cosa dichiarare e come pagare – .

Primo appuntamento fiscale con bitcoin e dintorni. Entro il 30 giugno dovrai pagare, se applicabili, le tasse sulle plusvalenze e altri redditi derivanti da criptovalute e la cosiddetta imposta di bollo.pari allo 0,2% del valore in euro delle criptovalute detenute al 31 dicembre 2023.

Imposta sulle plusvalenze solo se sono state vendute criptovalute

L’imposta sulle plusvalenze e sugli altri redditi dovrà essere pagata solo se le plusvalenze saranno state effettivamente realizzate, cioè solo se i cripto-asset saranno stati venduti. Fanno eccezione i proventi (ad esempio quelli derivanti dallo staking, una sorta di interesse calcolato sulle criptovalute depositate e bloccate presso l’exchange), sui quali si dovrà pagare l’imposta anche se i proventi ricevuti non sono stati convertiti in euro.

La franchigia di 2mila euro

Comunque, Le imposte sulle plusvalenze e sugli altri redditi saranno pagabili solo se superano il limite di esenzione fiscale di 2.000 euro. «L’imposta del 26% verrà calcolata e versata sulla parte eccedente l’esenzione, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate», spiega Francesco Avella, partner dello Studio Avella e Associati. «Se non supera i 2.000 euro, invece, non è dovuto nulla». L’imposta sul valore delle criptovalute dello 0,2%, invece, è dovuta in ogni caso, «a meno che le criptovalute non siano detenute presso exchange o broker che hanno già riscosso per nostro conto l’imposta di bollo», precisa Avella.

Ritardi nei pagamenti

In caso di ritardo nel pagamento delle imposte, verrà corrisposto un supplemento dello 0,4% fino alla fine di luglio (calcolato sul valore dell’imposta)«a partire da agosto, però, saranno applicate delle sanzioni per mancato pagamento che variano a seconda del ritardo – aggiunge Avella –. In media, le sanzioni si aggirano intorno al 4%, con obbligo di comunicazione volontaria, più interessi».

Quasi tutto con il 730

La novità importante è che da quest’anno si potrà fare tutto in 730, compilando il nuovo modulo W che è stato pensato specificatamente per i contribuenti che, nell’anno fiscale di riferimento, detenevano attività finanziarie all’estero o cripto-asset. «La casella W va compilata anche se l’imposta di bollo è stata pagata dal proprio intermediario o cambio – precisa Avella –. L’imposta di bollo, infatti, ti esenta dal pagare l’imposta sul valore dei cripto-asset pari allo 0,2%, ma non dalla compilazione della casella W. Se detieni cripto-asset su più exchange e wallet privati, sarà possibile compilare più righe della casella W, separando le cripto-attività su cui è dovuta l’imposta da quelle su cui non è dovuta l’imposta».

Cosa non si può fare nel 730

Ciò che non puoi fare nel 730 è indicare eventuali plusvalenze e altri redditi. In questo caso sarà necessario compilare il modello Reddito e nello specifico la tabella RT. “La tabella RT è stata modificata con una sezione indipendente dedicata ai crypto-asset, anche perché da quest’anno la compensazione tra plusvalenze e minusvalenze dovrà avvenire interamente nel mondo crypto – precisa Avella -. In pratica, una minusvalenza generata da investimenti in altri strumenti finanziari non può essere compensata con una plusvalenza in cripto-asset, e viceversa”, conclude Avella.

 
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