tutto ciò che la 24 Ore di Le Mans non è – .

tutto ciò che la 24 Ore di Le Mans non è – .
tutto ciò che la 24 Ore di Le Mans non è – .

La 24 Ore di Le Mans, per chi ama i motori, è una di quelle cose che tutti dicono bisogna provare almeno una volta nella vita. Un’intera giornata accompagnata dalla musica dell’auto senza alcuna interruzione. Il sole tramonta, risorge, e i piloti sono sempre lì, a tutta velocità su quei 13.626 metri di asfalto che chiamano Circuit de la Sarthe. La 24 Ore di Le Mans è tante cose, ma solo esserci si capisce cosa non è.

La 24 Ore di Le Mans NON dura 24 ore

Sarebbe fin troppo semplice pensare che la gara inizierà alle 16 del sabato e terminerà alla stessa ora del giorno successivo. In verità dura praticamente una decina di giorni. Tra test, prove libere, qualifiche, Hyperpole e gara, piloti e team trascorrono così tanto tempo a Le Mans che potrebbero ricevere la cittadinanza onoraria. Per non parlare di tutte le gare collaterali che si svolgono in attesa del piatto principale.

In attesa dell’ordinanza del Consiglio comunale, spettatori e addetti ai lavori trasformano il circuito in un villaggio. Un enorme campeggio composto da camper, camper e tende. Con un’importante differenza rispetto ai campeggi tradizionali: non è raro vedere Porsche e Ferrari parcheggiate accanto ad uno canadese (nel senso di tenda).

La 24 Ore di Le Mans NON è una gara

Lo è, ma non solo. Un evento che domenica ha richiamato 329.000 persone. Come in America, tutto è grande, gigantesco. I costruttori e gli sponsor invitano i loro ospiti in veri e propri palazzi costruiti per l’occasione. Al loro interno si nascondono ristoranti, terrazze affacciate sulla pista, perfino camere in cui dormire.

Come nei migliori hotel, non mancano le attività per godersi la corsa sotto tutti i punti di vista. Vuoi vederlo dall’alto? Basta attraversare una strada e all’eliporto ci sono degli elicotteri che decollano continuamente per sorvolare la pista. Curiosi di vedere le auto sfrecciare di notte sul rettilineo di Mulsanne? Sali su una navetta, scendi e ti siedi al bar con terrazza sulla chicane. Oppure assistere a un concerto davanti a un palco che non sarebbe fuori posto in un festival musicale (i Simple Minds suonavano sabato sera). Altrimenti potrete perdervi nella zona commerciale, tra bancarelle, stand di tutte le case produttrici, simulatori di guida, bar e ristoranti. Quando la MotoGP si chiede come attirare la gente nei circuiti, dovrebbe fare un giro da quelle parti per trovare una risposta.

La 24 Ore di Le Mans NON è noiosa

Siamo abituati a gare di 45 minuti, a Sprint che durano meno di un aperitivo, quindi cediamo ad una certa sonnolenza pensando di dover aspettare un giorno per scoprire il vincitore. Alla fine, il tempo passa più velocemente di quanto tu possa immaginare. Una 24 Ore è capace di portarti al suo ritmo e di regalarti il ​​tuo tempo. Dopotutto lei va avanti anche quando non la guardi e sai che sarà lì quando tornerai a sederti in tribuna o accanto allo schermo.

Ci sono sorpassi (ben più di 100.000 secondo le statistiche di gara, ma con tre classi in pista la maggior parte sono una sorta di doppiaggi), condizioni in continuo cambiamento, strategie da interpretare, incidenti, Safety Car, qualunque cosa si possa immaginare. Leggere la gara non è facile, ma è emozionante e divertente. Se poi si considera che quest’anno, dopo 24 ore e 311 giri, il chilometraggio e il vincitore sono stati 14 secondi… non c’è molto tempo per annoiarsi.

La 24 Ore di Le Mans NON viene vinta (solo) dai piloti

I piloti sono i protagonisti, ma dietro di loro c’è un mondo sconosciuto ai più. Siamo andati nel retro del garage del team WRT e ci hanno gentilmente spiegato che ci avrebbero tagliato le mani se avessimo alzato il telefono per una foto. Quindi non possiamo che raccontarvi delle tre stanze piene di tecnici e strateghi davanti a pareti di monitor. Sembrava di essere alla NASA, tutti in religioso silenzio, alcuni con i ventilatori puntati in faccia per non cedere alla stanchezza. Poi ci sono i meccanici, instancabili nei pit-stop e nelle riparazioni.

Senza dimenticare gli pneumatici. La foto sopra mostra cosa significa parlare di un muro di… pneumatici. Per la cronaca, nelle 24 ore le Hypercar ne hanno utilizzate circa 2.000.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Antonella Sberna, inizia oggi l’avventura a Strasburgo. Ieri l’addio a Viterbo: “Abbiamo fatto la storia”
NEXT Ravenna, si aggrava il bilancio delle vittime dell’incidente di via Sant’Alberto. È morto l’ex dirigente Romeo Giacomoni