottenere il via libera alla sua estrazione e successivamente le operazioni di ottenimento e trasporto del metano, è logico presumerlo almeno per il prossimo decennio (prendendo come riferimento la situazione italiana) il metano entrerà a far parte del mix energetico nazionale.

Dieci anni sono il tempo minimo per ripagare gli investimenti stanziati, ma questo periodo di tempo concesso al fossile (ricordiamo che il metano ha un impatto climalterante otto volte maggiore della CO₂, compensato da un tempo di dimezzamento in atmosfera molto più breve del carbonio) biossido di carbonio) è incompatibile con il raggiungimento degli obiettivi climatici fissati da Parigi.

 
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