dall’inizio dell’anno quasi 5 morti al giorno – .

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Roma, 18 giugno 2024 – Si registrano ancora morti e dispersi lungo la rotta dei migranti nel Mediterraneo centrale, nel tentativo di raggiungere l’Italia e poi costruirsi una nuova vita in Europa. Negli ultimi giorni due gravi incidenti hanno evidenziato l’urgenza della situazione, come sottolineato in una nota congiunta da UNHCR (l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati), OIM (Organizzazione internazionale per le migrazioni) e Unicef ​​(il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia). “Se questi dati dovessero essere confermati, il numero dei morti e dei dispersi nel Mediterraneo centrale salirebbe a oltre 800, una media di quasi 5 morti e dispersi al giorno dall’inizio dell’anno”, sottolineano le tre agenzie internazionali.

Migranti, naufragi e vittime

In un primo naufragio ci furono 10 vittime accertate, sono morti soffocati sul ponte inferiore della barca su cui viaggiavano. La nave Nadir della ONG Resqship ha tratto in salvo 51 sopravvissuti e li ha portati in salvo a Lampedusa. I migranti, originari di Siria, Egitto, Pakistan e Bangladesh, avevano lasciato la Libia. Nel secondo incidente, 11 superstiti furono salvati dalla Guardia Costiera del Mar Ionio e portati in salvo a Roccella Jonica insieme al corpo di una donna, mentre altre 64 persone risultavano disperse in mare. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, il motore dell’imbarcazione, partita dalla Turchia otto giorni prima, ha preso fuoco, provocando il ribaltamento dello scafo a 110 miglia nautiche dalla costa italiana. I sopravvissuti e i dispersi in mare provengono da Iran, Siria e Iraq, tra cui 2 bambini accompagnati e 2 donne.

“Se questi dati dovessero essere confermati, il numero dei morti e dei dispersi nel Mediterraneo centrale salirebbe a oltre 800, una media di quasi 5 morti e dispersi al giorno dall’inizio dell’anno”, sottolineano le tre agenzie internazionali. Questi incidenti generano un senso di profonda frustrazione a causa dei ripetuti e inascoltati appelli a rafforzare le risorse e le capacità per le operazioni di ricerca e salvataggio in mare a sostegno della Guardia Costiera italiana. Ogni naufragio rappresenta un fallimento collettivo e un segno tangibile dell’incapacità degli Stati di proteggere le persone più vulnerabili. Le agenzie, quindi, chiedono un’azione immediata e coordinata per prevenire ulteriori tragedie.

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