“Oggi le sanzioni sono ridicole o tenute nascoste. Un corpo serio tiene fuori le vesti” – .

“Oggi le sanzioni sono ridicole o tenute nascoste. Un corpo serio tiene fuori le vesti” – .
“Oggi le sanzioni sono ridicole o tenute nascoste. Un corpo serio tiene fuori le vesti” – .

«Se si crea un’Alta Corte per giudicare i magistrati – dice Antonio Leone – va fatta bene, con un intervento alla radice, lasciando fuori i magistrati stessi: altrimenti continueremo come sempre a fare le cose in famiglia, e a decidere il destino di chi ha fatto qualcosa di sporco continuerà ad essere il collega della porta accanto. L’immagine che continuerà ad essere trasmessa al Paese sarà quella di una categoria che vuole rendere conto solo a se stessa e che usa lo schermo dell’indipendenza per garantirsi immunità e impunità”.

Leone conosce bene la questione perché per quattro anni, dal 2014 al 2018, ha fatto parte del Consiglio superiore della magistratura come membro laico. Faceva parte anche della sezione disciplinare, e spesso – in assenza del vicepresidente Legnini – ne dirigeva le sedute: «L’ottanta per cento del totale, a occhio». In quattro anni davanti a lui sono successe di tutto, ha “processato” magistrati pigri, arroganti, mezzo matti, vedendo in prima persona come il Csm svolge la funzione disciplinare assegnatagli dalla Costituzione.

L’Associazione nazionale magistrati dice che la sezione disciplinare funziona molto bene, e che l’Alta Corte è inutile e pericolosa.

«Credo che il primo a parlare dell’Alta Corte sia stato Luciano Violante, che è un ex magistrato… Ma volete sapere come funziona la disciplina? I membri sono sei, quattro sono magistrati, due sono laici eletti dal Parlamento: quindi i magistrati hanno sempre la maggioranza assoluta».

Qual è la conseguenza?

«Un eccesso di buonismo verso violazioni di ogni genere commesse sia sul lavoro che nella vita privata. Penso che un magistrato, per il ruolo e la funzione che ricopre, dovrebbe essere giudicato più severamente di qualsiasi cittadino, perché ha maggiori doveri di probità. Lì invece accade il contrario, la pratica costante è l’indulgenza. Quando arrivano le sanzioni sono ridicole, la punizione non c’entra nulla con la violazione, arrivano schiaffi come censure che non incidono sulla carriera o sulla considerazione, perché non vengono rese note. Se provate a chiedere al Csm il nome di un magistrato punito perché trovato a fare cose strane nei bagni pubblici, vi imbatterete in una specie di segreto di Stato».

Lo spostamento della giurisdizione disciplinare presso un’Alta Corte cambierebbe le cose?

«Dipende da come è nominata questa Corte, da quali competenze ha… Le notizie che circolano in questi giorni sono molto vaghe, si parla di un carrozzone che avrebbe giurisdizione su tutte le magistrature, che si occuperebbe anche dei ricorsi contro le nomine dei capi degli uffici giudiziari. Servirebbe invece un’Alta Corte snella, composta da avvocati e professori universitari che si dedichino esclusivamente alla valutazione disciplinare dei magistrati. E serve una nuova legge che indichi con efficacia gli illeciti disciplinari di cui un magistrato può essere chiamato a rispondere.

Oggi un magistrato può farla franca anche per un reato evidentemente grave, ma che non è espressamente indicato nell’elenco».

 
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