«Ora il porto deve salpare», ultimo giorno per Patroni Griffi alla guida dell’Autorità – .

«Ora il porto deve salpare», ultimo giorno per Patroni Griffi alla guida dell’Autorità – .
«Ora il porto deve salpare», ultimo giorno per Patroni Griffi alla guida dell’Autorità – .

BARI – Oggi è il suo ultimo giorno alla guida dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale. In ufficio (naturalmente vista mare), ci sono tanti oggetti da portare via. Una mossa complicata: “Dovrò inevitabilmente lasciare qualcosa qui… ma la targa donata dai dipendenti viene con me”, specifica Ugo Patroni Griffi che, per motivi personali, si è dimesso poco prima della fine del suo secondo mandato. Sette anni intensissimi in cui è cambiato il volto (e l’anima) del porto di Bari. “Usando un gergo nautico mi sono sempre considerato il capitano di un equipaggio affiatato, che ha lavorato molto bene, e che ha fatto squadra con la guardia costiera, la guardia di finanza, la polizia di frontiera, la dogana. Enti e istituzioni che ogni giorno rendono possibile il funzionamento e la sicurezza di un porto complesso e in crescita”. Garantire una navigazione tranquilla.

Dando un’occhiata ai risultati, il porto marittimo è andato a gonfie vele. «Superiamo gli 8,5 milioni di tonnellate di merci movimentate, con un incremento costante negli anni, ultimo dell’8% nel 2023. L’incremento delle rinfuse solide (soprattutto cereali), un’economia importante per le aziende agroalimentari della Terra di Bari, quasi +40%. In aumento anche gli ormeggi, i movimenti di rotabili e di passeggeri (un milione e mezzo sui traghetti, 420mila crocieristi)”.

Numeri a parte, durante il mandato di Patroni Griffi sono stati avviati, ultimati o quasi ultimati lavori che gli operatori portuali attendevano da anni. Si parte dal tornante Marisabella. «Quando sono entrato in carica, nel 2017, era ferma da 4 anni. Oggi i lavori sono completati al 90%. Sarà pronta nel 2025, al massimo nel 2026. L’Autorità per i Lavori Pubblici ha garantito che, una volta consegnata, l’infrastruttura sarà operativa fin dal primo giorno. Ci sono già operatori pronti a farne un grande terminal. Soprattutto, la nuova banchina consentirà lo smistamento del traffico ro-ro e dei container, liberando la congestionata banchina di Levante. Conciliare sviluppo e sostenibilità ambientale è possibile”. Inoltre, l’operazione di dragaggio è in porto. «Oggi abbiamo fondali a -13 metri (i lavori sono appena iniziati anche nella darsena di Levante), liberando almeno due banchine. Per non parlare del nuovo terminal crociere in costruzione”. E poi ancora, in collaborazione con il Comune, si completa la “cambusa” con il camion. «Tutto questo era già previsto dal piano regolatore portuale redatto agli inizi degli anni ’70, coevo e integrato al piano generale. Abbiamo raggiunto ciò che era stato previsto mezzo secolo fa”. Sì, il piano regolatore del porto. Qui siamo indietro, così come è in alto mare quella generale, annunciata da anni dal Comune e mai portata in Consiglio Comunale. «Abbiamo dovuto affrontare le emergenze. Il piano regolatore del porto di Brindisi era inadeguato rispetto alle importanti opere in agenda e qui ce l’abbiamo fatta: sarà approvato entro settembre. A Manfredonia mancava completamente, ora c’è un progetto avanzato”. Il successore di Patroni Griffi, terminato il periodo di amministrazione, dovrà mettere mano al dossier con linee guida ben precise. «Serve una visione per i prossimi 50 anni, per fare questo serve un’analisi di come cambierà ancora il traffico marittimo. Bari si trova su due corridoi marittimi, anche per questo deve giocare un ruolo chiave sull’asse est-ovest, ricordando che non è il porto che sceglie la nave ma è la nave che individua uno scalo attrezzato. L’alimentazione del Canale sta cambiando, la decarbonizzazione in questo settore è molto avanzata. Il GNL (gas naturale liquido), l’idrogeno e i suoi derivati, tra cui il metanolo verde e l’ammoniaca, svolgeranno un ruolo chiave. Il porto del futuro dovrà saper intercettare le esigenze degli armatori. Dopo Livorno e La Spezia, anche un’azienda barese ha ottenuto l’autorizzazione a realizzare un impianto di distribuzione GNL per camion con l’obiettivo di incentivare gli operatori a inquinare meno. Con i sistemi di stiratura a freddo sarà possibile ormeggiare alimentando le navi con energia verde. Anche per questo ci sono i finanziamenti (32 milioni di euro) e il bando sta per essere pubblicato. Tra i progetti, l’installazione di colonnine per mezzi pesanti, in grado di garantire la catena del freddo. I nuovi scenari tecnologici, ambientali e geopolitici dovranno riflettersi nel prossimo masterplan portuale”.

Infine il rapporto tra la città e il porto, vicini di casa che non sempre comunicano. “Quando mi sono insediato il sindaco Decaro mi ha chiesto solo una cosa: dare a Bari un porto turistico adeguato. A San Cataldo nascerà un progetto “doppio”. Grazie ai fondi a disposizione della Guardia Costiera, sarà costruito un hub che potrà ospitare tre motovedette da 100 metri di lunghezza, e all’interno della darsena ci sarà un approdo turistico dove potranno ormeggiare anche maxi yacht di oltre 24 metri, aprendo creare enormi spazi per un turismo al confine tra diporto e crociere. Il bando potrebbe essere bandito già a luglio, manca solo il visto Asset. Più a sud acceleriamo con il Parco del Castello, una piazza sul mare. Infine, abbiamo immaginato una passerella aerea che colleghi la città vecchia alle stazioni marittime, al nuovo giardino. I cittadini potranno raggiungere la stazione marittima in tutta sicurezza, senza incontrare traffico di mezzi pesanti, e godersi un aperitivo in porto con una vista e uno skyline senza precedenti”. Il porto di Bari naviga in acque tranquille, ora vuole spingersi ancora più al largo.

 
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