“Sono il prigioniero politico di Biden” – .

“Sono il prigioniero politico di Biden” – .
“Sono il prigioniero politico di Biden” – .

Steve Bannon si è consegnato poche ore fa nel carcere di Danbury, nel Connecticut. Qui, l’ex stratega di Donald Trump dovrà scontare una pena di quattro mesi di carcere per oltraggio al Congresso. La Corte suprema americana, infatti, ha respinto la scorsa settimana l’ultimo ricorso contro la condanna presentata dal guru dell’estrema destra americana che si era rifiutato di testimoniare sul suo ruolo nell’assalto al Congresso davanti alla commissione d’inchiesta della Camera. Lo stesso Bannon ha dichiarato ai media americani che la sua liberazione è prevista per il 31 ottobre, nella settimana che precede le elezioni presidenziali. L’ex stratega di Trump alla Casa Bianca si è definito “un prigioniero politico”. “Sono orgoglioso di andare in prigione. Non solo non ho rimpianti, sono orgoglioso di quello che ho fatto”, ha poi aggiunto.

Il futuro nella corsa alla presidenza

Prima di indossare la tuta arancione da prigione, Bannon ha registrato un episodio del suo popolare podcast ‘War Room’ vicino al penitenziario, che, ha detto, “diventerà solo più grande e più potente” durante la sua detenzione. È, tra le altre cose, il secondo consigliere di Trump ad essere incriminato per questo crimine. Dopo 4 mesi, infatti, Peter Navarro uscirà dalla prigione il 17 luglio. Bannon, come detto, dovrà aspettare ancora qualche mese. Nel frattempo, ha detto, leggerà libri, scriverà email per la campagna e continuerà a sostenere il magnate. E ha profetizzato che Joe Biden abbandonerà la corsa presidenziale. “La vittoria di Trump nel dibattito è una vittoria di Pirro. Si sbarazzerà di un rivale che sa di poter battere bene e ne emergerà uno sconosciuto”, ha poi sostenuto Bannon, spiegando che il presidente non sarà in grado di sopravvivere al crollo dei sondaggi. Ma se Biden si ritira, ha continuato, coglierà di sorpresa la campagna di Trump, togliendogli il suo avversario più debole. “Cercheranno un messia e poi ci sarà una luna di miele, ma quando si tratterà della convention democratica di agosto, chiunque sia, Michelle Obama o Gavin Newsom, partiranno con uno svantaggio minimo di cinque o sette punti”, ha sottolineato dal suo punto di vista.

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