Noa Argamani parla per la prima volta dal suo rilascio. “Adesso sono a casa, ma non possiamo dimenticare gli ostaggi che sono ancora tenuti prigionieri a Gaza, in attesa del loro ritorno”, dice in un video pubblicato sui social media di ‘Hostages and Missing Family Forum’, il 25enne simbolo del 7 ottobre, liberata l’8 giugno dalla prigionia di Hamas all’inizio di giugno, invitandoci a ricordare coloro che sono ancora nelle mani di Hamas a Gaza, compreso il suo fidanzato Avinatan Or.
Noa è stata salvata con altri tre ostaggi, dopo otto mesi di prigionia nella Striscia di Gaza, in un raid condotto dalle forze israeliane a Nuseirat. “La mia più grande preoccupazione durante la prigionia erano i miei genitori”, ha detto, riferendosi alla malattia terminale di sua madre, un cancro. “È un grande privilegio, poterle stare vicino”, ha concluso, chiedendo che venga fatto tutto il possibile affinché anche gli altri ostaggi possano riconquistare la loro libertà.
Chi è Noa?
La ragazza era stata rapita dai militanti di Hamas al rave festival Supernova nel deserto del Negev ed era diventata uno dei simboli dell’attentato del 7 ottobre. Il video del rapimento della studentessa israeliana, mentre era separata dal fidanzato in lacrime e invocava aiuto, era stato diffuso nelle prime ore della strage. Un filmato di dieci secondi, che ha fatto il giro del mondo, in cui si vede la ragazza caricata sul retro di una moto, che grida “non uccidetemi” e portata nella Striscia di Gaza. La giovane ha studiato all’Università Ben Gurion in Israele. Una ragazza come tante che, appassionata di musica, era andata a ballare con il fidanzato, anche lui rapito.
La madre di Noa sta lottando contro un tumore al cervello e ha fatto tutto il possibile per vedere la figlia di nuovo libera. Le immagini dell’abbraccio di Noa con il padre Yaakov, subito dopo la sua liberazione, hanno fatto il giro del mondo.
