«Una trappola di acqua e terra» – .

Sabato sera il cielo si è aperto e È caduta così tanta acqua che non si vedeva dall’ultima alluvione, avvenuta più di vent’anni fa. Siamo dentro Valle d’Aostala regione più colpita. Ma ci siamo anche noi Piemontesoprattutto nel Canavese, cioè nel territorio che va da Ivrea a Torino fino al confine valdostano.
Un disastro. Piogge torrenziali, violente. Torrenti che all’improvviso diventano fiumi impetuosi e “mangiano” pezzi di strade, ponticelli, trascinano via auto, massi, tronchi. Alluvioni. L’impegno dei soccorritori – protezione civile, vigili del fuoco, soccorso alpino, forestali, Guardia di Finanza – per salvare persone in difficoltà o gestire l’evacuazione di centinaia di persone da punti isolati, a partire da Cogne.
E da questa parte delle Alpi, nonostante tutto possiamo dirci fortunati, perché non abbiamo vittime. Oltre confine era molto peggio: tra Francia e Svizzera questa ondata di maltempo costò la vita a sette persone.

Il paese isolato

Che le cose andrebbero male, a Cognetutti lo capirono dopo i primi dieci minuti d’acqua, verso l’ora di cena. Pioveva troppo forte perché accadesse qualcosa. E infatti. La furia del fiume Grand Eyvia ha portato via un lungo pezzo dell’unica strada che porta al villaggio. Così tutti sono isolati e centinaia di persone devono essere evacuate con un ponte aereo (tra Cogne e Aymavilles) che ha funzionato ieri per tutto il giorno, ma non è bastato.

Mentre la televisione e i social rilanciavano le immagini impressionanti delle auto travolte dalle ondate di acqua e fango, il sindaco Franco Allera era con i soccorritori per organizzare l’uscita di chi doveva scendere a valle. «Ne abbiamo già abbattuti tanti, almeno 300»ha detto lui stesso nel tardo pomeriggio. «Ma credo che ce ne siano ancora almeno altrettanti da portare, se non di più. E poi bisogna intervenire su un acquedotto che è stato strappato via, perché al momento c’è una parte del paese che è rimasta senza acqua.” Il problema più urgente, tuttavia, resta la strada interrotta che apparentemente non può essere risolta in pochi giorni. Partendo da questa premessa, cosa succederà nelle prossime settimane ai mille abitanti di Cogne?

Allagamenti e danni a Cervinia

Poco distante, l’alluvione delle Marmore provocò danni al centro di Cerviniauna nota località del comune di Valtournenche. L’acqua ha invaso le strade, sono allagati molti negozi, garage, magazzini e condomini, danneggiati gli impianti elettrici. “Si parla di milioni e milioni di euro di danni” valuta Massimo Chatrian, vicesindaco di Valtournenche.

Anche la Dora Baltea è esondata in alcuni tratti del suo corso. E sono dovuti fuggire una trentina di turisti ospitati nel campeggio Gran Paradiso di Cogne e ora in un albergo della frazione Valnontey. Gli albergatori valdostani, anche fuori dalla zona alluvionale, hanno fatto a gara per ospitare gli sfollati.

Il luogo simbolo di questa alluvione, in Piemonte, è Noasca, in Val D’Orco, a 75 chilometri da Torino. I video della cascata sono stati girati lì che fino a sabato era un’attrazione turistica e che all’improvviso è diventata uno spaventoso muro d’acqua. I vigili del fuoco hanno accompagnato a piedi, sopra una frana e verso un centro di accoglienza allestito per la notte, 35 ospiti di un ristorante finito nel percorso dell’acqua. Quella frana ha bloccato il traffico sulla statale che porta al Gran Paradiso, in Val D’Orco, ed è stato motivo di isolamento, fino a ieri sera, per Noasca e Ceresole.
Difficoltà anche in Val di Lanzo e timore di una tromba d’aria che ha scoperto una casa a Busano, sempre nel Canavese. Ai piedi del Monte Rosa, sul versante di Macugnaga, è esondato il torrente che attraversa il paese; frazioni isolate a Chialamberto, situazione critica anche nel Verbano Cusio Ossola, dove sono state evacuate 120 persone dall’Alpe Veglia, e in alcuni rifugi dell’Alta Valsesia, con turisti bloccati.

Il presidente della Regione, Alberto Cirio, racconta di aver parlato con il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, “per la richiesta dello stato di emergenza”. Lo stesso Curcio ha avuto ieri sera un incontro con il presidente della Valle D’Aosta, Renzo Testolin, e i vertici della protezione civile regionale.

La situazione oltre le Alpi

La situazione peggiore, in svizzerolo affrontò in Alta Valmaggia, nel Canton Ticino. Tre morti (un quarto disperso in Val Lavizzara) e danni molto ingenti, soprattutto a Cevio dove è crollato il ponte di Visletto. Per darvi un’idea: la portata del fiume Maggia è passata da 25 metri cubi al secondo a 2.000 in poche ore. Non ci sono più collegamenti tra la bassa e l’alta Valmaggia e le comunicazioni sono attualmente interrotte. Più a nord — dove il Rodano è esondato in diverse zone del Canton Vallese, allagando un’autostrada e una linea ferroviaria — è stato recuperato il corpo di un uomo, ma non è chiaro se sia morto a causa delle inondazioni. E poi la Francia: nell’Aube un albero è caduto a causa del maltempo, travolgendo un’auto. Tre morti e un ferito grave.

 
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