Milano, rifiutata la statua della donna che allatta perché «non rappresenta valori universali». L’imbarazzo di Sala e le proteste bipartisan

Milano, rifiutata la statua della donna che allatta perché «non rappresenta valori universali». L’imbarazzo di Sala e le proteste bipartisan
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Chi non vorrebbe esporre a Milano la statua della donna che allatta, e perché? Sta facendo molto discutere quest’opera d’arte che ritrae una donna a seno nudo che allatta il suo bambino. “Dal latte materno veniamo” è il titolo del monumento in bronzo, divenuto della discordia, il quale la famiglia dell’artista Vera Omodeo avrebbe voluto donare alla città affinché potesse essere esposto in una piazza, in particolare quella dedicata ad un’altra donna, Eleonora Duse.

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Statua di donna che allatta: la commissione del Comune di Milano non vuole esporla. L’imbarazzo di Sala e le proteste bipartisan

Ma la specifica commissione del Comune, responsabile della valutazione delle opere d’arte da inserire negli spazi pubblici, respinge la proposta all’unanimità perché, come si legge nel verbale, «la scultura rappresenta sicuramente valori rispettabili ma non universalmente condivisi da tutti i cittadini, tali da scoraggiarne l’inserimento nello spazio pubblico».

E suggerisce alla famiglia di donare la statua “ad un istituto privato, ad esempio un ospedale o un istituto religioso, all’interno del quale è è stato dato maggiore risalto al tema della maternità, qui espresso con sfumature squisitamente religiose”.

Parole che scatenano polemiche bipartisan da parte del centrodestra, ma anche del Pd che rappresenta la maggioranza in consiglio comunale. Anche il sindaco Beppe Sala è sorpreso dalla decisione e promette che chiederà «alla commissione stessa di riesaminare la questione, ascoltando almeno il mio parere perché non credo che offenda alcuna sensibilità. Sembra un po’ esagerato dire che non risponde a una sensibilità universale”.

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E anche lui è d’accordo con lui l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi secondo cui la statua “non offende nessuno e valuteremo se darle una collocazione”. Quelle della commissione comunale «sono motivazioni surreali – spiega al telefono all’ANSA la figlia dell’artista, Serena Omodeo che hanno voluto rendere omaggio alla madre e a tutte le donne donando l’opera, con la collaborazione dell’associazione Toponomastica femminile -. Non ci interessa rinchiuderla, in città ci sono solo due statue dedicate alle donne e anche questa è stata realizzata da un’artista donna. Inoltre una donna parzialmente nuda non mi sembra affatto un soggetto religioso. Grazie al sindaco e all’assessore se riusciranno a trovare un posto per l’opera”.

La politica però attacca, a destra e a sinistra, con Silvia Sardone, eurodeputata della Lega, che spiega come “una mamma che tiene stretto al petto un bambino non può offendere nessuno che abbia anche un briciolo di cervello”. Mentre il Pd con i consiglieri Alice Arienta e Luca Costamagna sottolinea come «la maternità come scelta di amore e di libertà sia un bene da tutelare e valorizzare. Non è cancellando la figura della maternità che si aiutano le donne».

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Il Messaggero

 
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