Il paesaggio prevale sui piani regionali. E il Parco dei Colli Euganei vince contro l’Italcementi che resta legata – .

Il paesaggio prevale sui piani regionali. E il Parco dei Colli Euganei vince contro l’Italcementi che resta legata – .
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IL Consiglio di Stato porre fine alla questione relativa all’inclusione dello stabilimento di Italcementi di Monselice nell’area di Parco Regionale dei Colli Euganei, ritenendolo legittimo. È l’ultima terribile notizia per il gruppo industriale che ha iniziato la sua attività nella zona nel 1956nel 2013 ha interrotto l’attività produttiva e nel 2016 ha espresso il desiderio di farlo smantellare il sitodopo aver tentato a progetto di modernizzazione.

La sentenza ha respinto il ricorso di Italcementi per molteplici ragioni. Ma soprattutto per uno: “Per espresso provvedimento normativo, le disposizioni e vincoli stabiliti dal piano ambientaleper quanto riguarda gli immobili ricadenti nel perimetro del Parco, prevalere sulle (eventuali) diverse prescrizioni degli strumenti urbanistici comunali”.

La questione si trascina da circa vent’anni, durante i quali si sono susseguiti numerosi ricorsi Giustizia amministrativanei suoi vari gradi, non solo da Italcementi, ma anche da enti locali, di Regione Veneto è nato a Ministero per i Beni e le Attività Culturalinonché del Parco dei Colli Euganei e di alcune associazioni locali.

La storia inizia nel maggio 1994 con l’adozione di Piano ambientale del Parco che era stato istituito cinque anni prima. Il Piano consente laampliamento del perimetro di oltre il 35% rispetto alla delimitazione originaria stabilita dal legislatore regionale, includendo lo stabilimento Italcementi all’interno del perimetro del Parco. A questo punto l’azienda ricorre al Tar, contestando il piano ambientale che di fatto le ha bloccato i margini di manovra sulla sorte dell’impianto. Lo ha fatto una prima volta nel 1994 e poi nel 1999. Ricorsi respinti, in entrambi i casi, nell’agosto 2017. Motivo per il quale Italcementi ha poi presentato ricorso al Consiglio di Stato.

Ma intanto nel 2011 il Tar ha emesso tre sentenze. In due respinge la richiesta di impugnare l’approvazione del progetto di accordo e dell’accordo relativo progetto di ristrutturazione del cementificio gestito da Italcementi a Monselice. Nell’altro ha accolto la richiesta del Comitato Respiriamo e il Comitato E noi?Di annullare la concessione paesaggistica emanata dal Presidente dell’Ente Parco Regionale dei Colli Euganei e dalla delibera del Consiglio Provinciale, con la quale si è espressa giudizio favorevole di compatibilità ambientale al progetto di costruzione di un nuovo impianto sostituirne uno in dismissione e avviarne uno nuovo ciclo produttivo.

È contro tale sentenza che Italcementi ricorre al Consiglio di Stato che si pronuncia nel febbraio 2012. Accogliendo il suo ricorso. Poiché, si legge nella sentenza, “non si tratta della realizzazione di un nuovo stabilimento, ma della sostituzione di strutture rilevanti che comporterà un impatto globale migliorando sensibilmente quello esistente, inserendo anche un termine per la fine dell’attività industriale e la successiva rinaturalizzazione del sito, il tutto nel rispetto delle normative vigenti”.

Poteva sembrare un nuovo inizio per la controversa sede di Monselice della multinazionale. Ma le successive sentenze del TAR e poi, recentemente quella del Consiglio di Stato, hanno ribaltato la questione. Evidenziando innanzitutto che, “per espresso dettato normativo, all’interno del “perimetro del parco”, le prescrizioni e vincoli del piano ambientale prevalgono su quelli del piano di coordinamento territoriale regionale”. Insomma, prevale il paesaggio. Su tutto.

 
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