«In Rai posso rischiare. Amedeo? L’essere umano vuole cambiare. Sanremo? Un Conti, il più affidabile” – .

Si chiama AcchiappaTalenti ed è il nuovo, spericolato format di Milly Carlucci, la donna che è riuscita a portare sulla tv italiana per quattro anni consecutivi (per ora in panchina, «ma è solo in pausa) il surreale format coreano del Cantante Mascherato. » assicura). Questa volta niente maschere, ma una gara tra talent scout per chi riesce a trovare l’artista più “giusto” con cui fare coppia.

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Il cast

In onda da domani tutti i venerdì in prima serata su Rai1, finale l’8 giugno, cinque concorrenti (Mara Maionchi, Teo Mammucari, Wanda Nara, Francesco Paolantoni e Sabrina Salerno) e tre giurati (Francesco Facchinetti, Flavio Insinna e Simona Ventura, «recuperatissimi bene” dalla paralisi facciale che l’aveva colpita). Al timone Carlucci, 69 anni, una certezza. Anche per la Rai: «Cedere alle sirene delle altre reti? Ma dove trovo la libertà di espressione che ho qui? Dopo la folle esperienza del Cantante Mascherato posso provare qualcos’altro, altrettanto nuovo. In Rai ho una libertà innegabile. Con tutti i rischi che ciò comporta”. C’è chi ha voglia di andare via, e chi come Amadeus che ha già firmato altrove (il Nove), alza le spalle: «Quando un talento ha deciso di andare via, è difficile convincerlo a restare. Questi non sono bambini da riportare all’asilo. È umano voler sperimentare, cambiare”.

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Il Festival di Sanremo

Si è ritirata quasi subito da una possibile corsa a Sanremo. Dice «Non ho tempo», e infatti «lavoro per un anno su Dancing e da settembre preparo Acchiappatalenti. E poi Sanremo non è solo ospitare, ma essere direttore artistico. Molto lavoro.” La proposta formale, però, «non è arrivata. E sto bene così.” Tra i colleghi su quel palco vedrebbe bene Stefano De Martino, «molto dotato e straordinario, arriverà a tempo debito», ma è chiaro che fa il tifo per il collega di sempre, «Carlo Conti, da solo o in coppia con Cattelan: affidabile, bravissimo, cos’altro deve dimostrare? Quanto al suo talento, «direi tenacia e resistenza»: a scoprirlo è stato Arbore, che «ha visto le stelle nei miei occhi. E poi dovevo dimostrargli che aveva capito bene”. Lo stesso Arbore che oggi vede Fiorello come suo erede: «Cerchiamo continuamente eredi e cloni, ma non sono d’accordo. Fiorello è un gigante ma è Fiorello, Renzo è Renzo. Se Fiore farà un programma notturno, come quello di Renzo, sarà molto diverso da lui. In ogni caso, pazzesco”. E sul fatto di essere una delle poche colonne Rai a non essere mai passata attraverso il vetro del collega di VivaRai2!, «Nessun motivo particolare. Solo che non è successo. Per quelli come me che finiscono all’una del mattino, hanno orari impossibili”.

 
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