Incentivi auto esauriti in poche ore, Federauto e Unrae contro il governo: “Mancano i soldi” – QuiFinanza

Incentivi auto esauriti in poche ore, Federauto e Unrae contro il governo: “Mancano i soldi” – QuiFinanza
Incentivi auto esauriti in poche ore, Federauto e Unrae contro il governo: “Mancano i soldi” – QuiFinanza

IL incentivi auto 2024 sono andati esauriti in poche ore dopo l’apertura della piattaforma dedicata all’Ecobonus avvenuta lunedì 3 giugno. Le associazioni di categoria Federauto E Unrae esprimono dubbi sulla fine dei fondi destinati alle auto 100% elettriche che si sono esauriti in poco più di 8 ore. Le associazioni ritengono che i fondi a suo tempo annunciati per l’elettrico non siano stati interamente messi a disposizione.

Oltre 30mila iscrizioni in poche ore

BENE 240 milioni di euro sono stati messi a disposizione dal governo incentivi per l’acquisto di nuove auto con emissioni da 0 a 20 g/km di Co2 e con un prezzo di listino fino a 42.700 euro, IVA inclusa. In pratica, elettrici puri. Nel corso del mese di maggio sono state immatricolate 5.070 auto elettriche. Nella finestra temporale di poche ore in cui la piattaforma Invitalia ha consentito ai concessionari di effettuare prenotazioni, 30.000 nuove auto elettriche.

Il mistero dei fondi mancanti

Il mistero riguarda l’ammontare dei fondi che, secondo le associazioni, non sarebbero stati interamente stanziati. Mancherebbero all’appello 178,3 milioni. Se le cose stessero effettivamente come lamentano le associazioni, per il settore automobilistico sarebbe un problema doppio danno. Da un lato, un gran numero di aventi diritto a beneficiare dell’Ecobonus per l’acquisto di un’auto elettrica sarebbero stati impediti.

D’altro canto, un danno al mercato sarebbe stato provocato fomentando false aspettative: a maggio il mercato dell’auto in Italia ha registrato un segno negativo del -6,9%. Entrando nel concreto si tratta di 139.581 auto nuove immatricolate contro le 149.482 dello stesso mese dello scorso anno. Molti consumatori hanno ritardato di qualche mese l’acquisto dell’auto in attesa che venissero sbloccati i fondi dell’Ecobonus, per accedere agli incentivi per la rottamazione e l’energia elettrica, e diversi concessionari hanno di conseguenza lasciato in stand-by i preordini.

Le accuse delle associazioni

“Siamo rimasti sorpresi anche nello scoprire il giorno dell’apertura della piattaforma che non tutti i fondi previsti per le auto erano stati messi a disposizione: Mancano 178,3 milioni. Per fare ciò sarà ora necessario emanare un apposito DPCM, che ci auguriamo avvenga nel più breve tempo possibile, per evitare l’ennesimo periodo di incertezza che si prospetta per il mercato”. Così si è espresso Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’unione nazionale che rappresenta gli autoveicoli esteri.

Sulla questione dei fondi per le auto elettriche fa eco Massimo Artusipresidente di Federauto: “Esprimiamo forti dubbi sull’esaurimento, avvenuto in poche ore, dei fondi Ecobonus per le prenotazioni relative alla fascia di Co2 da 0 a 20 grammi/km, in pratica esclusivamente veicoli a trazione elettrica”.

E ancora: “È chiaro che fino all’entrata in vigore del nuovo DPCM la capacità di assorbimento nella fascia 0-20 è sempre stata modesta, tanto da evidenziare un surplus di risorse di circa 170 milioni a pochi giorni”. dopo l’entrata in vigore dei nuovi Ecobonus. Inoltre, questa tendenza delle vendite di veicoli a basse emissioni è confermata da prove empiriche del mercato”.

Artusi lancia quindi un appello alle autorità: “Chiediamo che le amministrazioni competenti indaghino con urgenza su questo fenomeno che riteniamo assolutamente anomalo e, probabilmente, non in linea con la logica della legge che è quella di favorire i cittadini e le imprese, mentre loro, quelli autentici, rischiano, destinatari della misura, di finire tagliati fuori dal beneficio per avvicinarli alla transizione verde”.

Chiarezza sulle politiche per la transizione ecologica

Ma non è tutto: l’Unrae auspica anche che venga presto indicata una strategia chiara sui sostegni alla transizione, con un orizzonte di 2-3 anni per “permettere a consumatori e imprese di pianificare gli acquisti ed evitare che lo stop & go crei ulteriori danno al mercato”.

 
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