Kanye West è stato citato in giudizio per “trattamento disumano” dei suoi dipendenti. Secondo la rivista Tmzil rapper americano insieme al suo ex assistente Milo Yiannaopoulus, avrebbe creato un ambiente ostile tra i suoi dipendenti, sia adulti che minorenni, definendoli addirittura “nuovi schiavi”. West stava creando un’app per lanciare musica rap chiamata “YZYVSN”. L’obiettivo? Non pagare una percentuale degli streaming a piattaforme musicali come Apple Music o Spotify. Ma tutto è degenerato. La celebrità avrebbe fomentato un “ambiente ostile”, costringendo i suoi dipendenti a “lavori forzati e trattamenti crudeli, inumani o degradanti”. Secondo l’accusa, all’interno dell’azienda c’erano anche lavoratori di appena 14 anni.
Ma nei documenti sono nominati anche i manager bianchi del rapper. Sono accusati di aver fatto commenti offensivi sul genere, l’orientamento sessuale e la razza di alcuni dipendenti. Lo stesso Yiannopoulus è accusato di aver inviato un messaggio di testo raffigurante un emoticon di pelle nera a un dipendente nero e di aver chiamato un giovane dipendente “sparatore scolastico”. E anche la moglie di West, Bianca Censori, è implicata nell’indagine. È accusata di aver inviato materiale pornografico ad alcuni dipendenti, compresi minorenni. Il rapper ha risposto dichiarando di considerare le accuse “infondate” e che perseguirà un controprocesso.