chi sono le donne di Mala Capitale

chi sono le donne di Mala Capitale
chi sono le donne di Mala Capitale

Bella, avida, altezzosa. Sono le dark lady che hanno vissuto nel mondo di mezzo e si sono ritagliate un ruolo da protagoniste nelle pagine criminali della capitale. C’è la ricchissima ereditiera, cantante, intrattenitrice dei salotti romani, che ha una seconda vita da boss in gonnella. Ma c’è anche l’aspirante avvocato che in Tribunale avrebbe delle talpe che spifferano informazioni su intercettazioni e pedinamenti, da rivendere alle amiche indagate. E poi c’è il suo collega che garantisce con i capi clan della pax mafia di tenersi sulla costa, per non attirare l’attenzione degli inquirenti.

L’ha scritto l’ultimo capitolo giudiziario Tamara Pisnoli tra amicizie vip e matrimoni da copertina – ex di Fabrizio Corona, è stata sposata con il calciatore Daniele De Rossi, è stata fidanzata con il milionario francese Arnaud Mimran e ora è sposata con l’imprenditore Stefano Mezzaroma -, è stata condannata a 7 anni e 2 mesi per estorsione. Dietro il sorriso solare, secondo gli inquirenti, la 39enne nascondeva un’indole pericolosa: «Fagliela pagare, poi uccidilo» aveva ordinato alle sue guardie del corpo in un torrido pomeriggio d’estate del 2013, nel suo attico superlusso all’Eur. A terra, picchiato e con un taglio in testa, c’era Antonello Ieffi, l’imprenditore con cui avrebbe dovuto stringere un accordo sul fotovoltaico. Dalle pieghe del suo passato appariva già la malavita della malavita romana: la bella Tamara era ancora la moglie di Capitan Futuro quando suo padre offeso era stato assassinato a colpi di fucile alla schiena. Era il 2008 e, secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe pagato con la vita un debito non saldato.

Molto ricca e potenzialmente spietata, per i pubblici ministeri, lo era anche Signora Olio, Anna Bettozzinell’art Ana Betz, arrestato nell’aprile 2021 con 74 persone e condannato in breve tempo a 13 anni e due mesi di reclusione con accuse che vanno dall’associazione per delinquere al riciclaggio, il tutto con l’aggravante di mafia. Lei imprenditrice, aspirante pop star e, soprattutto, erede dell’impero economico del marito Sergio Di Cesare, per gli investigatori si era reinventata nella sua malavita: guidava un’organizzazione specializzata nel contrabbando di derivati ​​del petrolio.
A ben vedere, le vite delle dark lady romane corrono spesso su un doppio binario. Come quello di Camilla Marianera, l’ultima oscura regina delle trame capitoline. L’aspirante avvocato 29enne, entrato come praticante in un prestigioso studio legale, è stato arrestato con l’accusa di aver venduto informazioni riservate su indagini in corso. Non dati qualsiasi: quelli più delicati, sull’esistenza di intercettazioni e pedinamenti. A svelarli, per i magistrati, una rete di talpe all’interno degli uffici giudiziari romani.

A scovare i clienti interessati all’informazione più segreta sarebbe stato Jacopo De Vivo, fidanzato di Marianera, legato a tifoserie di estrema destra e al clan dei Casamonica. Il padre del giovane è Giuseppe “Peppone” De Vivo, ultrà del Sud romanista negli anni ’90, storico amico di Fabrizio Piscitelli, il Diabolik capogruppo della Lazio Irriducibili ucciso con un colpo di pistola alla tempia nel Parco degli Acquedotti nel 2019, secondo agli investigatori dopo essere diventato uno dei re dei narcotrafficanti di Roma. Parlando dell’aspirante avvocato, il gip, disponendo gli arresti domiciliari, descrive una personalità “pericolosa”, capace di fare breccia nel cuore della Procura, “nel sistema di controllo interno dell’ufficio intercettazioni”, creando un “ protocollo criminale” per vendere le informazioni più segrete. Ma c’è anche un altro avvocato che è stato protagonista della cronaca giudiziaria romana, seduto dalla parte sbagliata del banco degli imputati: Lucia Garganoamico anche di Diabolik, condannato in primo grado a 6 anni e 8 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.

Ha parlato direttamente con i boss: avrebbe aiutato il clan Spada a firmare una pax mafiosa che avrebbe messo al sicuro la storica famiglia criminale del litorale romano da agguati organizzati da un gruppo rivale. Il vertice avviene nel 2017 durante un pranzo al ristorante “L’Uliveto” di Grottaferrata: ci sono Salvatore Casamonica, Piscitelli e Gargano. L’obiettivo è proteggere gli Spada in un momento di crisi, con i capi del clan finiti in carcere e diversi complici sotto inchiesta. Il rischio è che porti all’anarchia e che gli scontri tra bande attirino troppo l’attenzione delle forze dell’ordine. È Piscitelli a proporre l’incontro: «Risolviamo questa cosa, anche perché poi non conviene a nessuno». Per sancire la pax, però, manca un dettaglio: l’ok di Ottavio Spada, che è in carcere. Ed è Gargano, il suo avvocato, che prende carta e penna per riferire i termini dell’accordo.

Le regine della malavita romana, però, sono anche all’interno dei clan. Un posto di primo piano è occupato da Gelsomino Di Silvio, detta Silvana, moglie di Ferruccio Casamonica, già condannata a 11 anni e un mese di reclusione. Simona Zakova, ex moglie di Raffaele Casamonica, ha parlato spesso di lei: “È rude, comanda, è una cosa fuori dal comune, è un diavolo in persona, deve sapere tutto, ordina tutto, tutto, tutto ”. Le vittime dell’usura da cui si è presentata per riscuotere i crediti raccontano che è stata malissimo, ha “ottenuto quello che voleva”. Fu lei a evitare una faida all’interno del clan: aveva risolto una lite tra Guerrino e Guido Casamonica, appartenenti a due diversi rami della famiglia. Erano entrambi corteggiatori di Antonietta Casamonica, promessa sposa della prima, ma che lei aveva scelto la seconda, provocando la reazione dei parenti di Giuseppe, culminata in uno scontro a fuoco. Tutti però avevano ascoltato Gelsomina Di Silvio.

DALLA REALTÀ ALLA SERIE
E poi ci sono i personaggi che hanno ispirato anche film e fiction. Nella serie tv tratta dal romanzo del giudice Giancarlo De Cataldo, è il personaggio di Donatella. Fabiola Moretti, la donna dei misteri ed ex primula scarlatta della Banda della Magliana, era incaricata di gestire lo spaccio di droga nel quadrante sud della Capitale. Legata prima a Danilo Abbruciati, uno dei suoi capi, poi a Francesco Mazza, entrambi uccisi a colpi di rivoltella, continua a scrivere nuove pagine del “romanzo criminale” della Capitale. Entrava e usciva dal carcere con una parabola discendente: nel gennaio dello scorso anno, la principessa degli inferi finì di nuovo in manette nell’operazione “Fortino”. Sarebbe ancora lei a gestire il traffico di cocaina tra Pomezia e Santa Palomba.

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