«Do veto more?», Jessica e Daniele raccontano come il video è diventato virale – .

«Do veto more?», Jessica e Daniele raccontano come il video è diventato virale – .
«Do veto more?», Jessica e Daniele raccontano come il video è diventato virale – .

ABANO TERME – “Devo porre il veto, more?”. Era un’esclamazione, divenne un slogan. «Io veto, more?». Nei gruppi whatsapp e nelle serate con gli amici, sulle pagine social e persino nelle vignette sulle magliette. L’urlo di un marito alla moglie che rotola fuori strada in bicicletta lungo un tornante Colli Euganei è diventato il simbolo di un video virale in tutta Italia. Centinaia di migliaia di visualizzazioni complessive su YoutubeSU InstagramSU FacebookSU Tic toc e su qualsiasi altra possibile piattaforma. Due giovani padovani improvvisamente (e involontariamente) protagonisti del web.
Ma chi sono? Anzi, come si legge nella maggior parte dei commenti, “ma chi xei”? Gessica e Daniele29 e 33, sono entrambi di Abano. Lei lavora come responsabile amministrativa di un’azienda, lui come tecnico ripetitore. Chiedono di non scrivere cognomi per conservare l’ultimo briciolo di tranquillità, ma raccontano tutto. Ripercorrono cosa è successo e come hanno deciso di affrontare quell’ondata social che avrebbe potuto travolgerli. Tra prese in giro volgari, body shaming e popolarità non richiesta, riuscire a riderci sopra non è facile perché il calderone del web sa essere spietato.
Jessica risponde alle domande mentre il marito accanto a lei annuisce e assicura: «Questa storia ci ha uniti ancora di più».

Jessica, siete diventate protagoniste del web e sembra che l’abbiate presa bene. Hai anche appena creato una pagina Instagram dedicata…
“Il giorno in cui quel video è diventato virale non potevo nemmeno restare al lavoro, mi sono chiuso in casa. Poi ho capito che dovevo fregarmene e andare avanti. Fondamentale è stato il sostegno di genitori, fratelli e parenti, amici e colleghi. Hanno saputo rispettare il nostro momento, sostenerci e sostenerci».

Ripassiamo come è iniziato tutto?
“È domenica 2 luglio. Io e mio marito stiamo facendo un giro sulla ciclabile delle colline, io in sella alla sua bici elettrica comprata dopo tanti sacrifici. In località Rovolon, all’altezza del Monte Sereo, l’auto davanti a me si ferma. Freno bruscamente e conto di mantenere l’equilibrio per ripartire, ma sono proprio sul ciglio della strada e quando metto giù il piede non trovo l’asfalto. Trovo i sassi, perdo l’equilibrio e rotolo giù».

E tuo marito filma tutto nel frattempo?
«Ha la GoPro sul casco perché quella è una bellissima zona di saliscendi, ma in quel momento non la ricorda e non ci pensa. È preoccupato per me, non sa come aiutarmi».
Il video è inoltre caratterizzato da una lunga serie di imprecazioni…
«E gli dispiaceva molto perché non è così, non è certo un bestemmiatore seriale. Ma era un momento difficile, temeva il peggio e non sai mai come puoi reagire di fronte a un imprevisto come questo».

Si è fatta male?
«Sì, tra colpi e graffi di pungitopo i giorni successivi non sono stati facili. Mi ci sono voluti 20 minuti per rialzarmi perché la terra stava crollando eppure nessuna di tutte le persone che passavano in macchina si è fermata. Ho anche visto qualcuno commentare “Li ho visti”. Ma non potevi dare una mano invece di commentare sui social nei giorni successivi?».

Già, i social. Ma come è finito lì il video?
«L’abbiamo passato a un gruppetto di una decina di amici per farci due risate con loro, non so chi l’abbia passato a qualcun altro finché non è diventato virale ma non ho indagato. Sono sicuro che chiunque sia stato non voleva farci del male. Purtroppo poi con il web la situazione sfugge facilmente di mano…».

E arriviamo al vortice degli ultimi giorni con quel video condiviso ovunque…
«Me lo ha consegnato prima un vicino di casa, poi un collega e poi chiunque. Non è stato bello vedere certi commenti sul mio fisico o su di noi in generale, ma per fortuna siamo persone forti e abbiamo reagito. Ma ci ha fatto riflettere. E se tutto questo accadesse a una persona più giovane e fragile?”.

Cosa ti ha dato più fastidio?
«Lo sfruttamento di quanto accaduto a scopo di lucro. Ne hanno inventate di tutti i tipi: dai meme ai gadget in vendita. Il tutto senza chiedere alcun tipo di autorizzazione.

Tra prese in giro e insulti hai vissuto il peggio dei social. Due settimane dopo come vivi tutto questo?
“Me ne frega niente. Se le persone si divertono con poco, lascia che sia così. Abbiamo creato una pagina Instagram per spiegare come sono andate davvero le cose e per parlare dei nostri giri. Vogliamo dare un messaggio”.

Quale?
Siamo persone normali che fanno cose normali. La sfortuna può capitare a chiunque e se le cose sfuggono di mano un video può diventare virale. Ma bisogna stare attenti, non condividere tutto alla leggera”.

Eravamo rimasti al “Do veto more?”. Una volta tornato in viaggio, come è andata a finire la tua corsa?
“Siamo risaliti in sella e siamo tornati a casa. Siamo andati per la nostra strada”. In tutti i sensi.

 
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