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Transizione 5.0, i quattro scenari per calcolare il risparmio energetico – .

Transizione 5.0, i quattro scenari per calcolare il risparmio energetico – .
Transizione 5.0, i quattro scenari per calcolare il risparmio energetico – .

È sostanzialmente concluso l’iter per l’avvio del decreto attuativo del piano Transizione 5.0. Lo ha confermato Marco Calabrò, responsabile della segreteria tecnica del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in un’intervista ad Andrea Gallo, direttore del portale FASI.eu.

“Ci sono voluti ancora alcuni giorni, ma sono stati giorni ben spesi, perché abbiamo chiuso la trattativa proprio questa mattina (1° luglio, ndr) con la Commissione Europea, in particolare sul cosiddetto criterio ‘non causare danni significativi all’ambiente’ (DNSH)”, racconta Calabrò. “Abbiamo cercato di concordare con Bruxelles alcune aperture rispetto all’applicazione rigida di questi criteri, che avrebbero portato all’esclusione di fatto di interi settori, come l’agricoltura e i settori energivori (carta, ceramica, vetro, chimica, e così via). Penso che abbiamo raggiunto un buon equilibrio, ma questo ha richiesto qualche giorno in più di confronto con la Commissione Europea”.

L’ultimo passaggio è ora un momento di confronto finale con gli altri ministeri. “Dopo un ultimo giro di concerto con le altre amministrazioni, questa settimana il decreto verrà inviato alla Corte dei conti per la registrazione. Nel frattempo abbiamo già predisposto la piattaforma di comunicazione per le imprese, quindi lo stesso giorno della registrazione saremo pronti per andare online”. La speranza è che “entro metà luglio tutto sarà pienamente operativo”.

Le quattro situazioni per calcolare il risparmio energetico

Nel corso della chiacchierata con Gallo, Calabrò ha toccato diversi argomenti di interesse, dalle tempistiche alle certificazioni, dalla cumulabilità al mantenimento dei requisiti, ribadendo quanto avevamo già anticipato in questo articolo.

Si è però soffermato più nel dettaglio su un aspetto, ovvero sulle quattro situazioni che il decreto attuativo prevederà per il calcolo del risparmio energetico.

La prima situazione è quella delle aziende che operano da più di 12 mesi e hanno dati sui consumi energetici dell’anno precedente. “Qui il confronto è relativamente semplice. Basta confrontare i consumi energetici derivanti dal nuovo investimento con quelli registrati nell’anno precedente. Questo scenario è il più diretto e trasparente, poiché si basa su dati storici facilmente reperibili”, afferma Calabrò.

C’è poi il caso delle aziende che, pur essendo operative da più di 12 mesi, non hanno mai registrato in modo specifico i consumi energetici dei processi produttivi coinvolti. “Queste aziende devono effettuare una stima basata sulla documentazione tecnica e sui dati tracciabili, come schede tecniche dei macchinari, prove in loco, dati di letteratura tecnica, analisi di mercato e volumi di produzione. Un tecnico certificatore con esperienza in diagnosi energetica deve convalidare tale stima, assicurandosi che sia basata su dati accurati e tracciabili”.

Il terzo caso riguarda le aziende costituite da meno di 12 mesi ma almeno da 6 mesi, che quindi non dispongono di un anno intero di dati sui consumi energetici. “In questo caso è necessario proiettare i consumi energetici dei mesi disponibili su un arco temporale di 12 mesi. Questo approccio aiuta a ridurre l’impatto della stagionalità sui consumi, offrendo un quadro più realistico”, spiega Calabrò.

E infine c’è il caso delle imprese di nuova costituzione, che includono – secondo la definizione contenuta nel decreto attuativo – quelle costituite da meno di 6 mesi e quelle che hanno modificato significativamente i propri processi. “In questo caso, le imprese devono costruire uno scenario controfattuale. Per ogni bene che fa parte del loro progetto di innovazione, devono identificare almeno tre beni alternativi disponibili sul mercato europeo negli ultimi 5 anni, calcolare il consumo energetico medio di questi beni alternativi e utilizzare questa media come base di confronto. La somma dei consumi così individuati costituirà lo scenario di riferimento”.

Si tratta di una soluzione – aggiunge Calabrò – che dovrebbe consentire a tutte le aziende una certa libertà nell’individuazione dello scenario controfattuale. Tuttavia, “se le aziende non riuscissero a reperire tutti e tre i beni ma solo due o uno, la scelta – se adeguatamente motivata – può ridursi anche a un confronto limitato ai beni alternativi disponibili sul mercato”, afferma.

Volendo quindi creare uno schema sintetico di quanto appena esposto, abbiamo quindi la seguente immagine.

  • Per le aziende operative da più di 12 mesi e che dispongono di dati sui consumi energetici dell’anno precedente, è necessario confrontare i consumi energetici del nuovo investimento con quelli dell’anno precedente per verificare la riduzione dei consumi.
  • per le aziende che, pur essendo operative da più di 12 mesi, non hanno mai registrato in modo specifico i consumi energetici dei processi produttivi coinvolti, è necessario effettuare una stima basata su dati tracciabili e documentazione tecnica. Tale documentazione può comprendere:
    • Schede tecniche dei macchinari.
    • Dimostrare in situ.
    • Dati di letteratura (ad esempio BAT – Best Available Techniques).
    • Analisi comparativa del mercato.
    • Volumi di produzione.
  • per le aziende costituite da meno di 12 mesi ma almeno da 6 mesi, che quindi non dispongono di un anno intero di dati sui consumi energetici, è necessario verificare i consumi energetici dei mesi disponibili e proiettarli su un arco temporale di 12 mesi. L’orizzonte temporale di 6 mesi è stato scelto per ridurre l’impatto della stagionalità sui consumi.
  • Per le aziende costituite da meno di 6 mesi o che hanno modificato in modo significativo il loro processo produttivo nello stesso arco di tempo, è necessario costruire uno scenario controfattuale:
    • identificare almeno tre beni alternativi disponibili sul mercato europeo negli ultimi 5 anni per ciascun bene del tuo progetto di innovazione.
    • calcolare il consumo energetico medio di questi beni alternativi.
    • La somma del consumo medio di questi beni alternativi costituisce lo scenario controfattuale.
    • Se l’impresa non riesce a trovare tre beni alternativi, può ridurre il confronto a due o a uno solo, a condizione che la scelta sia adeguatamente motivata.
 
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