Viterbo News 24 – Diario di bordo Giorno 11, Giove arriva a Capo Nord – .

Diario di bordo Giorno 11, Giove arriva a Capo Nord

Meta raggiunta insieme tra gratuità, fragilità e pace

VITERBO – Il vento ci spingeva in ogni direzione, raffiche di 50 chilometri orari. Scendemmo dalle auto che non vedevamo a più di 10 metri di distanza, avvolte nella nebbia. Infagottati nelle nostre giacche, avvolti nelle sciarpe e preoccupati per i cappelli che volavano via, ci cercavamo per essere quanto più uniti possibile.

A braccetto, per mano, correndo, siamo arrivati ​​sotto il globo di Capo Nord senza nemmeno rendercene conto, con le nostre voci e i nostri corpi trasportati dal vento. Ci siamo cercati e ci siamo ritrovaticome durante tutto il viaggio. Insieme.

Non vediamo l’oscurità da 6 giorni, da quando il nostro viaggio si è spostato verso l’estremo nord: Danimarca, Svezia, Finlandia e fino alla Norvegia… Sempre più luce.

È con questo stato d’animo che siamo arrivati ​​a Capo Nord, con il desiderio di vedere il precipizio di rocce alte 300 metri a picco sul Mar Glaciale Artico. E invece non abbiamo potuto vedere nulla. Capo Nord non si è mostrato esternamente… Capo Nord si è mostrato… Ma dentro, dentro ognuno di noi.

Questo viaggio ha fatto cadere le maschere, a volte aumentando la paura, a volte aiutandoci a farlo sciogliersi in un abbraccioin una parola, in uno sguardo.

Sembra impossibile essere arrivati ​​fin qui e averlo fatto insieme. Siamo noi e lo siamo uguali e meravigliosamente diversi, uomini e donneragazzi e giovani, che hanno deciso di partire e di puntare tutto su poche parole molto importanti: gratuità, fragilità e pace. Soprattutto la pace, quella che cerchiamo dentro di noi prima di portarla fuori, quella che vorremmo vedere ritornare in Europa.

Ecco perché ce ne siamo andati, 5000 chilometri faa cui si aggiungono i quasi 100mila passi fatti a piedi nelle città e nella natura sconfinata della Scandinavia.

Ci siamo adattati alle temperature, abbiamo visto vegetazione, flora e fauna, lingua e tradizioni mutevoli. Le ore di buio hanno lasciato il posto alle ore di luce e abbiamo potuto nasconderci sempre meno, fino a raggiungere Capo Nord che per ognuno di noi è un traguardo, una ripartenzaun viaggio che è stato prima dentro e poi fuori di noi.

Nessuno dimenticherà questi giorni; non lo faranno Barbaracon la sua voce sempre un po’ sopra le righe e i suoi capricci quando è stanca; Antonio con la sua voglia di essere sempre protagonista; Valentina con le sue guance rosse quando si imbarazza parlando d’amore; Maklen e il suo improbabile consiglio, Franco e le sue lacrime di commozione. Brith se ne andò senza volerlopoi ha iniziato a sparare foto che erano ritrattiai suoi compagni di viaggio. Era il suo modo di essere lì.

Martina lasciò andare i bronci e gli occhi al cielo e ci ha mostrato sorrisi e sguardi verso gli altrianche quelli più diversi da lei. Keyla aveva così tante domande curiose e ci ha contagiato con le sue risate, perché “portiamo il sole in ogni posto in cui andiamo” è il suo motto. Matilde era preoccupata per i cambiamenti, ma ha saputo adattarsi, mettendoci il gruppo al primo posto. Pietroil più piccolo, si è spaventato proprio per questo, ma è riuscito a trovare il suo spazio di espressione e torna a casa “più grande”.

Gli educatori, i comunicatori, gli autisti dell’ANAI, gli agenti della Polizia di Stato, gli Presidente di Jupiter Salvatore Regoliha fornito la struttura e il supporto e si è preso cura di questo gruppo di giovani, tutti speciali.

Siamo diventati un gruppo unico ed è stata la carovana a compiere questa impresa, a metterci in crisi, a portare un cambiamento, a farci scoprire forte, coraggiosa e allo stesso tempo fragile.

Abbiamo le risposte a tutte le domande? Ovviamente no, ma lo facciamo un nuovo modo di ascoltarci e seguire il cammino dentro di noiE “Destinazione Capo Nord” ce lo ha insegnato.

 
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