i 100 anni del mito, i successi in tv, il rapporto con Berlusconi, la famiglia e il fatale infarto – .

i 100 anni del mito, i successi in tv, il rapporto con Berlusconi, la famiglia e il fatale infarto – .
i 100 anni del mito, i successi in tv, il rapporto con Berlusconi, la famiglia e il fatale infarto – .

È considerato il padre della tv italiana e oggi, se fosse vivo, avrebbe 100 anni. Mike Bongiorno, il vero nome è Michele Nicola Salvatore Bongiorno, è diventato sinonimo di “quiz”, gioco, concorso pubblico. Mike, come lo chiamavano affettuosamente i telespettatori, inaugurò un format ancora molto popolare: quello in cui si resta incollati alla tv per verificare se il protagonista, il concorrente – un po’ gladiatore e un po’ eroe – ce la fa, vince un tanti soldi e riesce a cambiare per sempre la sua vita, oppure non ce la fa e perde, venendo relegato nell’oblio. Entrò nelle case degli italiani, nella cultura di massa, proprio grazie a queste trasmissioni di quiz a premi e fu un grande intrattenitore grazie a una dote molto particolare che Aldo Grasso chiamava il “coraggio della banalità” o il “trionfo del solito”. Modi per dire che ha arredato la fantasia e le giornate degli italiani, diventando uno di famiglia. La sua celebrità esplose subito con la trasmissione “Lascia ooppio” del 1955, remake italiano de “La questione dei sessantaquattromila dollari”, che tenne intere città davanti ai televisori e ai maxischermi dei cinema, costretti a modificare la programmazione per consentire spettatori a seguirlo, Mike. Ad un certo punto il programma diventa addirittura un film con Totò, e con Mike che è già un mito perché interpreta se stesso nel film.

Mike Bongiorno, il padre della TV italiana

È stato conduttore, autore, partigiano, intrattenitore, scrittore. È nato a New York cento anni fa: il 26 maggio 1924 da madre torinese e padre italo-americano (Michelangelo Bongiorno, emigrante siciliano che diventerà presidente dell’associazione italo-americana Sons of Italy in America e che si candiderà a sindaco a New York contro Fiorello La Guardia e Generous Pope). Ha vinto venti volte il Telegatto e ha presentato undici festival di Sanremo tra il 1963 e il 1997, molto più di un usato sicuro.

Il grande maestro della televisione si era trasferito a Torino dopo il divorzio dei genitori negli anni Trenta. Coltiva il sogno di diventare giornalista e inizia a collaborare con La Stampa. Visse la fine del regime fascista e l’8 settembre dovette abbandonare i suoi sogni di giornalista. Divenne staffetta partigiana combattendo tra la pianura piemontese e le montagne al confine con la Svizzera. Fu arrestato dalla Gestapo e finì anche lui nel carcere di San Vittore dove fu compagno di cella di Indro Montanelli. Fu anche trasferito in diversi campi di concentramento tedeschi dove vide, come aveva detto, “decine di ebrei dirigersi verso le camere a gas”. Si è salvato grazie ad uno scambio di prigionieri e al suo passaporto americano.

 
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