«I responsabili devono pagare, fosse pure il Comune». Indetto per il lutto cittadino – .

«I responsabili devono pagare, fosse pure il Comune». Indetto per il lutto cittadino – .
«I responsabili devono pagare, fosse pure il Comune». Indetto per il lutto cittadino – .

MILANO. Sono stati dimessi dagli ospedali 67 ospiti – degli 81 – rimasti intossicati a seguito dell’incendio scoppiato nella notte tra giovedì e venerdì nella Rsa «Casa per Coniugi» di Milano. Gli ospiti della RSA – gestita da Proges – sono stati nel frattempo trasferiti in altre strutture. Sono oltre 150 le persone, comprese le 83 che si trovavano nell’ala della struttura non coinvolta nell’incendio, che però è stata dichiarata inagibile per il mancato funzionamento dei rilevatori di fumo.

Ospiti della “Casa per coniugi” sono stati accolti in diverse strutture per anziani della città di Milano, come Pio Albergo Trivulzio, Golgi Redaelli, Fondazione Don Gnocchi, Fondazione Mantovani. Due hanno trovato ospitalità a Suzzara, in provincia di Mantova, nel reparto Alzheimer. Nel frattempo, da questa mattina, i parenti degli anziani trasferiti nelle altre strutture stanno portando via dalla Casa per Coniuge gli effetti personali dei loro cari.

L’accusa del sindaco Sala
All’indomani dell’incendio, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è stato chiaro: «Se c’è responsabilità, chi ha sbagliato dovrà pagare. Comune compreso. Nella casa di via dei Cinquecento sono presenti solo operatori e vigili del fuoco, oltre a parenti chiamati a ritirare oggetti personali.

La condizione dei feriti
Stabili le condizioni dei due pazienti più gravi che da ieri si trovano in terapia intensiva al Policlinico di Milano. L’uomo di 62 anni è intubato, la donna di 80 anni è stata staccata al respiratore. Le condizioni rimangono invariate. Stabili anche le condizioni dei due pazienti più lievi, che si trovano ancora nel reparto di osservazione del pronto soccorso.

I primi controlli nelle stanze della Rsa
Tutti i letti saranno controllati nella RSA. Il materasso della camera 605 da cui sono divampate le fiamme a causa di una sigaretta fumata da un ospite si è liquefatto rapidamente, con una velocità di combustione che ha lasciato perplessi inquirenti e inquirenti. Da qui, quindi, la necessità di verificare i materiali di cui sono fatti i letti presenti nella struttura. Al momento dell’incendio l’impianto di rilevazione fumi era fuori servizio, come confermato da un cartello esposto nella casa di riposo. Altro aspetto da chiarire, infatti, è da quanto tempo il sistema non funzionava e qual era esattamente il numero dei dipendenti in servizio quella notte. Se il fumo di sigaretta nei locali della RSA fosse pratica tollerata o meno è un altro elemento al vaglio degli inquirenti

L’inferno in casa di riposo: “Non potevo rompere il vetro, forse avrei salvato qualcuno”

FRANCESCO MOSCATELLI

07 luglio 2023

L’incendio nella struttura di via dei Cinquecento è divampato alle 1.20 di venerdì notte nella stanza 605 al primo piano, mentre tutti dormivano, rendendo la struttura completamente inagibile. “Il bilancio è pesantissimo”, ha commentato lo stesso Sala in mattinata, ieri, appena arrivato sul posto: 6 vittime tra gli anziani ospiti, 81 ricoverati in 15 diversi ospedali di Milano e provincia, fino a Sesto, San Donato e Monza. La casa di riposo è di proprietà del Comune ed è gestita dalla Cooperativa Proges.

L’incendio nella casa di riposo di Milano, i morti e quell’annuncio sui problemi agli impianti di rilevazione dei fumi: che ne sappiamo

andrea siravo

07 luglio 2023

Le indagini del pubblico ministero
La Procura della Repubblica di Milano ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e colposo e ha acquisito negli atti dell’inchiesta l’annuncio che Proges aveva affisso nella struttura per segnalare problemi agli impianti di rilevazione fumi. Le due donne carbonizzate si chiamavano Nadia Rossi, 69 anni, e Laura Blasek, 86. A uccidere invece le altre quattro vittime è stato il fumo: Paola Castoldi, 75, Loredana Labate, 84, Anna Garzia, 85, e Mikhail Duci, 73 Anni.

Protesta sindacale
La confederazione sindacale Cub e la federazione sindacale Cub Sanità, “rinnovando la vicinanza ai familiari delle vittime dell’incendio nella Rsa milanese, che ora attendono giustizia, invitano il sindaco di Milano Beppe Sala a convocare il lutto cittadino anche a parziale risarcimento di ogni responsabilità che gravasse sul Comune di Milano, committente diretto di quel servizio ai cittadini”. Lo rende noto il sindacato in una nota. Cub Sanità dichiara inoltre l’imminente indizione di sciopero della categoria dei lavoratori delle RSA, i cui termini saranno resi noti a breve. “Pur ringraziando i vigili del fuoco e gli operatori della protezione civile intervenuti, Cub Sanità non può esimersi dal ribadire le lamentele inoltrate e inascoltate in merito alla mancanza di controlli e sicurezza nelle strutture sanitarie lombarde e non solo. Molto non funziona nel sistema di gestione delle RSA appaltate a cooperative che puntano al risparmio, per questo chiediamo a Bertolaso, assessore al Welfare lombardo, se non ritiene più opportuno richiedere un intervento in tal senso, affinché si evitino tragedie future”.

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