«Provo rabbia verso quei ragazzi. Il diritto è un’altra cosa” – .

Fabio Rampelli (Fdi), lei è vicepresidente della Camera. Cosa risponde a Liliana Segre?
“Vi ascoltiamo con rispetto. Sei e rimarrai un punto di riferimento per tutti gli italiani. Anzi, quelli che hanno fatto quelle deliranti affermazioni sono troppi”.

Cioè quei giovani del vostro partito mostrati da Fanpage. Che effetto ti hanno fatto?
«Rabbia, tanta rabbia. Negli anni ’70 e ’80 si fronteggiavano a destra due mondi: uno geniale e futurista e uno reazionario. Allora i nostalgici esistevano davvero. Tanti. Non facevano battute nell’ombra. Si facevano riconoscere. Li abbiamo affrontati e sconfitti costruendo una destra moderna. Fdi è guidata da chi ha rotto con quegli stereotipi».

Esiste un doppio registro, sorridente in pubblico e nostalgico in privato?
«Guardando quelle immagini sembra proprio di sì. Un doppio standard pericoloso e inaccettabile. Io preferisco quelli della mia generazione, dicevano quello che pensavano e cercavano di portare la destra nel cerchio dell’estremismo, allo scoperto. Quando hanno perso la partita hanno cercato altri movimenti dove il neofascismo era palpabile, capendo che quella storia per noi era finita. Game over».

Ester Mieli dice che non è Fdi quella che conosce. C’è qualche possibile sentore?
«Mieli cade dalle nuvole da cui tutti siamo caduti. Quei ragazzi sono dalla parte sbagliata ed è giusto che vengano messi alla porta. Antisemitismo e razzismo sono incompatibili con la nostra natura, prima ancora che con il nostro progetto”.

Che cosa intende?
“Il razzismo è il frutto marcio dell’omologazione e noi diamo valore alle identità. Questo diritto si è formato nelle colonie estive per bambini, nelle notti in tenda con gli immigrati aggrediti dai naziskin, distribuendo coperte e difendendo il Centro AIDS Don Di Liegro dagli assalti dei comitati rom ben guidati da esponenti del MSI. Per questo viene rispettato. Nessuno lo riporterà indietro”.

La Meloni interroga i giornalisti sotto copertura. Perché?
“Hai condannato il merito. Ma fa paura sapere che mentre sei a casa un giornalista può sbirciare dal buco della serratura. Per mesi e mesi, aspettando il lapsus per inchiodare “il nemico””.

Schlein chiede perché la stampa venga attaccata invece di dare la caccia ai responsabili di quei comportamenti. Ha torto?
«Schlein farebbe meglio ad affrontare le contraddizioni e i problemi che ha in casa invece di passare il tempo a “mostruare” la destra, inventando pericoli inesistenti per la democrazia e gridando al ritorno del ventennio con campagne di odio. La Meloni ha forze da vendere”.

Ma si è trattato di un attacco alla libertà di stampa oppure no?
“La Meloni, ripeto, ha forze da vendere. E lei ha risposto chiaramente da Bruxelles, dove era impegnata su altro, che non vuole tra i piedi razzisti, antisemiti e nostalgici. Detto questo, è chiaro che l’operazione Fanpage non è un esempio di giornalismo investigativo da manuale”.

La pensi così, è chiaro. Cosa si dice nella Nazionale Giovanile riguardo al servizio?
«Sono sconvolti e delusi. La Gioventù Nazionale è un’organizzazione sana, composta da leader e militanti preparati culturalmente. Hanno alle spalle anni di “duro lavoro” per rompere con gli stereotipi del passato, di dialogo con gli avversari alla ricerca di un’unità generazionale al di là della destra e della sinistra, di impegno sociale e civile per il bene della comunità. Sono le prime vittime di questa brutta storia».

 
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