Hiv, record di nuove diagnosi nel Lazio. Milano riduce i casi – .

Hiv, record di nuove diagnosi nel Lazio. Milano riduce i casi – .
Hiv, record di nuove diagnosi nel Lazio. Milano riduce i casi – .

Si terrà nella Capitale dal 19 al 21 giugno la 16esima edizione di ICAR – Conferenza Italiana su AIDS e Ricerca Antivirale. Oltre mille persone all’Università Cattolica del Sacro Cuore, attese anche il sindaco Gualtieri

Pubblicato:17-06-2024 17:54

Ultimo aggiornamento:17-06-2024 17:54


ROMA – La Lazio si configura così la regione italiana con la più alta incidenza di HIV. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2022 nella Regione Lazio sono state notificate 293 nuove diagnosi di Hiv, in oltre il 60% dei casi in fase avanzata, per un’incidenza di 4,8 x 100mila residenti, superiore alla media nazionale. che è 3,2 x 100 mila. L’incidenza è ancora più elevata nella città di Roma (5,2 x 100mila). Lazio e Roma sono rispettivamente la regione e la città con la maggiore incidenza in Italia: un dato preoccupante, che però avvalora ulteriormente la collocazione capitolina della 16a edizione di IO LA MACCHINA – Conferenza Italiana su AIDS e Ricerca Antivirale https://www.icar2024.it/, tenutasi dal 19 al 21 giugno a Roma presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, Centro Congressi Europa, Largo Francesco Vito, 1.

QUANDO POSSIAMO AVERE UNA CAPITALE CON ZERO CASI DI HIV?

ICAR sarà occasione di approfondimenti scientifici, attività formative, ma soprattutto un punto di partenza per lanciare nuove proposte di servizi sul territorio, come avviene in molte città diventate Fast-Track Cities, cioè città che lavorano per raggiungere gli obiettivi del OMS (95-95-95). Uno di questi potrebbero essere i checkpoint che forniscono informazioni, test rapidi e, ove necessario, il rinvio diretto a centri specializzati in malattie infettive. Invitato anche il sindaco Roberto Gualtierila cui auspicata partecipazione sarà l’occasione per proporre l’obiettivo Zero Infezioni da HIV e per favorire l’ingresso della Capitale nel progetto delle città Fast-Track.

DATI HIV 2022: LAZIO, NUMERI SU CUI RIFLETTERE

In Italia oggi sono poco più di 140mila le persone che convivono con l’HIV, di cui circa 10mila non sono a conoscenza del proprio stato di infezione. Recentemente il Sistema di Sorveglianza Nazionale dell’Iss contava poco meno di duemila nuovi contagi ogni anno; nel 2022 ha segnalato 1.888 nuove diagnosi, di cui il 58% in fasi avanzate di malattia.

I dati più recenti confermano la necessità di una maggiore diffusione del test per poter intervenire quando si è ancora in tempo per limitare le conseguenze del contagio – sottolinea il Professore Antonella CingolaniCo-presidente dell’ICAR – La terapia antiretrovirale, infatti, permette alle persone affette da HIV di cronicizzare l’infezione e di avere una qualità di vita simile a quella della popolazione generale. Inoltre, se la terapia viene assunta regolarmente, la viremia può essere eliminata al punto da rendere il virus non trasmissibile, come stabilito dall’equazione U=U, Non rilevabile=Non trasmissibile. Analizzando i dati regionali emerge il primato negativo del Lazio, dove l’incidenza delle nuove diagnosi ogni 100mila residenti è 4,8, superiore al resto del Paese. In virtù delle sue caratteristiche, il Lazio è da sempre una delle regioni con il maggior numero di contagi, ma a differenza di altre zone, come la Lombardia, non è riuscita a invertire la tendenza. Le cause possono essere diverse. Uno degli elementi ancora carenti è la diffusione sul territorio di punti informativi, test rapidi e strumenti di prevenzione anche al di fuori degli ospedali di riferimento. In alcune città la diffusione dei checkpoint, spesso gestiti da associazioni, ha sicuramente promosso la consapevolezza e favorito un approccio più completo alla prevenzione della trasmissione dell’HIV e delle altre malattie sessualmente trasmissibili”.

I RISULTATI DI MILANO “CITTÀ VELOCE”

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha firmato l’adesione del Comune al progetto internazionale per la lotta all’HIV’Città veloci‘ nel 2018. L’ingresso del capoluogo lombardo in questa rete globale ha permesso di raggiungere risultati importanti, visto che Milano è stata per anni la città con più casi di contagio in Italia.

Il calo delle nuove diagnosi in una metropoli come Milano, caratterizzata da una società variegata e da realtà socioeconomiche molto diversificate, ha un profondo significato – sottolinea il Professore Giulia Carla MarchettiCo-presidente ICAR –. Negli ultimi anni si sono diffusi servizi che permettono di veicolare messaggi per la prevenzione e la cura dell’HIV. I posti di blocco presenti sul territorio sono caratterizzati dall’assenza di barriere e dalla presenza di ‘coetanei’, talvolta persone sieropositive, con i quali l’utente può avere un colloquio informativo sui rischi di contagio da HIV e sulle Infezioni Sessualmente Trasmesse. In questi luoghi è possibile fare test rapidi e, se necessario, essere indirizzati ai centri di malattie infettive. Una città veloce non è caratterizzata solo da posti di blocco, ma anche da iniziative locali, come test e informazioni portate ai diretti interessati senza mediazione nelle zone della movida. Una molteplicità di azioni che ci permettono di diversificare i nostri sforzi per raggiungere il risultato desiderato: diagnosi precoce, inizio della terapia, riduzione delle infezioni, secondo il principio del ‘trattamento come prevenzione’”.

I checkpoint milanesi in cui le diverse associazioni della Comunità hanno collaborato con attività come i test rapidi e poi anche con l’attivazione del centro PrEP fuori dal contesto sanitario sono stati elementi molto importanti per favorire la diagnosi precoce – spiega Massimo FarinellaCo-presidente ICAR –. A Roma le attività sono diverse, ma il salto di qualità con l’adesione al progetto Fast Track Cities consentirebbe di sistematizzare e realizzare meglio le diverse iniziative, anche quelle che si svolgono al di fuori del contesto sanitario, consentendo anche una maggiore diffusione della PrEP. lo sforzo deve essere collettivo e richiede l’impiego di risorse: dietro una città fast track c’è una rete di istituzioni che sostiene le attività di tutti i soggetti, centri clinici, associazioni e altri servizi comunitari che operano attraverso una strategia pianificata per raggiungere UNAIDS obiettivi”.

ICAR TORNA A ROMA DOPO 6 ANNI

Icar torna alla Roma e non è un caso. La 16esima edizione di ICAR torna nella capitale dopo sei anni. Sono attesi oltre mille tra specialisti e medici, giovani ricercatori, infermieri, assistenti sociali, volontari delle associazioni dei pazienti per un’iniziativa che si conferma punto di riferimento della comunità scientifica sul tema dell’HIV-AIDS, dell’epatite, delle infezioni sessualmente trasmissibili e dell’AIDS. virale. L’ICAR è organizzata sotto l’egida di SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, di tutte le maggiori società scientifiche dell’area infettiva e virologica e del mondo comunitario. Proprio il presidente della SIMIT Roberto Parrella ha ribadito l’importanza di affrontare le nuove sfide poste dall’HIV. I presidenti di questa edizione di ICAR sono la Prof.ssa Antonella Cingolani, Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica, Roma; il prof. Antonio Di BiagioProfessore Associato di Malattie Infettive, Università di Genova; Massimo Farinella, Responsabile Sanitario Club Mario Mieli; il prof Giulia Carla MarchettiProfessore Ordinario di Malattie Infettive presso l’Università degli Studi di Milano.

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