nei primi tre mesi sono state effettuate solo 187.223 cure – .

nei primi tre mesi sono state effettuate solo 187.223 cure – .
Descriptive text here

Ascolta la versione audio dell’articolo

Anche a causa del venir meno dell’effetto Quota 100 e dell’arrivo della Quota 103, ora in versione “penalizzata”, la corsa alla pensione sta rallentando notevolmente, soprattutto nel settore pubblico. Nei primi tre mesi del 2024 l’Inps ha erogato 187.223 nuove pensioni, con un decremento del 16,16% rispetto allo stesso periodo del 2023. E gli anticipi sono stati 56.660, pari a circa il 30% del totale. È quanto emerge dall’Osservatorio dell’Ente sul monitoraggio dei flussi pensionistici. L’importo medio delle nuove pensioni è di 1.225 euro, con ampie oscillazioni tra le varie categorie: 888 euro in media per le prestazioni di vecchiaia e 2.017 euro per quelle avanzate, legate a un maggior numero di contributi. Il “divario pensionistico di genere” resta marcato. Complessivamente le nuove cure erogate alle donne valgono in media 999 euro contro i 1.473 euro degli uomini: il 32% in meno. I dati Inps evidenziano inoltre che, dopo le ulteriori restrizioni introdotte dall’ultima legge di bilancio, l’accesso all’opzione femminile è crollato: i pensionati sono stati appena 1.276 mentre nell’intero 2023 erano arrivati ​​a 11.514.

Quasi 73mila pensioni di vecchiaia e 56.660 “anticipate”.

L’Inps informa che il totale delle pensioni a partire dal 2023 è di 819.236, per un importo medio mensile a partire da 1.206 euro. Gli assegni pagati a partire dal primo trimestre 2024 sono stati 187.223. In particolare, nei primi tre mesi di quest’anno sono state erogate 72.829 pensioni di vecchiaia, 56.660 prepensioni, 8.756 pensioni di invalidità e 48.978 ai superstiti.

Nel settore pubblico sono previste oltre la metà delle cure

Dal monitoraggio emerge che le nuove pensioni corrisposte con decorrenza da gennaio a marzo 2024 sono 86.031 per i dipendenti del settore privato (importo medio mensile di 1.446 euro) e 57.332 per tutti i lavoratori autonomi, cioè agricoltori diretti, artigiani e commercianti (867 euro in media al mese). I benefici corrisposti ai dipendenti pubblici sono stati 18.905 per un importo medio di 2.268 euro, grazie soprattutto al peso dei pensionamenti anticipati che assorbono più della metà degli assegni versati (10.287 con un importo medio di 2.483 euro). Nello stesso periodo sono state erogate 9.752 cure a lavoratori parasubordinati (221 euro in media al mese).

Il calo dei pensionamenti con il picco nella Pa

L’unica categoria di pensioni in crescita nel primo trimestre è quella degli assegni sociali (24.955 assegni per un importo medio di 497 al mese). La gestione dove si è registrato il calo più significativo nell’accesso alla pensione è stata quella dei dipendenti pubblici: le liquidazioni corrisposte sono scese da 29.059 a 18.905 (-34,94%) con un rallentamento riscontrato per le indennità di vecchiaia, per quelle anticipate e soprattutto per gli invalidi persone (da 1.192 a 225 pensioni) e superstiti (da 11.076 a 4.602). Per i 10.287 anticipi erogati nel settore pubblico (-16,3% rispetto allo stesso periodo del 2023), l’età media di accesso alla pensione sale a 61,8 anni.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT Land Rover Defender Octa con motore V8 twin-turbo ibrido leggero. Debutto 3 luglio – .