ecco quando e di quanto taglierà Lagarde nel 2024 e oltre

Lo ha chiarito la stessa presidente della Bce, Christine Lagardenonostante tutti i suoi “se” e “ma”: i tassi dell’area euro, sempre a patto che venga raggiunta la conditio sine qua non di un’inflazione orientata verso l’obiettivo del 2%, potrebbero essere tagliati.

Da un bel po’ di tempo ormai sembra giugno il momento ideale: cadrà cioè la prossima data in cui si riunirà il Consiglio direttivo della Banca centrale europea.

Entro quel giorno Lagarde avrà ottenuto informazioni più precise in merito dinamica salariale, che arriverà a maggio.

Ma la domanda a questo punto è: quante volte la BCE taglierà i tassi nel corso del 2024 e inoltre nel 2025 e nel 2026?

Soprattutto: A quali livelli cadranno i tassi dell’Eurozona?

Indagine tassi BCE (SPF): ecco quando arriverà il primo taglio

Le risposte a questa serie di domande sono arrivate con la pubblicazione da parte della BCE dei risultati dell’indagine alla quale hanno partecipato gli analisti intervistati dalla stessa Eurotower.

Si tratta di Sondaggio dei meteorologi professionisti (SPF), cioè l’indagine con cui la Bce raccoglie le previsioni degli analisti non solo sui tassi, ma su altre variabili cruciali, come inflazione, crescita del PIL reale e occupazione nell’area dell’euro, relativi ad un periodo temporale che può riguardare l’anno in corso o un periodo di più lungo termine.

L’esito dell’ultima indagine è stato pubblicato dalla Bce, basato sulle opinioni di 61 economisti e analisti hanno rilasciato alla Banca Centrale Europea nel periodo compreso tra il 18 e il 21 marzo 2024, quindi a seguito della Secondo atto della Bce del 2024 e prima del recente terzo atto giovedì scorso, quando Lagarde ha mostrato coraggio decidendo di prendere le distanze da quei dubbi che hanno oscurato il percorso dei tassi dei fondi federali statunitensi.

Ebbene, questi economisti – che, è bene sottolinearlo, non riflettono le aspettative dei membri del Consiglio direttivo della BCE, e che sono essenzialmente esperti di istituzioni finanziarie e non di quelle con sede in Europa – hanno affermato di aspettarsi in media un calo del tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali (in inglese operazioni di rifinanziamento principali -MRO) al 4,25% nel secondo trimestre del 2024.

Le prospettive sul tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali

Per comprendere le previsioni, è opportuno ricordare che giovedì scorso la BCE lo ha confermato rispettivamente i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso le strutture al 4,50%, 4,75% e 4,00%dopo l’ultima stretta monetaria che risale alla riunione di settembre 2023.

Le tariffe su principali operazioni di rifinanziamento – cui fa riferimento la rilevazione – sono rimasti quindi invariati al 4,5%.

Ciò significa che gli economisti e gli strateghi che hanno partecipato al sondaggio della BCE si aspettano che questo tasso venga tagliato di 25 punti base al 4,25% nel secondo trimestre del 2024, quindi nel periodo compreso tra i mesi di aprile e giugno.

Le prospettive sono in linea con le previsioni dei mercati e di altri analisti che già prima dell’ultima riunione della Banca Centrale scommettevano su un intervento a giugno, senza nemmeno escluderlo la sorpresa del “bis” di Christine Lagarde.

Gli stessi tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali (ORP in italiano) – che, ricordiamo, sono coloro che vengono pagati dalle banche per i prestiti che ricevono dalla BCE per un periodo di una settimana – si prevede che scendano al 3,5% entro il quarto trimestre di quest’anno, per poi diminuire ulteriormente al 3% nel 2025 ed essere tagliato ulteriormente fino a 2,5% nel 2026.

Ci saranno tagli, ma dimenticate l’era dei tassi zero o negativi

Tutto ciò implica che, da qui al 2026, la BCE, secondo gli esperti, si prevede che il costo del denaro nell’area euro sarà ridotto di 200 punti base.

E’ chiaro, da queste proiezioni, che i tassi di interesse nell’area euro verranno tagliati ma anche che, come è stato detto più volte negli ultimi anni, l’Eurozona non tornerà certamente a quell’epoca di tassi zero o di tassi negativi (per chi sui depositi) lanciato dall’ex premier Mario Draghi.

Tassi a zero e perfino sotto zero a cui ha fatto riferimento l’attuale presidente della Bce Christine Lagarde detto basta, ufficialmente, nel luglio 2022, ironia della sorte nel giorno della fine del governo Draghi in Italia quando ha dato il via al ciclo di restrizione monetaria dichiarando guerra all’inflazione nell’area euro.

Quel giorno, con la prima stretta monetaria, ciò sarebbe stato confermato una tornata record di stretta monetaria nella storia della Banca Centrale Europea, Lagarde ha alzato i tassi di interesse rispettivamente sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale al 0,50%, 0,75% e 0,00%, in vigore dal 27 luglio 2022, decretando così la fine dell’era dei tassi negativi.

Le previsioni degli esperti della Bce su Pil e inflazione nell’euro

Gli esperti consultati dalla Bce non si sono concentrati solo sull’andamento dei tassi di interesse.

Stime sull’inflazione e sul disoccupazione nell’area euro, nonché sull’andamento dell’eurodollaro e del petrolio.

In particolare, per quanto riguarda nello specifico aspettative di inflazione misurata sullo IAPCGli economisti hanno affermato di aspettarsi che l’inflazione complessiva nell’Eurozona scenda dal 2,4% nel 2024 al 2% sia per il 2025 che per il 2026, come nelle stime precedenti, motivando le prospettive con la rigidità ancora presente nel mercato del lavoro e con una crescita salariale ancora considerata “elevata”. “, anche se con moderazione.

Si prevede inoltre un’inflazione core, ovvero depurata delle componenti più volatili quali i prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari convergere verso il target del 2% della BCE nel biennio 2025-2026.

Si stima invece il Pil dell’Eurozona in crescita dello 0,5% nel 2024, dell’1,4% nel 2025 e dell’1,4% nel 2026:

a questo proposito, l’indagine lo ha rivelato gli esperti hanno rivisto al ribasso di 0,1 punti percentuali le prospettive per il 2024, rivedendo al rialzo di 0,1 punti percentuali il target per il 2026.

Restano però invariate le previsioni sul Pil 2026.

L’indagine ha generalmente rivelato che le prospettive a breve termine per il PIL nell’area dell’euro sono “un graduale rafforzamento dell’attività economica nel corso del 2024, sostenuto soprattutto dalla crescita dei salari reali”.

Tuttavia, le aspettative a lungo termine per il PIL sono rimaste invariato ad un tasso di crescita del +1,3%.

Le prospettive su disoccupazione, euro e petrolio

Le prospettive degli esperti che hanno partecipato all’indagine della BCE non si sono fermate qui.

Comunica anche tu stime del tasso di disoccupazione nell’area dell’eurodovrebbe aumentare nel 2024, al 6,6%, per poi scendere al 6,5% nel 2026 e al 6,4% nel lungo termine.

Gli economisti hanno risposto anche a domande relative a andamento del prezzo del petrolio e rapporto euro-dollaro.

Il tasso di cambio EUR-USD si stima che aumenterà da circa $ 1,09 nel secondo trimestre del 2024 a 1,12 dollari nel 2026, mentre l’andamento del prezzo del petrolio denominato in dollari USA è stato rivisto leggermente al rialzo a 82 dollari al barile per il secondo e terzo trimestre del 2024.

Le previsioni sono quindi favorevoli un calo a 79 dollari al barile nel 2025 e a 78 dollari al barile nel 2026.

 
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