D’accordo, sì da parte di artigiani e commercianti a una flat tax sui redditi incrementali – .

D’accordo, sì da parte di artigiani e commercianti a una flat tax sui redditi incrementali – .
D’accordo, sì da parte di artigiani e commercianti a una flat tax sui redditi incrementali – .

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L’idea del governo di voler semplificare calcoli e adempimenti per chi aderirà all’accordo preventivo biennale, anticipata sulle pagine de Il Sole 24 Ore, trova il pieno consenso delle associazioni di categoria e in particolare dei datori di lavoro delle piccole imprese artigiane e commercianti. L’ipotesi di un’imposta sostitutiva sul differenziale tra il reddito dichiarato e quello risultante dall’adesione al Concordato, infatti, è già da tempo sul tavolo del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, e nasce da una richiesta realizzati nelle scorse settimane da Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti.

L’opzione flat tax

La richiesta rivolta al padre della riforma fiscale è quella di correggere l’obiettivo dell’accordo. L’occasione è il decreto correttivo che Leo punta a portare in Consiglio dei ministri già lunedì 10 giugno, subito dopo la tornata elettorale. Ciò che chiedono artigiani e commercianti è di valutare per i soggetti Isa che aderiranno al Concordato biennale, sia quelli soggetti alla progressività Irpef, sia i soggetti Ires tassati con aliquota del 24%, la possibilità, su base in via facoltativa, di poter applicare sul differenziale tra reddito dichiarato e reddito “normalizzato” pari a 10, è applicabile un’imposta sostitutiva (Irpef, addizionali regionali e comunali e Ires).

I vantaggi dell’imposta sostitutiva

In questo modo, hanno sottolineato le associazioni di categoria in una lettera inviata a Leo qualche tempo fa, eventuali richieste particolarmente elevate di maggiori imponibili incontrerebbero meno resistenze, garantendo un maggiore successo all’operazione. L’imposta sostitutiva potrebbe essere graduata in base al punteggio e all’importo richiesto: maggiore è il punteggio minore è l’aliquota; sul differenziale potrebbe essere graduata tra parentesi l’imposta sostitutiva.

Le altre correzioni, luce sulle perdite

Tra i correttivi da apportare, artigiani e commercianti chiedono anche di fare luce sulla gestione delle perdite. A cominciare dall’eliminazione del vincolo sull’importo minimo di 2.000 euro di reddito e sul valore imponibile della produzione. In questo modo, scrivono le associazioni, le perdite maturate a seguito delle componenti straordinarie non considerate nel preventivo acquisterebbero rilevanza fiscale. In ogni caso, anche in presenza del vincolo, va chiarito che le perdite non vengono “bruciate” e, fermo restando il vincolo di 2.000 euro, possono essere denunciate nel rispetto delle regole ordinarie.

Componenti straordinari

Anche le perdite su crediti dovrebbero essere riviste. Per i lavoratori autonomi, nella determinazione del reddito imponibile, vanno sempre considerate detrazioni forfettarie particolarmente importanti come, ad esempio, quelle degli autotrasportatori e dei distributori di benzina). Deducibilità che va considerata dalla proposta di reddito.

 
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