5 cose che abbiamo imparato guardando la serie – .

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È chiamato Non uno di più (Non uno di menoin italiano), la nuova serie Netflix che, da quando è arrivato sulla piattaforma, circa due settimane fa, si è rivelato solido in cima ai titoli più visti. Il titolo, chiaro riferimento all’omonimo movimento femminista e transfemminista, suggerisce i temi che verranno toccati in ciascuno degli 8 episodi: ci sono le donne al centro di tutto – a volte adolescenti, a volte più adulte – che sperimentano molestie e violenze sessuali, patriarcato e sciovinismo, problemi di salute mentale, ma anche la forza che deriva dall’essere sostenute da altre donne nelle difficoltà e nella propria crescita. Ispirato al romanzo omonimo di Miguel Sáz Carral, la serie mostra in modo realistico (senza spoiler!) il percorso accidentato di chi decide di denunciare uno stupro. Ma è anche un ottimo punto di vista su cosa significhi essere un’adolescente, ma soprattutto una donna in questo momento storico. Ecco 5 cose che abbiamo imparato (o capito) guardando Nì una mas:

LA VIOLENZA DI GENERE HA VARIE DECLINAZIONI

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In questa serie, si tratta di violenza sessuale ripetuta perpetrata da una persona in condizione di superiorità psicologica e sociale. Ma non è l’unica forma di violenza di genere: c’è quello più subdolo di Alberto, il fidanzato di Nata, che la svilisce continuamente e la considera un semplice oggetto sessuale, c’è quello di Hernán, incapace di comprendere i comportamenti predatori e come sia sbagliato approfittarsi di una persona in uno stato alterato stato psicofisico, e c’è quello della madre di Nata che rimprovera la figlia perché ha trovato il coraggio di ribellarsi ad una relazione tossica.

I SOCIAL MEDIA POSSONO ESSERE SIA NEGATIVI CHE POSITIVI

La dualità dei social media, in Non uno di piùè particolarmente rilevante perché se da un lato servono a bullizzare e molestare la protagonista Alma, dall’altro diventano fondamentali quando si tratta di denunciare uno stupratore. Sono lo strumento che aiuta Berta a liberarsi, in parte, dal peso della sua storia, ma anche ad aiutare altre ragazze che hanno subito lo stesso, creando un fronte comune di solidarietà e attivismo contro violenze e molestie. I social, nel bene e nel male, amplificano tutto a livello esponenziale, ma nel primo caso l’onda d’urto che ne potrebbe derivare ha effetti estremamente positivi.

MOLTI UOMINI NON CAPISCONO COSA SIA LA VIOLENZA

La serie mette a confronto due tipi di uomini: Alberto e Hernán. Se il primo è ben consapevole di aderire a un certo comportamento maschile tossico, dall’altro c’è Hernán che non ha ben chiaro quali azioni possano essere considerate violenza. Lui non lo capisce perché non è stato educato a farlo, perché non gli è chiaro quanto sia importante il consenso di una persona per avere un rapporto sessuale. Tuttavia, un piccolo messaggio di speranza: quando si rende conto che quello che ha fatto era sbagliato, decide di frequentare un gruppo di sostegno e negare le sue azioni. Ennesima conferma che l’educazione sessuale e affettiva, in queste situazioni, sono molto importanti.

PARLARE O RAPPORTARE PUÒ INNESCARE UN CICLO POSITIVO

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