La flotta oscura russa replica la formula delle petroliere in gas – .

La flotta oscura russa replica la formula delle petroliere in gas – .
La flotta oscura russa replica la formula delle petroliere in gas – .


Mentre l’Europa lancia il quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e gli Stati Uniti intensificano il boicottaggio contro Mosca, colpendo anche tre aziende emiratine coinvolte nel trasporto di greggio russo e di prodotti petroliferi iraniani, la flotta oscura di Putin sembra crescere ogni settimana di più , in parte grazie alla netta apertura dei paesi Bric, in parte grazie ad una serie di triangolazioni sempre più sofisticate, che sembrano estendersi dal trasporto del greggio anche a quello delle gasiere.

Con i riflettori del Dipartimento di Stato ormai puntati in modo permanente sulle petroliere degli Emirati Arabi Uniti, impegnate nel trasporto di petrolio e prodotti petrolchimici iraniani, con l’identificazione di 11 petroliere, “diventate” obiettivi prioritari dopo l’accelerazione del programma nucleare di Teheran, i metodi russi per aggirare le sanzioni sulle esportazioni di petrolio tramite una dark fleet sembrano essere sempre più sofisticati. Al punto che non si parla più di dark trading ma di dark fleet.

Trasbordi di petrolio da nave a nave

In maniera ormai costante e con poche variazioni rispetto al quadro ormai consolidato, vengono effettuati trasbordi di grandi carichi di petrolio tra navi sospette e quindi riconducibili a navi di bandiera terza in grado di aggirare le sanzioni; Il porto rosso di Murmansk ha ospitato almeno 13 trasbordi da nave a nave all’ancoraggio nel periodo tra il 1° gennaio e il 30 aprile di quest’anno.

Se è ormai certo che la Russia ha ammassato una flotta oscura per trasportare petrolio in tutto il mondo, aiutata e supportata in questo ovviamente dalla Cina oltre che dai Paesi Bric che non aderiscono al sistema di sanzioni contro Mosca, si ha ogni giorno la conferma che la Russia sta duplicando il suo modello di elusione delle sanzioni anche nel settore del gas naturale liquefatto GNL.

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Secondo un rapporto di Bloomberg, i piani di esportazione di gas naturale sono stati finora ostacolati se non totalmente bloccati sia dal sistema di controllo attuato dagli Stati Uniti d’America sia dalle sanzioni e dal divieto di ormeggio imposti nella stragrande maggioranza dei porti europei. In particolare, sembra che negli ultimi tre mesi la proprietà di almeno 8 navi russe sia stata trasferita a società di nuova costituzione a Dubai, a conferma che gli Emirati sono diventati un vero e proprio crocevia per aggirare le sanzioni occidentali.

Società ombra negli Emirati Arabi Uniti

Come già accaduto nel settore delle petroliere, anche per quanto riguarda le gasiere le componenti del sistema di aggiramento delle sanzioni e di creazione di una flotta oscura sono del tutto simili e prevedono la costituzione di società ombra spesso localizzate in Paesi compiacenti (nel caso specifico di società registrate con una azionariato poco chiaro negli Emirati), quindi navi vecchie che in teoria dovrebbero già essere state messe fuori servizio e alcune delle quali sono state addirittura inserite nella flotta di petroliere destinate alla demolizione; quindi assicuratori del tutto sconosciuti e non inseriti nelle banche dati di organizzazioni internazionali tra cui quella dell’Organizzazione marittima internazionale, IMO.

Inoltre, queste ex navi russe, ormai fantasmi e coperte da polizze assicurative altrettanto oscure, hanno beneficiato di una sorta di salvacondotto per transitare nel Mar Rosso ed evitare di essere attaccate dai ribelli Houthi.

Sempre secondo fonti non ufficiali, queste compagnie di navigazione che gestiscono vecchie gasiere hanno come destinazione finale il Mare del Nord e a tal fine cercano sul mercato personale specializzato che, nel caso della dark fleet delle petroliere, non era necessario e che, invece, nel caso delle gasiere, è indispensabile per gestire i sofisticati sistemi di bordo, ancora più delicati data l’età delle navi.

C’è quindi un altro problema che i russi stanno cercando di risolvere. Mentre la flotta petrolifera di varie dimensioni conta più di 7.500 unità che navigano in giro per il mondo, la flotta delle gasiere ha un numero molto limitato ed è quindi più facilmente rintracciabile con i sistemi satellitari. Inoltre, mentre il travaso da una petroliera a un’altra dark tanker può essere effettuato anche in mare aperto, questa operazione è decisamente più complessa per le gasiere che sarebbero condannate a servirsi di porti e terminal in aree difficilmente tracciabili anche tramite GPS, come il già citato porto di Murmansk oltre il Circolo Polare Artico.

La Russia è attualmente il quarto esportatore di GNL e la recente decisione degli Stati Uniti di impedire l’avvio delle esportazioni di Arctic LNG 2, nuovo impianto sviluppato da Novatek, il più grande esportatore russo di GNL, rende obbligatorio per Mosca la messa in servizio di una seconda flotta oscura in grado di eludere, attraverso il meccanismo delle società parallele e delle navi in ​​stato di pre-demolizione, qualsiasi tipo di sanzione.

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