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L’accelerazione della domanda post-Covid e il deprezzamento dello yen spingeranno i profitti di Toyota a livelli record nell’anno fiscale terminato a marzo. Il risultato netto della più grande casa automobilistica mondiale si attesta a 4.940 miliardi di yen, pari a 29,6 miliardi di euro. L’utile operativo è stato di 5.352 miliardi (32 miliardi di euro), migliorato di circa il 96%, su ricavi complessivi pari a 45.095 miliardi di yen (circa 300 miliardi di euro). I veicoli venduti sono stati 9,44 milioni (+7%), mentre considerando Toyota e Lexus sono stati 10,3 milioni (+7,3%).
Per l’anno fiscale in corso, tuttavia, la casa automobilistica stima un rallentamento degli utili del 27,8% a 3.570 miliardi di yen e vendite totali di 10,95 milioni di unità, leggermente in calo rispetto agli 11 milioni registrati nell’anno fiscale precedente.
Qualche settimana fa il colosso giapponese aveva infatti annunciato un calo delle vendite globali dovuto soprattutto al rallentamento della Cina e del mercato interno: il crollo della domanda in Giappone, in particolare, è la conseguenza dello scandalo sulla manomissione dei test di sicurezza che ha travolto la controllata Daihatsu (del gruppo fanno parte anche Lexus e Hino).
L’amministratore delegato Koji Sato, succeduto lo scorso anno al presidente Akio Toyoda, si è concentrato sul contenere le conseguenze e sul riconquistare la fiducia dei clienti.
La società ha inoltre annunciato un piano di riacquisto fino a 1 trilione di yen, ovvero circa il 3%, delle sue azioni.
